di Massimiliano Perlato
«È “il giorno del giudizio” di Salvatore Satta il libro “sardo” più amato dai sardi.»
È questo che si legge nella prima di copertina della rivista bimestrale Sardina Post Magazine(n.11 marzo aprile 2018) che dedica l’intera pagina a “L’Isola delle storie”, e attraverso l’illustrazione di Carol Rollo è inequivocabile il messaggio: su un’isola deserta, piccola, molto piccola, una palma per riposare e per godersi una buona lettura durante una meditazione in solitudine.
L’uomo in solitudine, ma non solitario, è in ottima compagnia: i libri di scrittori sardi del Novecento, come Sergio Atzeni, Giulio Angioni, Grazia Deledda, Antonio Gramsci, Marcello Fois, Giuseppe Dessì, Michela Murgia, Maria Giacobbe, Flavio Soriga, Benvenuto Lobina, Francesco Abate, Salvatore Cambosu, Giuseppe Fiori, Gavino Ledda, Giorgio Todde, Francesco Masala, Bachiso Zizi, Salvatore Mannunzu, Salvatore Niffoi.
In un cielo azzurro volteggiano su nuvolette bianche, ma sulla terra ferma il naufrago ne ha tre: Sergio Atzeni con “Il quinto passo è l’addio” e “Passavamo leggeri sulla terra”, Giuseppe Dessì con il suo “Paese d’ombre”. Però, solo uno è il suo prediletto, in assoluto, e non vi è dubbio alcuno: Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, che simbolicamente pesca dalle acque. E’ pacato e sereno il naufrago. Sì, sa di non essere solo.
Il Magazine Sardinia Post è alla sua undicesima uscita, è un bimestrale di attualità e di costume, così la definisce il suo Direttore responsabile Giovanni Maria Bellu. Diffusa in tutte le edicole della Sardegna, registra una tiratura media di 20.000 copie durante il periodo autunno-inverno e 40.000 copie tra la primavera e l’estate. I suoi lettori sono Sardi e Continentali che se scelgono di viaggiare nelle navi delle compagnie Moby e Tirrenia le trovano all’interno delle cabine come gentile omaggio.
Il 9 marzo 2018, nei locali dell’Ex-MA di via Sonnino a Cagliari, il Direttore Responsabile ha deciso di fare la sua prima presentazione ufficiale e inaugurare il Magazine, dedicando uno spazio importante alla “cronaca culturale”, tra cui l’entrata nella Storia della Letteratura della Sardegna piuttosto tardi se rapportata alla letteratura nazionale. Eppure…un riscatto ha segnato la nostra Terra, isola, forse isolata, ma ricca di preziosi contributi letterari di notevole rilevanza, come dai nomi citati, contando un premio Nobel (ad una donna) nel 1926.
Ebbene, venerdì, la serata ha visto come ospiti la scrittrice Rossana Copez, la sociologa Manola Bacchis autrice del saggio Nel segno del giudizio (Condaghes) e Michela Calledda della libreria Edumondo di via Sulis di Caglairi.
Un incontro informale, sobrio, segnato da un unico filo conduttore: la Cultura. In sala si respirava un’atmosfera partecipata. Così gli interventi dei relatori hanno abbracciato a 360 gradi il valore dellalettura, dei libri, di come i classici rimangano nel cuore e che i Sardi, rispetto al resto d’Italia, sono al di sopra della media nazionale tra i lettori. Record da non sottovalutare, considerando la crisi dell’editoria, e tenendo presente che in Sardegna siamo pochi. Però siamo lettori appassionati, del classico ma anche dei nuovi nomi. “Certo, interviene Rossana Copez, da ex insegnante è importante far notare che l’amore per la lettura va guidato, e se lo si fa i giovani non solo leggono, ma si appassionano e amano la lettura. Compito della scuola, ma anche delle Biblioteche, del personale che le gestisce che dovrebbe promuovere incontri culturali e coinvolgere la cittadinanza con presentazione di libri e non solo. Il sondaggio mostra un esito interessante. E, forse, Salvatore Satta non avrebbe riscosso tanto successo se fosse stato fatto due anni fa. A dimostrazione che, finalmente, oggi, Satta lo si sta riscoprendo anche grazie all’impegno di tante persone, anche della trasmissione della Rai con la lettura de Il giorno del giudizio da parte di Servillo, ma anche del lavoro originale di Manola Bacchis che mostra proprio l’universalità del capolavoro sattiano.”
Dunque, il libro indimenticabile è Il giorno del giudizio di Salvatore Satta (1902-1975), uscito postumo per conto della CEDAM nel 1977 ed entrato nel circuito letterario con un successo “esplosivo” dal febbraio 1979 quando l’Adelphi lo adottò rendendone i diritti editoriali: oltre 6.000 copie vendute in tre mesi! E fu così un trionfo per Satta, per la Sardegna, per l’Italia. La cosa curiosa è che Il giorno del giudizio è l’unica opera letteraria che sia stata tradotta in sedici lingue, toccando confini oltre Oceano, come l’America, l’Australia. Non solo, verrà tradotto in Paesi come la Romania, i Paesi Scandinavi, Slovacchia, oltre la Francia, la Gran Bretagna, la Spagna, e così via. Tutt’oggi è editato principalmente in Italia, in Spagna, in Francia e in Gran Bretagna. Dal 1977 ad oggi abbiamo avuto diciassette lingue, diciassette Paesi, trenta casa editrici e ben quarantuno copertine, ossia edizioni, di cui undici italiane (tre sarde). Tutto questo è possibile leggerlo e ammirarlo in un saggio, “Nel segno del giudizio. L’arte nelle copertine di Salvatore Satta” (Condaghes, 2017) di Manola Bacchis, che dedica proprio in occasione del quarantesimo dalla sua prima uscita uno studio visuale, letterario e artistico al capolavoro della letteratura per eccellenza: Il giorno del giudizio.La stessa autrice ripercorre passaggi importanti per comprendere quanto le immagini siano esplicative nell’evocare non solo il contenuto del libro – come ad esempio l’acquerello di Foiso Fois, o le edizioni spagnole Anagrama con il quadro Trompe l’oeil d’un trompe l’oeil del fiammingo CornelisNorbertusGysbrecths – ma anche le emozioni di chi ha avuto modo di incontrare nel suo percorso Il giorno del giudizio.
Il secondo e terzo posto vede Sergio Atzeni con due dei suoi libri più conosciuti, e, Rossana Copez, con un sorriso, rivolgendosi a Bellu, dice: “chissà cosa avrebbe detto Sergio di questa classifica. Anzi, forse lo so…”
Ma non solo, “il sondaggio, come ha sottolineato Giovanni Maria Bellu, ha mostrato un interesse specifico da parte di una “giuria” variegata che ha partecipato sia online sia per via ordinaria grazie al coinvolgimento di alcune librerie delle quattro province sarde. Ecco perché l’idea è di proseguire annualmente per osservare l’andamento dei gusti e delle passioni dei lettori”. Michela Calledda, aggiunge “l’altro giorno, una cliente che abita all’estero, ignara della classifica, ha acquistato proprio i libri in pole-position. Un caso?”.
Il sondaggio condotto da Sardina Post è stato una riprova del valore universalizzante del capolavoro Il giorno del giudizio, addirittura da portarselo con sé nell’isola deserta. Opera letteraria amata dai più, italiani e stranieri, eppure che ha creato malumori nei concittadini di Satta, come ha ricordato anche il medico, nonché scrittore, Massimo Dadea, anch’egli nuorese. A ricordare la figura di elevatissima rilevanza è stato anche il prof. Paolo Fadda, ormai ultranovantenne, che con memoria ferrea e lucida ha narrato alcuni aneddoti quando conobbe il figlio di Satta, Filippo, docente allora alla Facoltà di Giurisprudenza a Cagliari, proprio successivamente alla morte del padre: “Il dubbio se pubblicare o meno le memorie, oggi grande romanzo della letteratura italiana, era uno dei pensieri constanti della famiglia. E le parole di Massimo Dadea confermano le ragioni. Il passo de Il giorno del giudizio sull’avvento della luce elettrica, che io riportai in un mio libro, irritarono diverse persone, ancora mi domando il perché”.
La serata si è conclusa con un grande auspicio: un invito alla lettura, degli scrittori sardie non solo. E il Magazine Sardinia Post è un veicolo di informazione culturale che ha un grande merito.