di Massimiliano Perlato
L’artista Simona Muzzeddu nata a Gallarate dove vive e lavora, ha elaborato la sua formazione artistica iniziando a frequentare il Liceo Artistico “A.Frattini” di Varese e in seguito l’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano, dove si laurea in Pittura a pieni voti. La sua formazione si è specializzata nel settore della grafica conseguendo il diploma di Multimedia Art Director presso l’Acof di Busto Arsizio e ha svolto per due anni la funzione di “tutor” per il corso di Grafica d’Arte presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera, al fianco della Professoressa Luce Dhelove. Dopo aver frequentato il corso di “Fotografia e still life” alla Mohole Lab di Milano, nasce in Simona Muzzeddu la passione per la Fotografia. Attualmente lavora con diversi linguaggi dalla fotografia dove l’artista cattura l’immediatezza espressiva e allo stesso tempo mette in luce le relazioni tra l’uomo e l’ambiente. Il suo impegno lo si può intendere come una continua ricerca espressiva nei suoi lavori dove analizza l’Uomo e le sue relazioni psico-sociali. Si tratta, considerando il tutto, con una diversa prospettiva di rendere omaggio alla vita e, nello stesso tempo, di cogliere, senza traumi, gli aspetti che la mortificano o la rendono disumana o quasi inaccettabile.
Ed è presso il nuovo Museo di Villa Bernasconi a Cernobbio, dimora del 1906 in stile liberty, che per l’inaugurazione ha scelto di lanciare il Progetto “Liberty Tutti” promosso dal Comune di Cernobbio in partenariato con la Cooperativa Mondo Visione di Cantù, reso possibile grazie ai finanziamenti di Fondazione Cariplo. Simona ha proposto per l’occasione l’opera “Come una farfalla bianca” e fa parte della serie “I cassetti della memoria” “L’opera è stata assemblata su un cassetto ritrovato anni fa facendo un giro per i boschi di fronte a casa mia – racconta Simona -.Negli anni ho raccolto dai boschi diversi cassetti di mobili vecchi che sono stati buttati da persone irrispettose dell’ambiente in cui vivono.”
Simona nell’allestimento ha voluto ricostruire un angolo “intimo” di una casa a cui ha preso parte anche la nonna Maria con la realizzazione di un centrino disposto sul tavolino adiacente all’opera esposta con le musiche di sottofondo creata da Lorenzo Fadda giovane musicista di Tempio Pausania coadiuvato da Roberto Addis. Alla presentazione ha partecipato anche il Prefetto del capoluogo lariano Bruno Corda di origini sassaresi.
Il tema della denuncia ambientale non è nuovo per la Muzzeddu. “L’ho già affrontato diversi anni fa, esattamente nel 2009, con il progetto “Dolls orphan” esposto a Vienna presso lo spazio espositivo AREA 53. Sapevo che un giorno avrei potuto utilizzare questi cassetti creando un opera d’arte interattiva e così finalmente ne ho avuto l’occasione.”
Questo nuovo progetto è la continuazione dei progetti passati dove l’artista si interroga sul senso della vita. “Una domanda su cui si interrogano in molti sin dai tempi dell’antica Grecia. Socrate stesso diceva: «una vita senza ricerche non è degna per l’uomo di essere vissuta». Addirittura per il filosofo greco Zenone di Cizio, fondatore dello stoicismo, «lo scopo della vita è di vivere in accordo con la natura».”
La ricerca introspettiva di Simona passa attraverso la natura per approdare ad una riflessione ben più ampia sulla vita, in un ciclo classico che comprende la nascita, la vita e la morte. “Il mio rapporto con la natura è costante, osservo molto ciò che mi circonda e mi fa venire in mente molte analogie con l’uomo. E questo è un tema che ho già trattato nei progetti precedenti in ‘Borderline, la linea di confine’ del 2012 e in ‘Sarai il mio albero’ nel 2015. Le tracce che la terra mi rilascia sono un cammino introspettivo, mi accompagna nel viaggio dell’interiorità della mia vita attraverso un unico sussurro che è la natura, lei mi trasmette e mi porta passo dopo passo a nuove creazioni. Gli odori, i profumi, gli insetti laboriosi, i suoni che trasmette la fauna sono armonia proprietà curatrice per l’equilibrio della mente e il corpo. Di sicuro mi farò trasportare da ciò che madre terra mi trasmette. Per questo ho pensato di raccogliere materiale della natura dagli insetti, ai frutti degli alberi, fiori e parte di piante da poter resinare creando delle composizioni, cercando di creare una mia armonia e visione che può dare quel senso di curiosità e sospensione del tempo. Il materiale resinato viene poi assemblato su un mio scatto fotografico.”
Simona Muzzeddu, in cui si mantiene forte il legame e al territorio della tradizione sarda, in particolare la zone della Gallura e ad Aggius, luogo d’origine della sua famiglia, per questo specifico lavoro si è avvalsa della collaborazione della classe 4 a A della scuola primaria di Cernobbio.