DAL MOMA DI NEW YORK ALLA XXII TRIENNALE DI MILANO DEL 2019: IL RITORNO “A CASA” DELLA SASSARESE PAOLA ANTONELLI

ph: Paola Antonelli

di Anna Chiara Sacchi

È un ritorno. Non solo a Milano, dove ha vissuto e studiato. Ma alla Triennale: qui, giovanissima allieva di Cino Zucchi al Politecnico, lavorò («come galoppino») alla mostra del 1987, Le Città Immaginate. Un Viaggio in Italia. Era la XVII Triennale. Torna dunque «a casa» Paola Antonelli, sassarese, responsabile per l’architettura e il design al Museum of Modern Art di New York. Le è stata affidata la cura della XXII Esposizione Internazionale del 2019, manifestazione nata negli anni Venti a Monza, sostenuta dal Bureau International des Expositions, abbandonata e poi ripresa nel 2016. Ed è il primo incarico assoluto che la professionista accetta «extra Moma». «Non solo in Italia — rivela — ma in tutto il mondo». Appuntamento dal 1º marzo al 1º settembre 2019. Paola Antonelli, designer e architetto, a New York dal 1994, medaglia Aiga (l’associazione dei designer) nel 2015, tra i 100 big dell’arte secondo «Art Review», lavorerà alla mega esposizione Broken Nature. Design Takes on Human Survival. Questo è il tema scelto dal cda di viale Alemagna. «Confermando la volontà di dare continuità a un importante evento internazionale», commenta Clarice Pecori Giraldi, vicepresidente della Fondazione. Dal suo ufficio a New York, Paola Antonelli risponde a qualche domanda. «Sono molto contenta di aver ricevuto questo importante incarico — dice la donna che ha fatto entrare la chiocciola delle mail nella collezione permanente del museo newyorkese, oltre a 14 videogiochi, tra cui Pac-Man e Tetris —: è il primo che accetto di seguire da quando ho cominciato al MoMA» (e quindi da 23 anni).

Lavorerà all’Esposizione milanese dagli Stati Uniti, «come special project». «Mettendo in mostra» il ruolo del design nell’Human survival, la sopravvivenza sul pianeta, minacciato dal suo abitante più invadente, l’uomo. «Il design — spiega — non è la ricetta per sopravvivere nel nuovo millennio, ma un ingrediente importante in qualsiasi ricetta. È uno strumento a nostra disposizione per avere controllo e consapevolezza del nostro destino». Non svela molto della sua visione; per illustrare il «concept» dell’Esposizione è in programma un incontro a Milano il 13 novembre, «ma — anticipa — come ogni volta in cui sono chiamata a organizzare una mostra sul design, anche in questo caso il mio obiettivo sarà informare, stimolare i visitatori affinché costruiscano i propri strumenti critici e correggano, se necessario, i loro comportamenti, in modo che possano guardare al domani con curiosità e sensibilità».

Sarà un 2018 impegnativo per Paola Antonelli. A Milano sono alte le aspettative. E l’orgoglio di averla «arruolata». «Il suo approccio transdisciplinare — continua la vicepresidente della Triennale — riuscirà ad affrontare una questione fondamentale come la relazione, sempre più instabile, tra uomo e natura». «La migliore scelta possibile», per il governatore Roberto Maroni. Aggiunge il sindaco Giuseppe Sala: «Saprà rendere l’evento unico e di alto livello». Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio, sottolinea «competenza e professionalità». Chiude il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini: «Dopo il successo del 2016, Triennale si dimostra capace di esporre al mondo la propria originale proposta culturale. Milano ribadisce la sua vocazione di laboratorio di innovazione per architettura, design e stile italiano».

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