Caterina Murino, nata a Cagliari il 15 settembre 1977, è attrice, modella, showgirl e, di recente, anche produttrice di una linea di gioielli. Persona gioviale ed estremamente affabile è donna di incredibile bellezza, tant’è che più volte è stata accostata allo stereotipo di bellezza sarda. Professionalmente, inizia a farsi conoscere nel 1997, quando arriva quinta al concorso di Miss Italia. Tuttavia, dopo piccole parti in fiction tv si trasferisce in Francia, dove matura esperienze in ambito cinematografico e teatrale, sino a divenire, nel 2006, la Bond girl di”Casino Royale“: è un successo mondiale. Impegnata nel sociale e attenta ai problemi dell’Africa, Caterina Murino è testimonial per Amref e, dopo un viaggio in Kenya, passato a osservare la pesante situazione nelle scuole del luogo, nel 2009 presta la sua immagine per la campagna pubblicitaria a favore del progetto “Adotta un ambasciatore”. Da sempre vicina alla sua terra, ai sui valori e alla sua gente, l’abbiamo incontrata per discutere in merito al suo legame con la Sardegna e per approfondire alcuni aspetti della sua quotidianità.
Attrice, modella, showgirl e adesso anche produttrice di una linea di gioielli. Una vita piena di interessi, ma chi è Caterina Murino nella vita privata? Difficile rispondere, credo solamente che solamente le persone che mi conoscono più a fondo possano dare una risposta a questa domanda. Mi vedo come una donna che non si ferma mai, che si fa abbattere dalle avversità della vita, ma solo per ventiquattro ore, poi riprende in mano le armi e continua il suo cammino. Credo ingenuamente nell’intelligenza e nella bontà delle persone che incontro. Quindi, immaginate bene la mia grande delusione quotidiana!
Cos’è cambiato dalla tue prime apparizioni in TV a oggi e quali sono le esperienze di cui hai fatto tesoro? In venti anni di carriera, ciò che è cambiato maggiormente, sono le aspettative. Ora ho uno sguardo più distaccato e pondero in maniera diversa tutte le proposte. Non mi sono mai gettata su tutto ciò che mi è stato proposto, e credo che questo sia sempre stato chiaro agli occhi di tutti. Oggi faccio ancora altre riflessioni.
C’è stata una guida o un modello al quale ti sei ispirata nel corso o della tua vita professionale? No, nessun modello. Ho avuto una guida, ma per poco tempo, ahimè. Il mio primo agente francese, che è passato a miglior vita oramai otto anni fa. Sicuramente mi manca una presenza simile ed è estremamente faticoso sbagliare da soli.
Vivi a Parigi da più di dieci anni, quali sono i tuoi legami con la Sardegna e quali tra atteggiamenti, pensieri, modi di vivere o di fare, rispecchiano maggiormente la tua sardità? Raccontaci qualche aneddoto. Sono arrivata a Parigi nel 2003 e da allora questa città non mi ha mai stancata. Credo che la mia sardità, intrinseca in me, mi abbia aiutato nelle difficoltà tipiche di questo mestiere. L’essere tenace, non mollare innanzi alle avversità e avere delle radici ben salde, sono diamanti preziosi in una vita. D’altro canto l’essere testardi e inamovibili (come un nuraghe) a volte può essere sconveniente.
Perché hai scelto di vivere a Parigi? Il perché di Parigi e della Francia è interamente legato al mio mestiere. Dal primo film ” L’Enquete Corse” le proposte si sono susseguite, allora ci sono rimasta.
Cosa c’è nel tuo futuro? Magari lo sapessi!!!!
Vivere fuori dalla Sardegna ti ha permesso di avere maggiore obiettività in merito alle considerazioni sull’attuale condizione della nostra Isola. Se potessi, cosa cambieresti? Sicuramente stando lontana dalla tua Terra natale hai una visione più completa e obiettiva. Ho sempre amato la Sardegna ma negli ultimi quindici anni ancor più di prima. Tra tutti i nostri pregi, credo che l’integrità del nostro popolo sia quello che mi tocca più profondamente. Forse perché è cosi raro vederlo negli altri, che tendono ad andare dove tira il vento. Noi invece no. Le nostre radici non ce lo permettono. L’unica cosa che probabilmente cambierei è la propensione e vocazione turistica. Una maggiore apertura, non certo a un turismo di massa come nelle altre isole del Mediterraneo (si salvi chi può !), ma una via di mezzo, ci aiuterebbe a vivere meglio traendo vantaggio dalle meraviglie della nostra isola.
Una “cosa” che ti manca della Sardegna e una che non ti manca per niente? Sicuramente il colore del cielo, il nostro cibo e la nostra cordialità discreta. Ciò che non mi manca per niente è l’invidia cieca e sorda nei confronti dei nostri “fratelli”. Credo unico cancro della società sarda.
Parliamo per un momento di sardi all’estero. Nel corso della tua esperienza di vita avrai sicuramente avuto modo di avere a che fare con qualcuno di loro. Cos’hanno di diverso rispetto agli altri emigrati? Purtroppo li ho sempre incontrati per poco tempo nel corso di alcune serate, difficile farsi un’opinione in merito.
L’ultima domanda è ormai una consuetudine. Che consiglio ti senti di dare a un giovane sardo? Non aver paura del mondo, se le valigie sono solide, come quelle che solo le famiglie sarde sanno dare. Andare, esplorare, essere. Siate certi che la sardità non vi abbandonerà mai.
Incontrata tutti gli anni alla serata di gala dell”Unesco , veramente bella, simpatica e molto cordiale, una vera sarda