di Gonaria Floris, Simone Pisano, Paolo Pulina
Ad Alessandria il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”, domenica 8 ottobre 2017, presso la sede sociale, ha organizzato un incontro sulla figura di Grazia Deledda a 90 anni dal Premio Nobel per la letteratura per l’anno 1926 consegnatole a Stoccolma il 10 dicembre 1927. Dopo i saluti del presidente del Circolo, Sebastiano Tettei, e del coordinatore dei Circoli F.A.S.I. del Nord Ovest, Renzo Caddeo, sono seguite le relazioni, di cui si dà una breve sintesi.
Gonaria Floris (professore associato di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Cagliari)
Ho inteso tracciare un essenziale bilancio dei contributi editoriali e critici sulla vita e l’opera della scrittrice durante il trascorso decennio. Questi son stati caratterizzati, in primo luogo, dall’importante traguardo, nonché riconoscimento istituzionale, del varo dell’Edizione Nazionale dei suoi scritti e, quasi a complemento per il più vasto pubblico, dal rilancio editoriale dei romanzi e novelle, grazie all’iniziativa dell’editrice nuorese Ilisso.
Con gli arricchimenti e i chiarimenti relativi alla corrispondenza epistolare (vedi soprattutto la messa in luce da parte di Roberta Masini di ben 91 lettere inedite ad Angelo De Gubernatis), in particolare, l’ultimo biennio ha visto la pubblicazione di una serie di lavori di tipo più o meno documentario o romanzato, che illuminano la biografia di Grazia Deledda tra vissuto e immaginario letterario: da Marcello Fois a Maria Elvira Ciusa, da Luciano Marrocu a Rossana Dedola.
Più specificamente, le monografie o gli atti dei convegni più significativi pubblicati nell’ultimo decennio e già svoltisi a Cagliari Sassari e Nuoro, hanno per un verso allargato la dimensione europea della Deledda, alla luce dei suoi contatti o precisi legami con altri autori e artisti, editori o traduttori; per un altro verso, ne hanno sottolineato la modernità (valgano da esempio, Margherita Heyer Caput nel suo “Dance of Modernity” e Giovanna Cerina nell’introduzione e cura dei sei volumi di “Novelle” per l’Ilisso).
Più intrinsecamente, gli studi più recenti hanno mirato ad approfondire il metodo narrativo e morale della Deledda, al fine di ricercare le ragioni più autentiche della sua poetica dell’Eros, la cui impossibile realizzazione trova ineludibili riscontri storici e sociali rispetto ai quali l’immaginazione deleddiana agisce da letteraria compensazione.
Simone Pisano (docente di Linguistica Applicata e Fonetica e Fonologia presso l’ Università “Guglielmo Marconi” di Roma)
Ho fatto riferimento al mio saggio “Onomastica, valori tradizionali e identità sessuale in ‘Marianna Sirca’ di Grazia Deledda: qualche riflessione”, pubblicato nel n. XIV (2012) de “il Nome nel testo”, rivista internazionale di onomastica letteraria
https://www.academia.edu/8594638/
ONOMASTICA_VALORI_TRADIZIONALI_E_IDENTIT%C3%80_
SESSUALE_IN_MARIANNA_SIRCA_DI_GRAZIA_DELEDDA_QUALCHE_RIFLESSIONE_
in_Il_nome_nel_Testo_XIV_2012_pp._125-138
che ho concluso con queste osservazioni: “Le scelte onomastiche operate nel romanzo ‘Marianna Sirca’ appaiono accordarsi felicemente con gli strumenti espressivi che la scrittrice aveva raggiunto in questa fortunata fase della sua produzione letteraria. Credo sia opportuno notare come alla ra?natezza delle scelte onomastiche della scrittrice nuorese faccia da pendant una piena maturità per quel che riguarda le proprie scelte linguistiche. In questo, forse più che in altri romanzi del periodo, un registro alto e lirico, tipico di alcune descrizioni paesistiche e un altro, più aderente al parlato, riscontrabile soprattutto nei dialoghi, raggiungono un notevole equilibrio. La scrittrice dunque, nonostante dimori ormai abitualmente lontano dalla propria terra d’origine e sia immersa in una realtà completamente diversa da quella nuorese, continua a pensare anche in sardo (la Deledda era sardofona e lo rimase sempre, come anche attestano alcune testimonianze familiari).
La piena coscienza di questa sua duplice formazione, la capacità di incanalare artisticamente i diversi tasselli del suo eterogeneo patrimonio linguistico, diventano punti di forza della sua produzione letteraria”.
Paolo Pulina (giornalista pubblicista, vicepresidente e responsabile Cultura/Informazione della F.A.S.I.)
La scrittrice sarda Premio Nobel per la Letteratura per l’anno 1926 ha rischiato di scomparire dai programmi dei concorsi scolastici, dalle antologie della letteratura italiana ma rimane ben salda nelle insegne delle associazioni che nel mondo raggruppano i rappresentanti dell’emigrazione sarda organizzata. Su oltre 120 Circoli sardi nell’Italia continentale, in Europa e in tutti gli altri continenti, sono stati intestati alla Deledda: un circolo sardo in Argentina (Mar della Plata-provincia di Buenos Aires); in Belgio (Genk); in Brasile (Capocabana-Rio de Janeiro); in Francia (Fameck; Lione); Germania (Wolfsburg).
Nell’Italia continentale sonno intitolati a suo nome nove Circoli: quelli di La Spezia, Magenta, Parma, Pinerolo, Pisa, Saronno, Ventimiglia e Vicenza; ultimamente anche Ciampino.
Tra le numerose iniziative della F.A.S.I. dell’anno 2006 ho ricordato il volume da me curato con Gianluca Bavagnoli “Grazia Deledda a 80 anni dal Premio Nobel per la letteratura: atti del seminario di studi, Pavia, Biblioteca Universitaria, Salone Teresiano, 23 giugno 2006” (Pavia, Nuova Tipografia Popolare, 2006, pp.64).
Nel mio saggio in quel volume e in successivi interventi (si veda in questo sito
ho inteso contrastare i denigratori (compreso il “collega” Premio Nobel Gabriel García Marquez) della qualità letteraria delle opere della Deledda, considerata scrittrice non meritevole di un riconoscimento internazionale come il Premio Nobel per la Letteratura.
Fra gli ultimi convegni su Grazia Deledda organizzati dai Circoli sardi ne ho segnalato tre cui ho partecipato come moderatore (Saronno, 28 maggio 2016, si veda, in questo sito il mio resoconto:
Rivoli, 18 dicembre 2016, si veda, in questo sito, il mio resoconto, :
Milano, 17 febbraio 2017, per la presentazione del libro di Giambernardo Piroddi “Grazia Deledda e il ‘Corriere della Sera’”; si veda, in questo sito, il resoconto di Sergio Portas:
Ho chiuso citando il contributo concreto che la F.A.S.I. ha inteso dare alla celebrazione dell’Anno Deleddiano (90 anni dall’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 1926 e 80 anni dalla morte), per rendere onore alla grande scrittrice sarda: premi per tesi di laurea sulla Deledda discusse nell’anno accademico 2017-2018 nei dipartimenti di studi letterari delle Università “continentali: si veda, in questo sito: