di CARMEN SALIS
Alex Frey, cantante, musicista e poeta. Una raccolta di poesie, E intanto Aida se la ride (Ediz. Amicolibro), che dimostra che per dire qualcosa di importante, bisogna lasciar libere le parole.
Lirica dopo lirica, ogni parola acquisisce vita propria, per il ritmo, per la musicalità, tutto riconduce alla canzone; ritornelli che sembrano ragionamenti, storie che sembrano cantate.
Alex, cos’è per te la poesia? Non lo so… Non mi reputo scrittore o poeta. Io scrivo, generalmente di notte, alcune volte a notte fonda, mi viene spontaneo scrivere in rima, mi viene spontaneo dare della musicalità a ciò che scrivo. Quindi dirò cos’è per me scrivere. È libertà. È uno sfogo. È un’esigenza che arriva da sola, è una notte brava dove ho elaborato tutto ciò che ho visto, ho catalizzato vite, ho fatto domande, ho ascoltato storie di ogni tipo… E una volta tornato a casa vomito parole su un foglio. A volte piango mentre scrivo. A volte ho una rabbia disumana, ma appena finito sento un senso di pace e quiete.
La musica, il palco, la tua passione ora ne abbraccia un’altra? La poesia, ovvero scrivere per me, non è una passione, è un’esigenza, all’occorrenza. Quando sento che ho qualcosa d’impellente da scrivere, prima che fugga via il pensiero o la frase che darà vita a tutto il resto, mi alzo dal letto o vado via da dove mi trovo e scrivo… Se son solo, chiedo carta e penna e scrivo lì dove sono. Se andrà bene il primo libro, forse ne uscirà un altro. Sennò, va bene così e mi fermo qui.
La poesia è di tutti e per tutti come la musica? Sì. Una volta resa pubblica la poesia è di tutti, mi piace molto questo concetto e lo ritengo giusto da sempre, da quando ho visto Il Postino di Troisi, dove diceva a Neruda “La poesia non è di chi la scrive, ma di chi la legge e la fa sua”. La penso anche io così, infatti chi legge le mie poesie è giusto che le senta sue se ha vissuto qualcosa del genere, ed è giusto che ognuno dia la sua interpretazione… Ed ognuna è giusta, non esiste per me interpretazione sbagliata.
Chi è Aida che intanto se la ride? Aida è mia figlia, ha 18 mesi, un anno e mezzo. Una notte in cui ero in paranoia totale, e con la testa piena zeppa di pensieri, lei si è avvicinata a me e ha battuto la sua manina forte sulla mia gamba, ovviamente ha attirato subito la mia attenzione e ho visto che rideva, rideva di gusto e forte, mi ha contagiato e in un attimo tutti i cattivi pensieri sono andati via e il giorno dopo ho risolto alcuni problemi. Mi stava dicendo papà hai tutto quello che ti serve per essere felice, va già tutto bene così, se non ti complichi la vita da solo può andar bene anche così…