di Dario Dessì
La vigilia di Natale, i reparti della Brigata Sassari sono impegnati sulla strada di Val Chiana a raggiungere di corsa gli obbiettivi assegnati.
Fin dalla sera del 22 dicembre era in corso un attacco austriaco di proporzioni ed intenzioni tali da minacciare direttamente il dispositivo difensivo del Grappa e del Piave.
Alle truppe attaccanti era stato consegnato un manifestino di propaganda dove si prospettava allettante il possesso delle fertili pianure padane e delle belle donne venete e addirittura la messa di Natale da ascoltare nel Duomo di Vicenza.
La Brigata, dopo aver superato alcune situazioni avverse, riusciva a ristabilire la linea sulle alture di fronte al Col del Rosso e a Col d’Echele.
Il giorno dopo, un continuo ed intenso bombardamento austriaco contribuiva a rendere più “scoppiettante” la festività natalizia.
Battaglia difensiva sull’Altipiano di Asiago.
Tre battaglie ormai, da circa un mese, infuriavano sulla nostra fronte:
1) Sull’altipiano la prima, dove Conrad ci considerava come naufraghi disperatamente aggrappati ai bordi di una nave pericolante.
2) Sul Grappa la seconda, asprissima e sanguinosa, di roccia in roccia, di vetta in vetta, al di fuori di ogni linea preparata.
3) Sul Piave infine la terza, per canali, argini e greti paludosi.
Ma, in nessuno dei tre settori gli Austro. tedeschi erano riusciti a conseguire risultati decisivi.
Pertanto il 18 dicembre ilComando Supremo A-U, dopo un ultimo tentativo fallito di impossessarsi del massiccio del Monte Grappa da parte del gruppo Krauss, aveva deciso la sospensione di qualsiasi ulteriore offensiva.
Solo Conrad era ancora determinato a tentare un ultima carta sugli altipiani e precisamente contro la nostra linea tra il Valbella, il Col del Rosso e il Col d’Echele ed aveva affidato quel compito al famigerato gruppo Kletter, composto da 24 battaglioni e mezzo più 8 e mezzo di riserva.
Ai soldati austriaci era stato fatto credere che avrebbero potuto festeggiare il Natale nella pianura vicentina. Il martellamento dell’artiglieria era iniziato la sera del 22 dicembre e aveva, sempre più, assunto una formidabile consistenza sino alle prime ore del mattino del 23, quando ebbe inizio l’attacco delle fanterie.
Alla sera, per i fanti italiani, la situazione era diventata gravissima e da ogni parte accorrevano i rinforzi: il 5° reggimento bersaglieri, il 9° reggimento fanteria, il 21° della Volturno, il 24° Reparto d’assalto e, “dulcis in fundo”, la Brigata “Sassari”.
Su vari punti della fronte pattuglie austriache, obbedendo, pare, ad una parola d’ordine di fare larga propaganda di pace in occasione del Santo Natale – si facevano avanti sventolando fazzoletti e gridando: “Arrendetevi, siete circondati”! Ma ad essi i nostri rispondevano intensificando il fuoco.
Anche il giorno 25, quando la serenità della sacra ricorrenza del Natale avrebbe dovuto invitare alla tregua d’armi, la battaglia era ripresa furente tra le due parti.
Durante la notte i fanti delle brigate Toscana, Liguria e Regina combatterono sulla fronte Costalunga – Valbella.
A giorno fatto, a Col del Rosso, i fanti del 151° e i bersaglieri del V sotto la direzione del colonnello Ferigo, comandante della Brigata ‘Sassari’, combatterono strenuamente per ore senza conseguire alcun successo.
Il pensiero dei fanti sardi era, tuttavia, rivolto alle loro madri, al fuoco acceso nel focolare delle loro case e al succulento pranzo natalizio.
A TIE MAMA PENSENDE
“Mama! Sonniu ideale Canto pensando a tie E bidoischinchiddende
Ch’incusta notte bella, Oh! Mama, in custulogu: Su fogu e su porcheddu
Mi apparis che un’istella Gai mi paret sa nieCoghendecrocanteddu
Lughida de nadale. Flamma viva de foguCunrobbalicanzina”.
Pensando a te o mamma
Mamma un sogno ideale Canto pensando a te E vedo schioppettante
Che in questa bella notte Mamma in questo luogo Il fuoco e il porcetto
Mi appari come una stella La neve quasi mi sembra Che cuoce croccantino
Lucente di Natale. Fiamma viva di un fuoco Con roba da leccare.
Intanto il freddo intensissimo aveva messo a dura prova la salute dei combattenti: soprattutto quella dei nuovi arrivati, i ragazzi del 99.
Si verificarono parecchi casi di congelamento.