di ELIO TURIS
Domenica 15 Luglio, presso la Basilica di Santa Maria Novella di Firenze, c’è stata l’esibizione del Coro Paulicu Mossa di Bonorva che ha animato, con canti religiosi in sardo, la S. Messa delle 10.30 celebrata, per l’occasione, da Padre Antonio Idda, originario di Bono. Come al solito la location (che già in passato ha ospitato altri cori sardi) si è rivelata eccezionale, sia per l’ambiente artistico che la Basilica rappresenta, sia per l’acustica che permette di valorizzare ed esaltare i canti eseguiti. Il Coro Paulicu Mossa, con i venticinque elementi che lo compongono, si è dimostrato pienamente all’altezza della situazione ed ha elevato canti che hanno accompagnato con enfasi la sacralità dell’evento. D’altronde non poteva che essere una esibizione di alto livello, visto che il coro è in massima parte composto da persone adulte che da anni si esibiscono insieme e, quindi, si conoscono a menadito. Conclusa la celebrazione della messa, il Coro si è spostato presso la sede dell’ACSIT, in Piazza Santa Croce, dove, da parte dell’associazione, era stato predisposto uno spuntino per gli ospiti. Prima del pranzo il presidente ACSIT Angelino Mereu ha voluto ringraziare il Coro per la splendida esibizione ricordando come “i cori rappresentano la più genuina espressione della tradizione sarda e sono uno degli strumenti principali per far conoscere quanto di bello la Sardegna è in grado di offrire al mondo”. Prima del pranzo, comunque, c’è stata una esibizione spontanea del coro di fronte alla chiesa di S.Croce che, per una mezzoretta, ha deliziato i numerosi turisti presenti. L’esibizione del coro, con ancora addosso gli abiti tradizionali di Bonorva, ha creato interesse e stupore e ha scatenato i click delle decine di macchine fotografiche di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Dopo il pranzo in sede, ulteriore momento di canti che, dopo il mangiare e il bere forse lasciavano tradire qualche imperfezione ma che mantenevano sempre e comunque un alto livello di esecuzione e, soprattutto, sottolineavano uno stretto rapporto d’amicizia consolidato con i tanti sardi che, per diversi motivi, non risiedono più nell’Isola ma che, con la Sardegna, mantengono vivi e stretti rapporti.