Segreteria Organizzativa
Simonetta Corongiu ,Carla Puligheddu, Carla Medau, Rita Corda, Rita Mameli
Come uscire da questo “empasse”, considerato che quasi tutte le forze politiche si sono dichiarate favorevoli alla doppia preferenza di genere? C’è da dire che il testo all’ esame del Consiglio Regionale il giorno 14 novembre non è stato quello esitato dalla Commissione il 28 settembre scorso. L ‘originario progetto di legge propagandato a “grancassa” come una conquista e la vittoria di una battaglia promossa dal movimento femminile degli ultimi anni in Sardegna – si snodava in tre articoli: Art. 1 disponeva che nelle liste circoscrizionali con due soli candidati venissero rappresentati entrambi i generi a pena di inammissibilità. Art. 2 disciplinava le modalità che consentono all’elettore di esprimere fino a due preferenze per i due generi diversi . Art. 3 disponeva l’obbligo della presenza paritaria di genere nei programmi e nei messaggi di comunicazione politica in occasione delle elezioni regionali.
Cos’è accaduto subito dopo? La novità è che molti consiglieri regionali hanno lavorato alla proposizione di un emendamento di sintesi nel quale si prevede il 50% delle donne nelle liste e, con un arrotondamento in incremento, a un numero pari di seggi elettorali e un raddoppio dei seggi dell’ Ogliastra che da due ( già numero pari ) si proponeva passassero a 4. Tale proposta ha determinato la necessità di approfondire la discussione sui possibili ed inevitabili disequilibri territoriali specie nel collegi più piccoli.
E’ evidente che la Legge Statutaria ha bisogno di una manutenzione straordinaria che dia voce a circa 100.000 cittadini rimasti senza rappresentanza MA non sarebbe male che iniziasse a farlo con l’introduzione immediata della doppia preferenza riconoscendo il diritto delle donne, doppiamente penalizzate come cittadine ed in particolare come genere femminile.
A questo punto la soluzione è molto semplice, è sufficiente che i capigruppo si accordino per superare l’emendamento proposto dai sette consiglieri e ritornino al testo licenziato dalla Commissione perché venga approvato. Il minimo sindacale per rendere giustizia alla parità di accesso alle liste elettorali e alle cariche elettive delle cittadine e dei cittadini .