di MANOLA BACCHIS
David H. Lawrence, ha un’esigenza impellente: la necessità di muoversi, “absolutenecessity to move”, come si legge nel rigo del primo capitolo,in lingua originale di Sea and Sardinia, Mare e Sardegna.
Ma,muoversi verso dove? E qual è il suo obiettivo?
Innanzitutto ha una meta precisa: la Sardegna;perché?, e allora specificherà: “ritirarmi nei luoghi selvaggi della Sardegna …angolo isolato dell’Italia… piuttosto difficile da viverci, dal punto di vista materiale”.
Redigerà il suo “diario” solo dopo aver fatto rientro dal suo viaggio. Unascrittura dalla quale emergono dettagli preziosi dell’Isola nel Mediterraneo, “Sardaigne et Mediterranée”come tradurrà l’edizione francese Gallimard.
L’avventura di Lawrence, in compagnia della sua amata a-r (ape regina, alias Freida) in Terra Sarda ha inizio nel 1921.E, dopo quasi cent’anni, scaturisce un’idea agli scrittori Rossana Copez e Giovanni Follesa: ripercorrere,sulle sue tracce, gli stessi luoghi, il viaggio in mare, Cagliari, Mandas, Sorgono, Nuoroe Terranova.
“La nostra storia più antica è completamente muta, i nostri antenati non ci hanno lasciato assolutamente nulla. Sono passati tanti millenni prima che i Sardi osassero narrare di se stessi. Abbiamo atteso il XX secolo con autori importanti che, però, solo dopo aver lasciato l’Isola, hanno deciso di scrivere, come Salvatore Satta, Grazia Deledda… Lawrence era in Sicilia e decide di venire subito dopo la prima guerra Mondiale. E ha descritto la Sardegna non trattandoci molto bene, osservando con occhio esterno. Ebbene, i nostri autori, rivisitando il libro e i luoghi, hanno fatto un’osservazione con occhio interno, e hanno messo la loro penna a disposizione per questo percorso…”, spiegala curatrice Rossana Copez che ha curato il libro con Giovanni Follesa
Lawrence rimase nove giorni in Sardegna.
E i curatori hanno coinvolto proprio nove autori, ciascuno con una tappa, a disposizione solo una penna e tanta voglia di curiosità: Fabrizio Demaria (#ilmare), Gianni Zanata (#cagliari1), Giulia Clarkson (#cagliari2), Giuseppe Corongiu (#mandas), Andrea Atzori (#versosorgono), Tonino Oppes (#sorgono), Emanuele Cioglia (#versonuoro), Antonello Pellegrino (#danuoroaterranova), Giovanni Fancello (#quandosiviaggiasimangia).
Ciascuno darà un tocco di colore diverso, vuoi per il mezzo di trasporto usato (chi col trenino verde, chi in macchina, chi a piedi, chi in nave) e vuoi per la meta differente il quadro che ne verrà fuori è veramente interessante.
Nasce: Back to Sardinia. Sulle tracce di D. H. Lawrence (Condaghes, 2017).
Gli interventi, preceduti dai saluti del Consigliere della cultura del Comune di Cagliari Andrea Dettori e dalla referente attività della biblioteca Emilio Lussu, Antonella Pinna, hanno ornato la sala, piena di gente accorsa per l’evento.
“Ajòajò, roba buona e fresca” si ode urlare tra le vie di Cagliari, ci ricorda proprio Giulia Clarkson accompagnata alla chitarra da Rita Galluccio. I profumi e i sapori li percepisci dal suo narrare, formaggio coi vermi, prosciutti, anguille, sogliole, carasau, ricci marini… La “fredda Cagliari di pietra” di Lawrence in cerca di un albergo accoglie i presenti con gusto; e, sazi noi, almeno nell’immagine delle bontà di terra e di mare elencate, e sazi i coniugi Lawrence dopo aver pregustato un pranzo succulento, si prosegue il viaggio verso Cagliari e, poi, verso l’interno, avvolto dai misteri e dal suo essere forestiero.
Lawrence lascia tante tracce, e sulle sue tracce Giuseppe Corongiu, nella giungla del mondo di internet alla ricerca degli orari per la lettorina verso Mandas, in maniera ironica in lingua sarda mostra il suo contributo giornalistico letterario, divertito, un po’ stupito, e ci offre una panoramica esotica del percorso. A Mandas, non c’è dubbio: Lawrence è passato!, e, se non lo sai, non puoi non accorgertene: piazza, via, stazione, bar, angoli, ovunque c’è la sua traccia. “Tutto è di Lawrence, qui!”Allora, andiamo, il treninoci attende! Da Monserrato si parte e ogni passo è una sorpresa, come la velocità del trenino verde!
Ma, aihmè, “su postale, il postalino, o corriera” non è lento quanto il trenino per raggiungere Nuoro, anzi! Peggio!
Ecco che, allora, Emanuele Cioglia dovrà scegliere, suo malgrado, un mezzo alternativo e più rapido: l’auto. La superstrada Carlo Felice l’accoglie, e in poco più di due ore raggiunge dapprima Tonara, poi Gavoi e, infine, Nuoro.
La solitudine è un’immagine che lo colpisce, la chiesetta del nostro premio Nobel senz’altro, ma anche l’assenza assoluta di anime vive nel paese barbaricino, famoso per il torrone e il poeta Peppino Mereu, Tonara, ma anche nella stessa città della Deledda! Per fortuna a Gavoi, la vita pullula, occhi azzurri e verdi, capelli chiari, bellezze di ragazze e donne sarde abbagliano la vista di Cioglia, divertito con il figlio a giocare a pallone lungo la 131bis.
Una raccomandazione! Lo zaino di Freida conteneva il fornellino per emergenze culinarie, soprattutto per pregustarsi il rito del the inglese, ebbene, se ci avventura nella “demoniaca bellezza” della Sardegna una scorta di pane carasau, formaggio e buonvino, miele amaro, è sempre d’obbligo. Il resto lo offrirà la Terra, i colori del cielo, il vento, il maree il sole. Il pittore e il poeta si uniranno, e nonostante l’amaro in bocca per l’abbandono di una Terra ricca di Cultura e di ricchezze artistiche naturali, la Sardegna è l’Isola incorniciata dalle varietà cromatiche del mare più bello del mondo.
Perciò: ritorno in Sardegna, Back to Sardinia! Anche grazie a Lawrence, e all’originale edizione curata da Rossana Copez e Giovanni Follesa, presentata in uno scenario primaverile incantevole nella dimora dell’ex direttore di Villa Clara, oggi biblioteca metropolitana, con vista sulla “spiaggia dei mille”, il Poetto, colorato dal volo rosa dei fenicotteri e rinfrescato dalla brezza del maestrale, compagno fedele della città del sole, Casteddu!
Una bella e documentata cronaca della serata di venerdì alla biblioteca metropolitana
Grazie a tutti i viaggiatori lawrenciani