di Federica Sabiu
Ha iniziato ad accostarsi alla vela da bambino, e da allora non l’ha più lasciata. Ci siamo fatti una chiacchierata con Pietro Sibello, classe 1979, uno dei più importanti velisti italiani. Che, dopo aver partecipato alla precedente edizione dell’America’s Cup, farà probabilmente parte della 36esima edizione del team Luna Rossa prevista per il 2021 in Nuova Zelanda Ha già partecipato alla precedente edizione dell’America’s Cup e farà molto probabilmente parte della 36esima edizione del team Luna Rossa prevista per il 2021 ad Aukland in Nuova Zelanda. E’ ancora tutto top secret, le carte saranno scoperte quando il team di Bertelli capitanato dallo skipper Max Sirena ufficializzerà i membri dell’equipaggio della gara velistica più seguita al mondo. La sede di preparazione all’evento è stata ufficializzata e sarà ancora una volta Cagliari ad ospitare la Ferrari del mare. Pietro Sibello, classe 1979, nasce ad Albenga da papà italiano e mamma tedesca. Il padre velista di alto livello partecipa alle olimpiadi di Monaco del ’72 e trasmette la sua passione ai figli: Pietro mi confessa di avere nel DNA l’entusiasmo per questa disciplina fin da piccolo. Infatti, proprio da bambino farà il suo primo corso estivo di vela dove invogliato dagli istruttori inizierà le prime regate a cui seguiranno parecchi anni di Optimist. Nel frattempo anche il fratello maggiore, Gianfranco, si appassiona ed iniziano la carriera velistica insieme, per molti anni sono stati infatti un team in simbiosi. Per diverso tempo fanno esperienza sul 470, un doppio che vedrà Pietro timoniere e Gianfranco prodiere,ciò gli consentirà di fare esperienza per entrare nei circuiti olimpici. Ma la svolta arriva nel ’96, con l’uscita di una nuova barca, il 49er, molto innovativa per l’epoca, lo scafo con due terrazze e ovviamente due trapezi sarà l’imbarcazione che gli consentirà di farsi notare e di scalare le vette del successo.
Che caratteristiche aveva questa imbarcazione per definirsi innovativa? “Era molto più veloce di tutte e di conseguenza introduceva un nuovo modo di regatare. Innanzitutto aveva il gennaker anziché lo spinnaker (la vela tradizionale per intenderci) e di conseguenza per via del taglio asimmetrico della vela anziché simmetrico gli consentiva di andare non solo più veloce ma anche di avere una navigazione più tattica”.
Con questa barca credono nelle loro capacità, partecipano a due olimpiadi, Atene 2004 e Pechino 2008, quest’ultima rimarrà nella storia. Entrano nella regata finale potenzialmente come secondi ma i danesi davanti a loro rompono l’albero nel riscaldamento a causa del vento forte ed il mare mosso, quindi sono tecnicamente fuori dai giochi e i Sibello a questo punto sperano di tagliare per primi il traguardo. La regata parte ma le condizioni meteo non sono a loro favore ed in prossimità del traguardo scuffiano. Nel frattempo, l’equipaggio danese rientra in porto e contro ogni previsione si rimette in gioco prendendo in prestito la barca dei croati, che non erano qualificati per la regata finale, riuscendo a concludere la gara e ad aggiudicarsi il primo posto. Nel 2009 vincono il titolo di Campioni Europei (medaglia d’oro) e saranno successivamente tre volte bronzo ai campionati mondiali,più dieci vittorie in coppa del mondo. Dopo l’amaro in bocca lasciato dalle olimpiadi di Pechino puntano per le olimpiadi di Londra 2012. Sono già qualificati per partecipare ma Pietro nel 2011 sta poco bene , gli viene diagnosticato un angioma, il CONI non gli permette di partecipare nonostante il parere positivo di molti specialisti consultati,qui finirà la sua carriera olimpica. Le sorprese non sono finite perché nel 2014 arriva Luna Rossa, è la 35esima Coppa America e Pietro lavorerà affianco al team per un anno e mezzo. Ma poco prima di iniziare la costruzione della barca arriva l’inaspettato cambio di regolamento da parte di Oracle (il defender che aveva vinto la precedente coppa),chi vince la coppa insieme al primo sfidante (challenger of record) ha il potere di dettare le regole per la coppa successiva . Oracle ottiene l’appoggio di tutti gli altri sfidanti pur essendo fuori tempo massimo per il cambio regole. Resta fuori Luna Rossa mentre New Zeland pur essendo contraria al cambio regole rimane nei giochi ed essendoci un rapporto di amicizia tra il team italiano e quello neozelandese ci sarà un tipo di collaborazione, infatti alcuni membri del team Luna Rossa saliranno a bordo di New Zeland che quell’anno vincerà la coppa. Luna Rossa diventa il primo sfidante e da allora insieme stanno lavorando per organizzare una coppa diversa dalle ultime due dei catamarani ,per ritornare ai monoscafi con l’idea di ritrovare i valori fondamentali della Coppa America e di far valere il Deed of Gift, il primo documento che ha stipulato le regole della gara che risale al 1887. Essendo stato nel team della precedente edizione farà quasi sicuramente parte anche della nuova edizione che come già detto avrà come base per gli allenamenti Cagliari .
E’ stata scelta ancora una volta Cagliari, perché? “Sicuramente per via del clima,delle temperature, dei venti, permette lo svolgimento dell’attività di allenamento 365 giorni all’anno ,in più e’ una città a misura d’uomo”.
La prossima edizione, la numero 36,sarà in Nuova Zelanda nella primavera del 2021 quali saranno le novità? “Le novità sono tante a partire dall’imbarcazione, e dallo storico sponsor Louis Vuitton Cup che ora sarà la Prada Cup. Per di più ogni team potrà avere due barche a disposizione ”
Parlami della nuova barca, che differenze avrà con la precedente e che cosa ci si aspetta? “Le differenze saranno abissali, innanzitutto stiamo parlando non più di un catamarano(cioè imbarcazione con due scafi a cui eravamo stati abituati nelle ultime edizioni),ma di un monoscafo, le nuove imbarcazioni saranno lunghe circa 22,80 metri con foil da 5 metri l’uno che faranno letteralmente volare l’imbarcazione sull’acqua”.
Questo nuovo concetto di barca promette delle velocità incredibili ed al tempo stesso di manovre corpo a corpo, lo spettacolo è assicurato.
Quando si inizieranno a costruire le nuove barche? “Prima del 31 marzo 2018 saranno pubblicate le regole di classe complete e solo allora tutti gli sfidanti saranno in grado di progettare la nuova barca”
Ho saputo che si tornerà ad utilizzare il vincolo di nazionalità del team, puoi spiegarmi meglio in cosa consiste? “Questo vincolo impone che almeno il 20% dell’equipaggio a bordo sia della nazionalità del team ma non è finita qui,tutto l’equipaggio dovrà risiedere per almeno 180 giorni l’anno nella nazione di riferimento del team per il quale gareggiare”.
Questo nuovo Protocollo sarà veramente trasparente e le regole, assicurano,non cambieranno in corso d’opera, per dare a tutti i challenger la possibilità di prepararsi per tempo. A Gennaio 2018 saranno ufficialmente aperte le iscrizioni per partecipare alla nuova Coppa America, non ci resta che aspettare.
L’intervista è finita, guardo il cielo, la luna è rossa: domani a Cagliari soffierà ancora il maestrale.