di FEDERICA CABRAS
Nicola Barca, ventitreenne di Baunei, vive in Germania da due anni, ormai. «Ogni estate facevo la mia stagione estiva, ma ogni inverno dovevo fare i conti con le scarse probabilità di trovare lavoro» racconta.
Estenuante, insomma, dover rincorrere sempre qualcosa. Per quanto la nostra terra sia un richiamo irresistibile, per quanto l’essenza di Sardegna scorra nelle vene insieme al sangue, è frustrante dover sempre pensare a come sopravvivere. È proprio la mancanza di lavoro che lo paralizza, che gli dà filo da torcere: partire o restare? «Per questo motivo accettavo qualsiasi lavoro occasionale. Purtroppo, spesso questi lavori non avevano nulla a che fare con ciò di cui mi occupavo in estate. Io volevo solo avere il lavoro tutto l’anno, con qualche novità, e volevo migliorarlo a 360°!»
Poi, la svolta. Siamo nel 2016. «Un mio conoscente mi ha detto che un suo amico in Germania stava cercando una persona per lavorare. Ho detto subito di sì… ho sempre pensato di fare un’esperienza all’estero e la fortuna ha voluto che arrivasse una proposta simile. Non potevo che accettarla, ragion per cui ho deciso di partire senza pensarci su due volte. Decisione immediata, quindi, benché ponderata durante gli anni precedenti.»
I primi tempi non sono mai semplici, per chi parte. Possono essere stancanti, eccitanti, strani, bellissimi. Talvolta bruttissimi. Certe volte solo particolari, circondati da quell’alone di irrealtà che li farà ricordare per sempre come avvolti da una strana nebbia. Ma mai semplici. Anche Nicola sente la pressione della partenza, l’aria di ineluttabilità che circonda il lungo viaggio senza volo di ritorno. «La prima notte è stata scombussolata da pensieri dove passato e futuro si intrecciavano. Pensavo costantemente a ciò che avevo in quel momento fatto e quel che potevo ancora fare. Sentivo già la mancanza della mia terra, di ciò che avevo lasciato, ma ero qui per un motivo valido.»
Il giorno successivo inizia il lavoro. Nicola si sente stimolato: tutto quello cui aveva da sempre ambito è davanti a lui, a portata di mano. «Mi hanno aiutato, poi, le buone persone e il posto confortevole.»
Il tedesco è difficile – racconta il baunese – tuttavia i confronti giornalieri con i tedeschi hanno facilitato tanto le cose. Adesso lavora in un ristorante nel centro di Bad Salzuflen. «Una città accogliente ma non creata per il divertimento. A cinque minuti da qui, però, ci sono città dove non manca nulla per i giovani» dice. «Mi piace l’inverno in sé, il tempo che c’è qui, il freddo, la pioggia, la neve… le feste natalizie e la loro organizzazione, poi! Non pensavo che la Germania e le persone che la abitano potessero piacermi tanto! Anche se è un mondo completamente diverso da casa mia, in esso trovo caratteristiche molto interessanti.»
Quando torna a Baunei, si immerge nel mondo che ha lasciato, non perdendosi nulla. «Sto molto in famiglia, in primis ci si riunisce con semplici pranzi, poi vedo molto anche gli amici. Cosa mi manca quando sono via? La cucina sarda, con i suoi sapori naturali e unici, gli orizzonti, il mare, il sole, i tramonti, l’alba e la natura in sé.»
Insomma, l’essenza della nostra terra brucia, manca, si fa sentire, quando è via. Però ha trovato, in quel mondo freddo e austero, un posto da chiamare casa. «Quando tornerò,» dice, fermamente, Nicola «metterò in pratica la mia esperienza, quella coltivata in questi anni, sperando di riuscire a fare qualcosa di nuovo.»
Poi, un consiglio per chi parte: «Non si deve avere paura di allontanarsi dal proprio giardino e di adattarsi al cambiamento, questo è il prezzo di un sogno realizzato. Inoltre ci si deve ricordare di puntare sempre a nuovi orizzonti e di guardare sempre a nuove prospettive. Ho trovato il lavoro della mia vita? Sono soddisfatto? Sì, lo sono. Ho migliorato tanto il mio lavoro, in più ho imparato una nuova lingua. Ho anche, però, maturato interessi per lavori più solidi, da portare avanti con l’età.»
Le terme saline di Badsalzuflen un luogo bellissimo e salutare. Ci vado spesso quando soggiorniamo in Germania. Ci vivono e lavorano tanti Italiani.