di SALVATORE LAMPREU
Mare cristallino, buganvillee viola che piovono da piccole case intonacate di bianco, nomi esotici e un Conte spagnolo che realizza un sogno: Porto Rafael, magnifica ed esclusiva perla del Nord Sardegna, presenta tutti gli ingredienti per poter essere considerata una località turistica di grande suggestione.
Ma … Sognare è vivere, parola di Conte! E tenete a mente questa frase perché dopo ritornerà!
Di Porto Rafael ho amato tutto, fin dalla prima volta che ci ho messo piede, tanto tempo fa.
Mi trovavo a Palau per lavoro e una mattina, superati i curvoni di Monte Altura, procedendo in direzione Punta Sardegna, mentre mi dirigevo verso Costa Serena, superata la grande Fortezza che domina il paesaggio, la mia attenzione è stata colpita da due insegne particolari: la Baia di Nelson e Porto Rafael.
Ora, dovete immaginare che non potevo certo passare dritto e così ho cambiato subito itinerario!
La Baia di Nelson, detta così perché pare che l’ammiraglio Nelson abbia stazionato qui con la sua nave, è una piccola spiaggia di sabbia a grana grossa che si affaccia su uno specchio d’acqua limpidissimo. Un vero angolo di paradiso in terra!
A poca distanza si trova il villaggio di Porto Rafael, un posto incantevole e dalle linee morbide dove ancora oggi si possono respirare quelle atmosfere un po’ vintagedegli anni Settanta, quando la Sardegna e laCosta Smeralda iniziavano a essere il punto di riferimento della nobiltà di tutto il mondo e delle più influenti personalità di caratura internazionale, provenienti dai diversi ambienti del cinema, dell’arte e della musica.
Porto Rafael si presenta su due livelli, congiunti tra loro da una strada lastricata, una galleria naturalmente formata dall’abbraccio della vegetazione con i costoni rocciosi, che conduce alla piazza principale del borgo. Qua si trova il Rafael Cafè da cui sventolano le bandiere dell’Italia e della Spagna, i negozi esclusivi e i simpatici localini dove prendere freschi aperitivi al tramonto.
La spiaggia è a due passi così come il porticciolo, punto di attracco degli yacht, da cui si possono ammirare le Isole diSanto Stefano e quella di La Maddalena. Appena si arriva alla piazzetta, si ha la sensazione di essere finiti dentro una cartolina. Le case sono bianchissime, un profumo di fiori aleggia nell’aria, due signore vestite di blu indossano enormi cappelli impagliati mentre chiacchierano e ridono davanti a un caffè. Qualcuno legge, qualcuno fa il bagno e qualcun altro si abbronza ma su tutto regna una melodia, un suono armonioso che ti pervade e che dopo averlo sentito non ne puoi più fare a meno. È il frangersi lento delle ondesul bagnasciuga, sciabordio dolce, colonna sonora di questa natura incontaminata.
La parte superiore di Porto Rafael si presenta come un pugno di villette radunate attorno a uno slargo sul quale si affaccia una chiesa carinissima, la più piccola che abbia mai visto, intitolata a Santa Rita, intercessora per le cause impossibili! E chissà se la Santa ci ha messo lo zampino, quando quell’eccentrico di un Conte ha deciso di trasformare un anfratto inospitale e popolato da caprette selvatiche in uno dei porticcioli più all’ultimo grido della Costa da bere.
C’è una leggenda che sovrasta la nascita di Porto Rafael, i cui contorni si sfumano e si confondono con la realtà. Si narra che il Conte de Berlanga Rafael Neville, nato a Malaga nel 1926 da famiglia nobile, dopo aver trascorso diversi anni tra la Spagna, il Marocco e l’Inghilterra, negli anni ’50 si trasferisce a Parigi per intraprendere la carriera di Architetto.
La capitale francese diventa però, con le sue luci e i suoi colori, il luogo magico in cui lui entra in contatto con la danza. Intraprende così la carriera di ballerino e mentre la sua vita trascorre tra un’esibizione e l’altra, una notte fa un sogno, ha una visione. Morfeo lo trasporta su una piccola spiaggia in cui si trovano poche casette e una vegetazione rigogliosa. Il mare è azzurro, molto azzurro e da quella spiaggia si possono scorgere altre isole non troppo distanti.
Al suo risveglio Rafael non è più lo stesso. Rimasto folgorato da quella visione, lascia Parigi e inizia a cercare quel posto. È disposto a tutto pur di trovarlo perché lui sa che esiste! Si reca dapprima a Nizza, poi in Corsica e infine in Sardegna. Inizia a battere la costa, da Alghero a Stintino fino alla Maddalena dove stringe amicizia con alcune personalità del posto le quali lo aiutano a perlustrare la zona Nord fino a quando, scartata la Baia di Nelson, percorrendo il sentiero sterrato che conduce all’attuale Porto Rafael, il Conte si ferma ed esclama «Questo è il posto che ho sognato!». E da allora il sogno si trasforma in realtà.
Si inizia ad acquistare e a costruire ma sempre con grande rispetto del paesaggio e in armonia col luogo. Le architetture sono essenziali, semplici eppure bellissime. È il Contea costruire la sua “casita” sul mare, venduta successivamente al pittore inglese John Strachey. Con l’incasso realizza la “Perla blu”, teatro della vita mondana del borgo, dagli anni Sessanta in poi.
Se chiudo gli occhi mi sembra di vederle quelle feste spensierate, allegre, sul mare, popolate da giovani, la musica, la vita. E il Conte amava la vita! E amava la Sardegna.
Si narra che negli ultimi momenti della sua movimentata esistenza ripetesse di aver trovato la pace in questa terra. Una delle sue gioie più grandi fu proprio quella di aver ricevuto nel 1988 la cittadinanza onoraria dal comune di Palau.
Quando se n’è andato, nel 1996, il Conte si è portato via un po’ di quella allegria e di quella vitalità che si respirava a Porto Rafael negli anni d’oro, lasciandoci però una grande lezione: “Sognare è vivere!”, come è anche riportato su una delle sue targhe. Perché a volte i sogni, se uno ci crede, si trasformano in realtà!
Oggi Porto Rafael è gestito dall’omonimo Consorzio.
Sono un giornalista e dal 1966 conosco Porto Rafael, dove ho avuto il piacere di conoscere ed apprezzare il grande artista e personaggio Rafael.
In quegli anni ho soggiornato diverse volte a Porto Rafael dal costruttore Nicoli (al di sopra della Perla Blu e de La Mitraglietta). Posto indimenticabile.
Sono poi tornato negli anni 80 e 90. Ed ora penso sia tempo di ritornare appena possibile in questo piccolo paradiso.
Se possibile, amerei essere inserito nella Vostra press mailing list e ricevere regolarmente Vostre Newsletter.
Ringrazio per l’attenzione
Cordiali saluti.