di SAMANTHA GIUSTI
“Gli unici servi sono quelli che hanno perso nelle loro catene il desiderio di liberarsi.” (J.J. Rosseau)
In Sardegna le leggendarie ricadute economiche della presenza militare sono state neutralizzate dall’ impatto sull’ambiente e sulla salute di chi la terra la vive. Quella del poligono è la forma di servitù che a livello locale dalle modalità attraverso cui si insedia nel territorio a quelle su cui imbastisce la sua convivenza produce fantasmagorici e inenarrabili benefici. Dove caduco e apparente sono nella sostanza irreversibile e reale, percezioni soggettive , misteriosi labirinti dove gli sconvolgimenti indotti nel territorio, la contaminazione delle falde acquifere, della vegetazione , la gratuita somministrazione di aerosol a cielo aperto forse non sono mai esistite se non nella mente di chi le ha vissute. Irriverente e ostinatamente legata al vero che non concede illusioni l’uomo reclama nella concordanza tra pensato e percepito la verità che scaturisce dall’appartenenza a una logica economica e occupazionale che non gli è conferita da entità stellari istituzionalizzate ma per il suo stato di natura.
Mauro Salis con il suo spettacolo Quirra Megastore ha in chiave ironica raccontato al pubblico che si è riunito nella sede dell’Associazione Grazia Deledda di Pisa attraverso immagini, musica e un esilarante cabaret , questa convivenza così difficile e controversa con i Poligoni militari che la Sardegna ospita ormai da molti anni. Il linguaggio è immediato, è quello dell’ironia. Esorcizza il dramma di un disastro ambientale rivendicato con fatica e con il duro lavoro di anni. Diventa satira per illuminare e coprire di ridicolo quella che si è voluta chiamare informazione sulle ricadute ambientali legate alle attività svolte all’interno dei Poligoni, divulgata come breccia nell’oscurità, in aperto contrasto con le verità empiriche e scientifiche, viste e testimoniate dalla popolazione. Un’ informazione veicolata con la pretesa di smentire il reale in cerca di un nesso causa effetto in cui auto legittimarsi , che distrattamente ha ignorato l’impatto di metalli pesanti e altre sostanze che a seguito delle attività militari sono entrate prepotentemente nella catena alimentare. Un comportamento mirato al mantenimento del favore delle popolazioni locali per la conservazione dello stesso potere politico che ha permesso l’insediamento e l’occultamento di un operato che per le sue conseguenze avrebbe dovuto essere condiviso e controllato. Mauro Salis nel suo Quirra Megastore mette in luce queste profonde contraddizioni promuovendo il cambiamento che passa per il confronto e l’autoanalisi, ricorda fatti rilevanti, suscita curiosità negli ascoltatori verso un importante pagina di storia, dissimula, sottolinea concetti e il dramma grottesco di pesanti responsabilità sociali disattese, provocando fragorose e amare risate attraverso un’ironia interpersonale e sociale, che assume in sé i toni folgoranti di una nuova consapevolezza collettivamente acquisita. Contingente e situazionale per l’assenza di figure retoriche lo spettacolo è nelle sua interezza coinvolgente grazie all’uso del corpo e delle potenzialità sceniche dell’interprete, versi, parole, suoni e canti formano un insieme inscindibile, la lingua è utilizzata liberamente e senza asterischi, azzera la cifra che spinge a fare , del politicamente corretti, una sostanza che polverizza il contenuto.
Un’imperdibile occasione per la popolazione locale per apprendere e aprire gli occhi su una realtà di cui non si è mai sufficientemente parlato a cui ha seguito un lungo e partecipato dibattito presieduto da Mariella Cao esperta e attivista da molti anni sulle problematiche scaturite dalla coesistenza con i Poligoni militari, coordinato da Samantha Giusti promotrice dell’iniziativa.
La Sardegna infatti continua per la maggioranza ad essere considerata quasi esclusivamente un incantevole meta di vacanze estive. L’isola costituisce in realtà un complesso e straordinario insieme di specificità territoriali paesaggistiche e culinarie, che si sono conservate nel tempo grazie ad una morfologia del territorio estremamente variegata unica non solo per la bellezza delle sue coste e delle sue spiagge, ma anche per le sue montagne che dividono e custodiscono , mantengono diversità folkloristiche integre e inalterate nonostante il passare del tempo. Mauro Salis apre il suo spettacolo, racconta e illustra come il mancato superamento di molte barriere naturali si sia concretizzato in un’insufficiente e spesso inadeguata rete di trasporti, sull’isola e verso il continente, come la fitta rete di relazioni familiari si sia mantenuta a dispetto di un susseguirsi di scelte politiche ed economiche che in molti casi hanno spinto alla disgregazione della famiglia giustificata dal principio di necessità. Per la sussistenza i Sardi hanno dovuto lasciare la propria terra per trovare lavoro oltremare, oppure a rimanere instancabili rabdomanti in cerca di occasioni lavorative spesso precarie, i loro piedi come radici si sono saldati alla terra per trovare nutrimento anche nelle stagioni di più aspra siccità.
Il mancato sviluppo delle reti di trasporti è equivalso per logica al mancato incontro e mescolanza con culture diverse e al rafforzamento del concetto dell’isola isolata , una rete che non si sviluppa in tutte le direzioni, è di fatto una rete inesistente. Questo ha permesso il costituirsi e l’ampliarsi di un’altra rete invisibile ma reale, intangibile e radicata che avviluppa e soffoca l’ambiente naturale in cui si insedia: la rete che sta alla base che produce e giustifica la presenza militare come alternativa d’impiego come potenziale difesa da invasioni perennemente imminenti, dalla presenza di pericoli e nemici non percepiti e socialmente riconosciuti, depaupera il tessuto culturale disintegra ogni possibilità di espansione culturale per definizione, fondando la sua stessa presenza sulla legge del sospetto che oppone la chiusura all’apertura e all’accettazione dell’ incondizionato divenire di tutte le cose che da sempre costituisce la spinta all’armonia riscontrabile in ogni più impercettibile moto del cosmo.
Aspettando la venuta dei russi o dei marziani , nel tentativo di placare allarmismi derivati da commissioni d’inchiesta che hanno dato continuità a teoremi che hanno smentito il nesso di casualità, è interessante ricordare che l’insediamento della logica delle servirtù militari si è nel frattempo e in realtà inconfutabilmente concretizzato in un 60% del territorio sardo occupato.