IL RECORDMAN SESSANTENNE DALL’IRREFRENABILE VOGLIA DI SCHERZARE: ROBERTO MUSIU E L’ESISTENZA CAMBIATA DAL MORBO DI PARKINSON

Roberto Musiu in gara (Foto Roberto Bertolle)

di Luciano Lisci

Quando ha bussato alla porta della Sa.Spo è stato accolto a braccia aperte. A distanza di otto anni Roberto Musiu ricorda quel giorno come l’inizio di una nuova parentesi di vita sportiva che gli sta regalando tante soddisfazioni. Da sempre appassionato di podismo, Roberto ha tenuto duro anche quando il Parkinson gli ha cambiato l’esistenza. Ma grazie ai continui allenamenti, inizialmente coordinati dal tecnico Antonio Murgia e di seguito dal collega Giuliano Massidda, non solo è riuscito a frenare il decorso della malattia neurodegenerativa, ma ha anche realizzato dei record nazionali.

Inserito nella categoria T 38 (quella che annovera livelli minimi di gravità fisiche) ha miscelato al meglio esperienza e voglia di vincere. A Garbagnate Milanese, nel 2013, ha corso meravigliosamente i 5000 metri: nessuno fino ad oggi è riuscito a superare o eguagliare quella prestazione di 22’58″80. Ma memorabili rimangono tante altre sue performance in distanze come le mezze maratone e i 1500 metri.

Col passare degli anni la sua patologia è passata allo stadio 4 e purtroppo sono sopraggiunte difficoltà nel realizzare i tempi minimi utili per l’accesso ai campionati italiani. Dopo diverse sollecitazioni Roberto ha ottenuto la possibilità di essere riclassificato, passando alla categoria T 36 in occasione degli ultimi italiani societari. E a quel punto si è scatenato nuovamente, abbandonando le lunghe distanze e affinando la preparazione come sprinter.

L’impegno e la costanza nella preparazione paga: qualche settimana fa ad Iglesias, realizza il nuovo record italiano dei 60 metri indoor (11.12). Un’impresa del genere, presa da sola fa già notizia, ma se poi si aggiunge che lo scorso giovedì 8 febbraio ha compiuto 60 anni, allora diventa significativa su come la forza di volontà non conosca barriere.

“Roberto è un esempio per tutti – conferma il suo ex allenatore Antonio Murgia, oggi facente parte del direttivo Sa.Spo – perché continua a tirar fuori grinta e voglia di migliorarsi nonostante il decorso di una patologia di cui conosciamo gli sviluppi”.

Roberto dà lezioni di spensieratezza anche fuori dalla pista di atletica. Da buon e generosissimo zitellone ha organizzato un genetliaco da favola al quale hanno preso parte una cinquantina di persone. “Noi della Sa.Spo eravamo almeno in venti – ha puntualizzato Antonio Murgia – ed è stato molto bello, in particolar modo perché Roberto ha voluto ricordare tutti i momenti bellissimi legati all’atletica, sin da quando, ancora sanissimo, girava le capitali del mondo per le mezze maratone. Qui in Sa:Spo lo ricordiamo per goliardia, scherzi (fatti e subiti) e come portatore sano di buon umore”. Per lo spegnimento delle sessanta candeline erano presenti anche i suoi amici del Centro Parkinson di Cagliari di cui Roberto è socio e preso come modello da imitare da chi è nelle sue stesse condizioni.

Dopo auguri, brindisi e festeggiamenti vari, Roberto si è rimesso in pista per superarsi nuovamente. In casa Sa.Spo sono soddisfattissimi così., ma se arrivasse dell’altro..

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