di Desirè Sara Serventi
Usufruire del Servizio Sanitario Nazionale in Italia sta diventando una impresa titanica. Sono sempre più infatti, le persone che, loro malgrado, sono costrette a rivolgersi al privato per potersi curare, o semplicemente per fare degli esami di fondamentale importanza. Mettere mano nel portafoglio, sembra ormai diventata un’abitudine per i cittadini italiani che, se necessitano tempestivamente di uno specialista non possono contare certamente sul servizio pubblico, dove le lunghe liste d’attesa non fanno presagire niente di buono. Rivolgersi al privato il più delle volte comporta una spesa elevata, considerando che molti specialisti applicano dei prezzi proibitivi. C’è poco da dire, curarsi sta diventano un lusso ed è per questo che sempre più famiglie sono costrette a indebitarsi se vogliono guarire o migliorare la loro situazione. Attribuire la colpa a tali disagi non è difficile, i tagli applicati alla Sanità non possono essere fatti in modo così drastico, e chi dovrebbe tutelare il popolo invece, dall’alto del loro grande stipendio, asseriscono che i tagli sono inevitabili perché solo così è possibile eliminare inutili sprechi, potendo quindi investire i soldi per curare tutta la popolazione. Sarebbe forse troppo democratico fare dei tagli sulle agevolazioni che si regalano, invece che, andare a colpire sul popolo che a stento arriva a fine mese. Non è il mondo della politica, che deve definire quali sono i criteri dell’appropriatezza clinica, la figura del medico inizia a barcollare, e con esso l’autonomia con cui dovrebbero occuparsi dei pazienti. Chi dovrebbe rappresentare il popolo così facendo crea una sorta di selezione naturale, in cui chi può permettersi di pagare gli esami e le cure le farà, gli altri si possono rassegnare. Fa sorridere il fatto che chi determina i tagli di fatto non solo non sborsa un solo centesimo per esami e cure mediche, ma non deve nemmeno preoccuparsi delle liste d’attesa. Il problema è proprio questo, chi sta al governo non lo sa, e come tale, non potrebbero nemmeno permettersi di mettere le mani nella Sanità, in compenso però, potrebbero dare una spuntatina ai loro stipendi, fare qualche rinuncia a tutte le agevolazioni che si regalano. I sacrifici si fanno insieme al popolo, perché è solo così che potrebbero riacquistare quel briciolo di dignità e orgoglio, che probabilmente hanno perduto, o che forse non hanno mai avuto!