di Federica Landis
Casteddaia doc, classe 1986. Silvia Scalas ha compiuto trentuno anni e da sette vive in Olanda, a Maastricht. Qui Silvia si è trasferita un pò per caso, per curiosità e per trovare delle opportunità che in Sardegna non avrebbe trovato. «Ho sempre pensato che prima o poi sarei partita dalla Sardegna – racconta– almeno per vedere come si sta fuori. Noi sardi abbiamo questa indole di viaggiatori. Ho scelto di trasferirmi a Maastricht perché fortunatamente avevo un appoggio – prosegue – poi una volta qui ho iniziato a cercare lavoro e dopo un mese l’ho trovato». Da sette anni, infatti, Silvia lavora per la Mercedes come rappresentante del servizio clienti e tra poco cambierà azienda pur rimanendo nello stesso ambito di lavoro.
Il lavoro prima di ogni cosa per Silvia, anche se nella sua vita c’è una forza che la spinge a lottare per i suoi sogni e a provare a realizzarli: la passione per il canto. Artista lo è sempre stata, spiega, sin da piccola. Dopo il diploma linguistico al Liceo Eleonora D’Arborea, si iscrive al corso di laurea in Beni Culturali ma l’amore per la musica è forte al punto che lascia l’università e inizia a girare la Sardegna con il suo gruppo musicale. Un lavoro che la soddisfa e le permette di mantenersi in una città che – come spiega – è grande quanto Cagliari ma con delle grandi differenze, a partire dalla grande multiculturalità che si respira, e poi, la possibilità di imparare sui banchi di scuola ciò che lei ha sempre fatto per passione: cantare. Due anni fa, infatti, Silvia si è iscritta al conservatorio di musica per studiare canto jazz.
Questa vita all’estero è certo ricca di soddisfazioni ma Silvia ogni tanto deve fare i conti con la nostalgia, un male che affligge spesso i sardi quando si allontanano dalla loro terra. «La Sardegna mi manca ogni giorno – racconta – mi manca il mare e il sole, soprattutto perché qui il clima non è dei migliori e il tempo cambia in modo repentino». Una nostalgia che non lascia scampo e contro la quale Silvia usa un metodo molto semplice: «Ascolto la musica sarda, soprattutto la contemporanea come quella di Rossella Faa di cui ho proposto anche qualche brano in conservatorio». Nostalgia a parte, Silvia è ben felice della sua scelta di vita con i pro e i contro di una vita da emigrata fatta di partenze e di lontananze da amici e familiari. Una scelta che rifarebbe di nuovo perché, dice: «Bisogna buttarsi, provare e non avere paura. Io sono partita lasciando a casa una madre protettiva che non avrebbe voluto lasciarmi andare, ma sono qui». E quando le si chiede se pensa ad un suo ritorno definitivo a Cagliari, risponde così: «Fosse per me ritornerei anche adesso. Mollerei tutto ma quello che sto facendo ora è accumulare quanta più esperienza possibile qui per poi magari un giorno provare a ritornare a casa».
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