Il futuro è rosa e inizia oggi. Forse. Dopo aver combattuto perché la Sardegna uscisse dalla vergognosa situazione in cui in Consiglio sono presenti solo 4 donne su 60 consiglieri e in cui ogni possibile ostacolo è stato opposto negli anni all’introduzione dello strumento che permette il cambiamento per un riequilibrio di genere nell’organo rappresentativo dell’Isola, oggi la Prima Commissionedel Consiglio Regionale ha approvato la norma che introduce il sistema della doppia preferenza di genere. A votare a favore sono stati tutti i componenti della Prima Commissione, eccettuato il rappresentante del gruppo PSdAz. Ora la decisione spetta al Consiglio.
In Sardegna la richiesta di introduzione del sistema era stata già fatta con manifestazioni pubbliche nel 2013. La Regione però, dopo rassicurazioni e rimandi, la bocciò con un discutibile voto segreto. Le stesse rassicurazioni hanno continuato a farsi anche in questi mesi, dopo che Heminas ha mobilitato un flash mob davanti al Consiglio il 27 aprile e che varie associazioni si sono mosse per chiedere l’approvazione della norma della cui proposta presentata ad inizio legislatura è prima firmataria la Consigliera Anna Maria Busia. L’interesse e l’attenzione suscitata sono stati enormi. Non solo per le oltre 12 mila e trecento adesioni al gruppo Facebook, ma anche per il sostegno della Presidente della Camera Laura Boldrini alla lotta di Heminas eper il dichiarato interesse del Consiglio manifestato con un incontro in cui siamo state chiamate davanti alla Commissione Riforme il 20 giugno. Tuttavia, a seguito dei continui rimandi, si era aveva sollevato il timore che si trattasse di promesse che sarebbero state disattese. È di questi minuti, invece, la felice notizia che la norma è stata approvata in Prima Commissione.
Il sistema proposto dalla modifica consente il riequilibrio di genere senza imposizioni. Chi vota, conserva la piena libertà di esprimerne una sola preferenza, scegliendo tra candidate e candidati, e solo nell’ipotesi in cui si decida di esprimere una seconda preferenza, si dovrà scegliere tra persone della stessa lista di sesso diverso da quello della prima. La Corte Costituzionale (con sentenza n.4 del 2010) ha definito questo sistema “non solo corretto, ma doveroso da parte del legislatore nazionale e regionale”.
Sta al Consiglio adesso riscrivere una realtà in cui anche le donne siano rappresentate là dove si decide il futuro della Sardegna. Un futuro più giusto in nome di un equilibrio di genere che sinora non è stato realizzato.
HEMINAS