di Roberta Pilia
Come e da dove cominciare a raccontare l’intenso fine settimana del 4 e 5 novembre, penultima tappa di questo 2017 all’insegna dei 50 anni del Circolo Nuraghe di Losanna?
Ancora più difficile rendere nero su bianco tutte le sfumature emotive che abbiamo provato.
Per questi 50 anni non volevamo un solo evento, ma tutta una serie di manifestazioni, di incontri che mostrassero la vitalità di questa “casa dei sardi”, che ne evidenziassero la continuità nell’innovazione e la longevità.
Non è cosa facile guidare un progetto associazionistico attraverso le ondate di rinnovamento e di cambiamento dell’utenza. Chi non cambia è perduto…
È questo il messaggio che ho colto nella chiacchierata orchestrata da Francesca Fais, intorno alla vita del Nuraghe. Una vita non sempre facile e per niente scontata, una lunga vita vera che tenesse e onorasse i principi fondatori dello statuto: ospitare, aiutare, diffondere la Sardegna e i suoi tanti talenti.
Secondo le fasi storiche migratorie, ha prevalso una funzione rispetto alle altre.
L’analisi di Francesca ha evidenziato in modo esemplare questi diversi periodi, e di conseguenza il ruolo della casa dei sardi, per i sardi.
Francesca, che al Nuraghe è di casa fin dalla sua adolescenza e di cui è stata presidente, è riuscita, prove alla mano, ma anche con molti ricordi e aneddoti, a tracciare non solo il percorso burocratico, ma anche e soprattutto il bisogno che ha portato i sardi della prima generazione a volerla davvero questa casa. E cosa meglio di un nuraghe, la casa dei sardi per antonomasia, poteva diventarne il simbolo?
Come parlare delle emozioni dei ricordi, delle risate, di tutto quello che in un brevissimo lasso di tempo, le parole e le carrellate di foto di documenti autentici hanno risvegliato in chi 50 anni fa c’era e che era presente in sala, fra i quali ben quattro Presidenti? Come trascrivere i commenti e le testimonianze dei rappresentanti dei circoli di Ginevra, di Lucerna e del mondo dell’associazionismo, che immancabilmente hanno riconosciuto e si sono riconosciuti nello stesso percorso? O, come spiegare l’interesse di chi come me, non c’era ancora ma ha riconosciuto subito quei principi fondatori, e ancora, come rendere la malinconia del ricordo di chi non c’è davvero più?
Tra i presenti, quattro i presidenti che si sono succeduti: Gigì Luigi Masia, Rosanna Sale spostatasi da Banari, Francesca Fais, Josiane Masala attualmente in carica.
Tanti i messaggi da parte di rappresentati di associazioni, istituzioni politiche sarde e svizzere, del sindaco di Losanna, della Federazione dei Circoli sardi in svizzera, il cui Presidente, Antonio Mura, era presente.
È stata una serata davvero interessante, un successo, grande successo, ancora più grande, ancora più “successoso” perché ha superato tutte le nostre aspettative: serate così ti fanno capire che ne valeva la pena, che il tempo non è andato sprecato, che le energie erano quelle buone, che le discussioni andavano nella giusta direzione anche quando niente sembrava andare nella giusta direzione e lo sconforto e la stanchezza volevano avere la meglio.
È stato davvero bello ritrovare certamente la gente sarda, di tutte le generazioni, ma anche amici “altri”, fedeli, mai spaventati dall’idea di dover affrontare momenti culturali spesso sconosciuti e di non sempre facile fruizione, come pensavo sarebbe successo con il Cuncordu Santu Nigola di Nughedu S.Nicola- SS, che con le sue meravigliose voci ha fatto da cornice alla chiacchierata di Francesca, rendendo, come se non bastasse, ancora più struggenti le emozioni e i ricordi.
Dopo le parole, dopo i canti, spazio alla convivialità e all’ospitalità, regola prima e primaria di ogni sardo che si rispetti e a maggior ragione di un circolo per cui l’ospitalità è una delle sue principali attività: pecora in cappotto come pezzo forte della cena e papassine genuine appena sfornate con amore in Svizzera, il tutto innaffiato come si deve con vini d.o.c. .
L’emozione dei ricordi si è protratta domenica 5 novembre nella chiesa cattolica del Valentin dove, durante la messa celebrata da don Michele, il direttivo ha rivolto un messaggio di ringraziamento e il Cuncordu, grazie ad un’ottima acustica, ha definitivamente conquistato i cuori e l’udito dei sardi e dei tanti italiani presenti.
Sardi nel mondo. Buon proseguimento agli amici di Losanna.