di ALBERTO BANCHERO
Nel romanzo scritto da Andrea Fulgheri, Odissea Nerd, edito dalla casa Editrice AmicoLibro, la prima cosa che ci ha colpito è stata naturalmente la copertina. Nel guardarla e stato come volare indietro nel tempo. I mitici personaggi di Max Bunker, il creatore di Alan Ford, la fanno da padroni in primo piano il mitico Bob Rock, Minuette Macon, il Conte Oliver, per citarne qualcuno. Veniamo subito in contatto con un mondo quasi dimenticato, fatto di personaggi che in qualche modo abbiamo conosciuto e anche un po’ frequentato, fino ad arrivare agli odierni nerd, che poi di cambiato non hanno quasi niente, nonostante abbiano vagato per il tempo per quasi 40 anni. Preparati su quasi tutto, si distinguevano per il loro aspetto e il naso spesso all’insù, quasi stessero aspettando un segno divino o l’ispirazione per la creazione di quel prototipo e di quell’altro marchingegno, oppure solo aspettando il bus per rientrare a casa in tempo per il cartone o il movies.
Andrea domanda di rito doverosa, a cosa ti sei ispirato per pensare e scrivere Odissea Nerd? A nulla e a tutto. A nulla perché volevo creare una storia che fosse il più originale possibile, a tutto perché nel romanzo ho riversato le influenze di migliaia di libri, fumetti, film, serie Tv, giochi vari che mi hanno accompagnato dall’infanzia fino all’età adulta.
Tutti i tuoi magnifici personaggi sono in qualche modo decisamente bislacchi. a cominciare dalla medium e il giovane che troviamo subito all’inizio dell’odissea. Ho voluto dare a molti personaggi una connotazione fortemente tipizzata, in modo che il lettore non faticasse a riconoscersi in questo o quell’altro personaggio. Eppure, andando avanti nella lettura, ci si accorge che nulla è come sembra, e che anche i personaggi più bizzarri come, Templeton, con il suo parlare sempre aulico, in realtà, ha delle motivazioni concrete che giustificano la sua stranezza. Così come Jacopo Shomel o Zarcone. Quest’ultimo è esistito realmente, era il primo disegnatore di Diabolik, poi, scomparso nel nulla, e nel libro, troverete uno dei possibili perché.
Riesci comunque in qualche modo a renderli connessi tra di loro, alias agente 117 per esempio. È stato divertente giocare con la teoria dei Sei gradi di Separazione, dove si ipotizza che nel pianeta ogni persona è connessa all’altra da massimo sei livelli di amicizia. Nel romanzo ho esasperato questo concetto creando dei collegamenti molto articolati e divertenti.
L’idea del glossario a fine dell’odissea: un libro dentro un altro libro. Avevo ancora tanto da raccontare, tanti aneddoti da far conoscere. Ecco quindi l’idea di un glossario in appendice al romanzo. Ci tengo a precisare però che le informazioni in esso contenute sono sì tutte verificate ma scritte con un impianto molto ironico.
Senza aver paura di svelare troppo puoi darci un indizio per iniziare a leggere l’odissea e se hai un filo conduttore che puoi indicare al lettore. I fili conduttori del romanzo sono vari. Si parte dal ‘Tutto è connesso e nulla accade per caso’, oppure, più tangibile, una misteriosa valigetta che i bravi attori del romanzo cercano in tutti i modi di accaparrarsi.
Visto la tua fervida fantasia da Nerd, che galoppa per spazi aperti, qualche cosa bolle già in pentola? Per ora, mi sto divertendo a portare in giro Odissea Nerd, poi, idee ne ho tanto, vediamo quale vincerà. Al momento sono in attesa di vedere chi taglierà il traguardo.
Un bellissimo articolo, grazie di cuore Tottus in PARI e, chiaramente, Alberto Banchero per l’intervista molto centrata.
Odissea Nerd si legge come un fumetto. Complimenti all’autore, Andrea Fulgheri.
Mio amatissimo amico…