di Valencia Saba
Verso la fine del 2017, nell’ambito della rassegna “A tu per tu con l’autore”, la libreria Coop del Centro D’Abruzzo di S.Giovanni Teatino (Ch) ha ospitato un atteso appuntamento con la nota scrittrice sarda Cristina Caboni, intervistata da Marina Moretti con l’intervento di Emiliana Congiu, presidente del Circolo “Dimonios” di Abruzzo e Molise.
L’autrice, molto amata per “Il sentiero dei profumi”, “La custode del miele e delle api” e “Il giardino dei fiori segreti” è originaria di San Sperate (Medio Campidano), dove vive col marito e i tre figli, dedicandosi con passione alle api regine dell’azienda apistica di famiglia e alla coltivazione delle rose.
È giunta in Abruzzo per presentare la sua ultima opera, “La rilegatrice di storie perdute”, che sta riscuotendo un notevole successo. Le storie di due donne si intrecciano tra passato e presente, in una trama originale che avvince il lettore e lo accompagna con levità fino al colpo di scena finale.
Per Cristina Caboni il libro rappresenta un rifugio, una esperienza codificata e un messaggio per un destinatario ignoto, un oggetto prezioso, il cartaceo che non può essere sostituito dalla tecnologia. Lei ha ricordato che un tempo si usava anche inserire pagine bianche per consentire al lettore di scrivere proprie riflessioni.
Rispetto ai precedenti, l’autrice sostiene una diversa connotazione del romanzo, indubbiamente di taglio femminile.
Il personaggio del protagonista, lo scrittore Christian Fohr, è stato ispirato dalla figura del pittore Philipp Fohr, che le è rimasto nel cuore. L’opera, che rimanda fra gli altri al Dickens di David Copperfield e de “La piccola Dorrit”, contiene diverse citazioni.
Riguardo alle sue origini, la Caboni è orgogliosa di quanto ha ricevuto dalla sua terra, una diversa provenienza non le avrebbe permesso di scrivere con la medesima intensità. Le sue preferenze in campo letterario spaziano dal romanzo storico, d’avventura, alla narrativa fantasy e per ragazzi, predilige autori come Simonetta Agnello Hornby, Marcello Fois, Eleonora Carta. È una donna delicata e gentile, ma in lei si intuisce la forza dignitosa e paziente che connota sovente l’anima sarda femminile.
Colpisce l’intimo legame che la scrittrice stabilisce con i personaggi dei suoi romanzi, in un rapporto colloquiale che si protrae nel tempo, fatto di suggestioni e vibrazioni dell’animo che testimoniano della rara sensibilità di questa autrice, di cui giustamente la Sardegna può andare orgogliosa.