QUANDO IL SILENZIO E’ ACCOGLIENZA: “COME LE CICALE”, L’ULTIMO LIBRO DI GIORGIO BINNELLA (AMICOLIBRO ED.)

ph: Giorgio Binnella

di CRISTIANA MAMELI

A volte l’occasione per sciogliere un nodo irrisolto da sempre si presenta nelle vesti di una situazione al limite dell’assurdo. È questo il punto di partenza di Comele cicale, il nuovo romanzo dello scrittore Giorgio Binnella, edito da AmicoLibro.

La vicenda narrata nel romanzo prende infatti l’avvio dalla misteriosa presenza di un uomo nudo nella sala mensa di un palazzo che sta per essere demolito. Immobile e silenzioso, l’uomo costringerà gli altri personaggi – un’assistente sociale chiamata a occuparsi del caso, il capocantiere e l’ingegnere responsabili del lavoro di demolizione – a confrontarsi con se stessi, ad ascoltare e ascoltarsi.

 

Il titolo del tuo ultimo libro, Come le cicale, allude a un momento di maturazione, ossia all’istante in cui, dopo anni trascorsi sottoterra, le cicale escono alla luce del sole per procreare. Da dove nasce l’idea di ricorrere a questa immagine?

La protagonista, Lucia Palmieri, trascorre i giorni senza viverli appieno. Il tempo è scandito dagli impegni lavorativi di una professione, l’assistente sociale, che ha scelto per aiutare gli altri, ma che non l’hanno aiutata a uscire dal suo guscio. Vive in un limbo, chiusa in un silenzio di parole e affetti, come le cicale. Ci sono specie che dormono sottoterra anche 17 anni, poi, per un motivo ancora non compreso, si svegliano, escono dal terreno e prendono il volo. Anche Lucia, dopo 17 anni di silenzio, ha l’occasione per spiccare il volo.

 

Scrivi: “Il silenzio ha il potere di dilatare il tempo, di rendere infiniti anche i secondi.” Dai pochi giorni che restano prima che l’edificio venga demolito alle tante incursioni nel passato dei personaggi, in questo romanzo il tempo sembra avere un ruolo importante.

In questo romanzo, il tempo è importante quanto il silenzio. Sono entità che non comprendiamo integralmente, ci limitiamo a conviverci, non possiamo gestirle. Possiamo parlare, urlare, fare rumore, ma il silenzio rimane lì, nelle pause, ci circonda. Con il tempo abbiamo lo stesso rapporto, possiamo modificare il nostro aspetto, l’abbigliamento, il comportamento, ciò non impedisce al tempo di scorrere e a noi d’invecchiare. Sia con il tempo che con il silenzio, prima o poi dobbiamo confrontarci con la consapevolezza che non possiamo uscirne vincitori.

 

Tutti i personaggi del libro, sebbene in modi differenti, interagiscono con il silenzio. Un silenzio dalle mille valenze, che viene scelto per difesa, che rappresenta una distanza incolmabile o al contrario diviene accoglienza di ciò che era rimasto inespresso. Che cos’è per te il silenzio?

Il silenzio si può definire secondo due accezioni, quella negativa, il tacere, quella positiva, il silere. Tacere significa isolarsi, chiudersi agli stimoli esterni, alle esperienze, agli affetti, silere, al contrario, significa accogliere, ridimensionare il proprio io per ricevere l’altro. Io vivo il silenzio come accoglienza, ascolto, partecipazione alla vita degli altri. Attraverso il silere mi metto in discussione, rivaluto le priorità, cerco di afferrare e comprendere i valori primordiali che ci spingono ad agire, nella ricerca costante di un equilibrio con tutto ciò che mi circonda. Credo che il silere sia l’unica via per diventare concretamente parte del Tutto.

 

Nelle righe di presentazione di Come le cicale sul sito della casa editrice AmicoLibro scrivi di esserti trovato seduto in una stanza con i personaggi. È un’immagine che rinvia a un momento di condivisione e elaborazione. La scrittura può essere un mezzo per rompere il silenzio?

La scrittura è testimonianza, impronta, condivisione, è un lascito che diventa eredità di tutto il genere umano. In questo senso, la scrittura riesce a scalfire il silenzio dal quale tutto ha avuto origine e al quale siamo destinati in un tempo – ecco ancora che il tempo cammina di pari passo col silenzio – in un tempo, dicevo, che tende all’infinito.

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3 commenti

  1. Andrea Fulgheri

    Bellissimo articolo! Bravissima Cristiana Mameli per l’approccio originale e incisivo all’articolo. ps Bellissimo romanzo, grande Giorgio Binnella

  2. Giorgio Binnella

    Grazie a Tottus in pari e a Cristiana Mameli per quest’intervista. Parlare del silenzio e dei conflitti che tacciamo non è facile, per fortuna sono venuti a darmi consiglio Lucia, Canio e Federico…

  3. Meraviglioso articolo ma soprattuto indimenticabile libro!

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