di MASSIMILIANO PERLATO
I primi calci ad un pallone, li aveva tirati nei campi in terra battuta alla periferia di Cagliari nel quartiere di Sant’Elia. Quel nome che è stato dato allo stadio delle sue fantasie, dove i suoi idoli del football farcivano le domeniche dei cagliaritani. Ne ha fatta di strada da allora Nicolò Barella, classe 1997, attuale pilastro del “motore” del Cagliari, talento cristallino ed è semplice azzardare, uno dei calciatori più importanti del calcio italiano ed europeo in prospettiva. Amore per il calcio, grande ambizione d’emergere, sacrifici quotidiani ed un progresso continuo intrapreso alla scuola calcio “Gigi Riva” dove giocava dall’età di cinque anni. Lì, negli impianti sportivi delle Saline, il piccolo Nicolò intavolò la pratica col pallone sotto la guida, tra gli altri, di Daniele Cortis, uno dei suoi primi allenatori ed oggi direttore generale del Centro. Fu scoperto, è bene ricordarlo, da Bruno Varsi prematuramente scomparso. In quella “caldera rossoblu” lo ha pescato Gianfranco Matteoli, al tempo responsabile tecnico del settore giovanile del Cagliari, lasciando poi che a crescerlo fossero tecnici come Franco Masia e Gianluca Festa.
Nicolò Barella, centrocampista polivalente, grandi qualità in mezzo al campo è un predestinato. Ad una carriera di livello che lo porterà sicuramente lontano da Cagliari per calcare palcoscenici rilevanti. E’ inutile nascondercelo: rimarrà l’amore per la sua terra. “È un motivo d’orgoglio giocare con la squadra della mia città. La passione per il calcio è nata grazie a mio padre, che è stato calciatore e mi portava con lui ai tornei amatoriali” dice con veemenza Nicolò.
Ancora oggi si emoziona rammentando l’esordio in Serie A, avvenuto il 4 maggio 2015 contro il Parma a 18 anni, 2 mesi e 27 giorni con Gianluca Festa in panchina: “A fine gara le bandiere del Cagliari, Conti, Cossu e Pisano mi hanno sballottato da una parte all’altra. Per me è stato il massimo ricevere i complimenti dai miei idoli”. Quell’anno la stagione del Cagliari concluse con la retrocessione in serie B e Nicolò giocò le ultime due partite contro il Cesena e l’Udinese.
L’anno successivo nella serie cadetta, collezionò cinque presenze prima di transitare nel gennaio 2016 in prestito al Como dove giocò con più continuità fino al termine della stagione.
Nell’estate del 2016 il ritorno in Sardegna con il Cagliari neopromosso in seria A, dove comincia a scalare le gerarchie nel reparto del centrocampo, affermandosi come titolare dell’undici rossoblu. Ottiene 28 presenze in campionato e contribuisce da protagonista alla salvezza del Cagliari. Il 17 settembre 2017, Nicolò Barella realizza il primo gol in carriera in serie A nella vittoria a Ferrara con la Spal. La prima intervista dopo il gol era carica dell’entusiasmo di un ventenne, insaporita dalla retorica nell’affermare di sognare l’Europa con il Cagliari, c’era tutto l’amore per la sua terra e il rapporto sanguigno con la città.
Tre mesi dopo all’Olimpico di Roma contro i giallorossi, la sua prima fascia di capitano a soli 20 anni 10 mesi e 9 giorni battendo tutti i record per la squadra rossoblu.
E la stessa società ha voluto – nel comunicato ufficiale che ne annunciava la convocazione in azzurro – ribadire stima, affetto e orgoglio per un ragazzo cresciuto nel settore giovanile del club. “Congratulazioni, Nicolò. Orgogliosi di te!”, recitava la nota pubblicata sul sito ufficiale del club rossoblu.
Nicolò ha giocato in tutte le nazionali giovanili, a partire dall’Under 15 sino all’Under 19 dove nel 2016 ha preso parte all’Europeo arrivando al secondo posto. Nel 2016 esordisce con l’Under 20 con la quale nel 2017 partecipa al Mondiale in Corea del Sud dove purtroppo deve abbandonare la competizione a seguito di una frattura al polso rimediata nella seconda partita della fase a gironi, vinta dagli Azzurrini per 2-0 contro il Sudafrica. Nell’agosto 2017 viene convocato per la prima volta nell’Under 21 del CT Gigi Di Biagio dove esordisce il 1º settembre 2017, giocando da titolare nella partita amichevole con la Spagna che si è svolta a Toledo. Viene chiamato per la prima volta in nazionale maggiore dal CT Giampiero Ventura esattamente un mese dopo l’esordio con l’Under-21, per sostituire l’infortunato Marco Verratti nelle ultime 2 partite del girone di qualificazione al Mondiale 2018 in Russia, nelle quali non viene impiegato.
Insomma, un curriculum che per il giovanissimo Nicolò è già colorato d’azzurro. Quasi un segno del destino, perché trasformare i sogni in realtà si può, anche quando a volte ci si mette di mezzo la sfortuna. Perché Nicolò Barella la chiamata della Nazionale maggiore l’ha bramata davvero tanto. “Ricordo l’esordio con l’Under 15 in Belgio, il cuore batteva a mille, il mio obiettivo è la Nazionale maggiore, un sogno proprio”, raccontava solo qualche mese fa.
Nella storia della Nazionale, hanno vestito la maglia dell’Italia soltanto sei calciatori nati in Sardegna. Dopo Cuccureddu, Matteoli, Zola, Sirigu, Cossu e Sau, è arrivato il momento del centrocampista classe ’97, che per tutta la sua carriera avrà il compito di rappresentare anche la sua terra.
Qualità, quelle di Barella, che non sono di certo passate inosservate alle big della nostra Serie A: Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo del Milan, lo ha seguito più volte da vicino e la scorsa estate ha provato a portarlo in rossonero. Ma la concorrenza è agguerrita: la Roma ha messo gli occhi prima di tutti sul ragazzo, che piace tantissimo anche alla Juventus. Durante lo scorso calciomercato, infatti, la società bianconera ha effettuato più di un semplice sondaggio con il Cagliari, che però al momento non sembra intenzionato a privarsi del ragazzo. Che deve maturare e perfezionarsi in Sardegna: la ricorsa verso l’alto è appena cominciata e quella azzurra ha tanto l’impressione di essere solo la prima tappa di un lungo viaggio.