di Bruno Culeddu
“Padre Padrone” oggi.
Quarant’anni dopo la straordinaria e clamorosa vittoria della Palma d’Oro a Cannes, Sergio Naitza ha riportato in Sardegna Omero Antonutti e Saverio Marconi per ritrovare con Gavino Ledda memorie, luoghi e ricordi del capolavoro di Paolo e Vittorio Taviani.
L’emozionante backstage di una delle opere più rappresentative del cinema italiano ha originato il documentario “DALLA QUERCIA ALLA PALMA. i quaranta anni di Padre Padrone.” che il regista nuorese presenterà in anteprima alla Festa del Cinema di Roma ai primi di novembre nella sezione Riflessi del Cinefest.
“L’idea è quella di rivisitare un film che ha segnato un momento importante del cinema nazionale e internazionale e che per anni ha lasciato un riverbero di polemiche in Sardegna – ha dichiarato Sergio Naitza – 40 anni sono un tempo sufficiente per rielaborare l’esperienza di chi ha lavorato in quel film rimettendo insieme in un unico coro i registi, ovvero i fratelli Taviani, lo scrittore Gavino Ledda, i protagonisti Omero Antonutti (il padre padrone) e Saverio Marconi (il Gavino Ledda adulto) e venti delle circa trenta comparse, tra cui un giovanissimo Nanni Moretti a cui era stato affidato un piccolo ruolo”.Sui luoghi del set, tra Sassari e Cargeghe, i protagonisti Omero Antonutti e Saverio Marconi hanno ripercorso sul filo della memoria aneddoti, curiosità, emozioni e atmosfere che sono rimaste nel cuore di tutti. Il compito di aprire il cassetto dei ricordi è stato affidato ai fratelli Taviani. A Gavino Ledda quello di collegare le tante voci, fra le altre anche quella di Nanni Moretti che ricoprì il ruolo di Cesare, il commilitone che aiuta Gavino a farsi una cultura, per uno stimolante contrappunto tra parola letteraria e immagine filmica.
“DALLA QUERCIA ALLA PALMA. I quaranta anni di Padre Padrone” è un film prodotto da Karel Film and Video production, con la collaborazione della sede regionale Rai per la Sardegna e della Società Umanitaria-Cineteca sarda, con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission. La fotografia è di Luca Melis, il montaggio di Davide Melis.