«Sono felice per quello che abbiamo fatto e orgoglioso di aver portato un pezzo di Sardegna allo Stade de France». Stephane Masala, nome francese e cognome inequivocabilmente sardo, è il protagonista di una storia incredibile, di quelle che solo il mondo dello sport riesce ancora a inventarsi. Alla guida del Les Herbiers, squadra della Vandea che partecipa al campionato di Terza divisione (la nostra serie C), è arrivato a giocarsi la finale della Coupe de France contro sua maestà il Psg. Il risultato era scontato – 2-0 – ma Stephane non potrà dimenticare una serata come quella dell’8 maggio. Lui, figlio di un emigrato sardo (e orgoglioso delle sue origini), resterà nella storia del calcio francese come il Davide che ha fatto tremare Golia. Non è riuscito a batterlo perchè il Psg vale mille volte il suo Les Herbies, che schiera un altro oriundo sardo, il capitano Sebastien Flochon (il nonno è di Orani), ma ha fatto innamorare tutti quelli che amano l’impossibile e riescono ancora a sognare. La storia del mister sardo è già di per se una favola. «Sono nato a Nantes – ha raccontato ai giornali d’Oltralpe – ma le mie origini sono sarde, e più precisamente di Anela, un piccolo Comune del Goceano, in Provincia di Sassari, che conta meno di 700 abitanti. Mio padre partì da li quando aveva 16 anni ma mi sono sempre sentito sardo e non ho saltato un’estate senza fare un salto nella mia terra». La conferma arriva da Anela. «Conosco bene Stefano – racconta il vice sindaco Giuseppe Nurra – perchè siamo coetanei e giocavamo insieme da bambini. Non ci siamo persi di vista e continuiamo a sentirci. Anche se in questi giorni è più complicato. L’ultimo messaggio è dell’altro ieri e non manca un accenno alla sua sardità. Noi per l’occasione abbiamo allestito un maxi schermo nei locali della parrocchia e siamo tutti qui». In paese, per la verità, i Masala non esistono più. La nonna è morta da tempo e un fratello del padre si è costruito la sua vita a Porto Torres. Stephane (o Stefano) però continua a venire e verrà anche quest’estate, passata la sbornia di notorietà e spenti i fari delle telecamere. «Lo aspettiamo – racconta il vicesindaco – e lo festeggeremo. Pensate che aveva cominciato il campionato come vice allenatore e si è trovato in panchina dopo l’esonero di Frederic Reculeau. Doveva essere una cosa provvisoria e invece eccolo alla Stade de France. Che bello il calcio!»
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