Avrebbe compiuto 94 anni tra pochi giorni: si è spento a Sassari, nell’ospedale in cui era ricoverato, Ercole Contu, decano dell’archeologia in Sardegna. Era nato a Villanova Tulo nel 1924. Dopo gli studi all’Università di Cagliari con Ranuccio Bianchi Bandinelli, è stato docente di paletnologia all’Università e ha lavorato nelle Soprintendenze archeologiche di Bologna, Cagliari e Sassari. Ha studiato con Doro Levi e collaborato con i più prestigiosi archeologi d’Italia nella ricerca attorno alla preistoria e protostoria del Mediterraneo. Tra le sue prime scoperte, destinate a cambiare la conoscenza della storia più antica della Sardegna, il monumento diMonte d’Accoddi, un imponente altare preistorico a pochi chilometri da Sassari scavato tra il 1952 e il 1958: l’altare è stato utilizzato sin dal 4500 avanti Cristo. Tra i suoi studi ci sono alcuni tra i i siti prenuragici e nuragici più importanti e conosciuti dell’Isola, come i nuraghi Santu Antine a Torralba, Palmavera ad Alghero, Nastasi a Tertenia, La Prisciona ad Arzachena, e poi la necropoli di Anghelu Ruju ad Alghero, i siti di Filigosa e Tamuli a Macomer. Nella sua lunga carriera di archeologo si è occupato anche monumenti di età romana con il palazzo di Re Barbaro a Porto Torres, le stele romane di Valledoria, di Castelsardo e di Viddalba, le tombe romane di capo Testa. Tra i suoi lavori c’è anche la riorganizzazione del Museo archeologico ed etnografico di Sassari. Sempre a Sassari ha insegnato, a partire dal 1970, Antichità sarde nella appena istituita Facoltà di magistero, lasciando nel frattempo i lavori alla Soprintendenza archeologica per dedicarsi completamente all’insegnamento. Nel 1979 è stato eletto preside della Facoltà di magistero, incarico che ha mantenuto sino al 1982. Dal 1990 ha insegnato nella Facoltà di lettere e filosofia e dal 1991 ha presieduto il Consiglio di corso di laurea in lettere. Negli anni ’90 ha fatto parte della Sottocommissione archeologia e storia dell’arte della Commissione nazionale per la formazione e la ricerca nelle scienze umane del Ministero dell’università e della ricerca e della Commissione regionale sarda per la salvaguardia del patrimonio archeologico industriale; ha anche presieduto la Commissione lingua e cultura sarda per la predisposizione della legge regionale sarda sulla “Promozione e valorizzazione della Lingua e della Cultura della Sardegna”, approvata nel 1997. Tra le sue pubblicazioni si sono molti scritti divulgativi destinati a far conoscere l’archeologia al grande pubblico come “La Sardegna preistorica e nuragica”, “La Sardegna prima dei nuraghi” e “La Sardegna dei nuraghi” pubblicati per edizioni Chiarella. È andato in pensione nel 1997 e nel 2003 è divenuto docente emerito con decreto del ministro della Pubblica Istruzione. È stato membro di numerose istituzioni scientifiche fra cui l’Istituto italiano di preistoria e protostoria, l’Istituto di studi etruschi e italici, l’Istituto italiano di paleontologia umana, la Societé préhistorique française e la Deputazione di storia patria per la Sardegna. Appena pochi mesi fa Ercole Contu è stato protagonista di una mostra fotografica e documentaria, “Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei vasi tetrapodi”, ospitata ad Alghero e dedicata all’eccezionale ritrovamento della domus de janas algherese: la tomba, rimasta integra per millenni, è stata scavata da Contu nella fine degli anni Cinquanta e ha restituito ben 447 reperti di varie epoche, dal Neolitico sino all’età del Bronzo.