La Sardegna si scopre amante del suo immenso, prezioso patrimonio antico: nell’anno passato quasi un sardo su tre è stato in almeno un sito archeologico. Conosciamo e visitiamo i nostri tesori più di quanto non facciano le altre regioni italiane, dove si registra una media del 29,9% di visitatori: un punto in meno rispetto al nostro 30,8%. Molti di più, invece, quelli che sono stati in 2 o 3 siti archeologici, ben il 78%, mentre 8 sardi su cento dichiarano di esserci stati più di 7 volte nell’arco dell’anno.
I numeri arrivano da Istat e del Ministero dei beni, attività culturali e turismo e sono stati messi insieme nel report regionale di Sardegna Statistiche appena messo in rete dalla Regione nel portale istituzionale rinnovato.
Belle sorprese dunque sul fronte della fruizione dei beni archeologici isolani: contiamo 36 siti tra strutture prenuragiche, torri, villaggi e santuari nuragici, necropoli e città fenicie, puniche e romane gestiti direttamente dal Ministero dei Beni culturali o tramite comuni e cooperative. Tra tutti i più frequentati sono il Museo Archeologico di Cagliari, il Museo Archeologico ‘Giovanni Antonio Sanna’ e l’altare prenuragico di Monte d’Accoddi a Sassari, l’Antiquarium Turritano e la zona archeologica di Porto Torres, la fortezza Su Nuraxi di Barumini, l’area archeologica di Tharros e il Museo civico ‘Giovanni Marongiu’ di Cabras con l’esposizione dei Giganti di Mont’e Prama. Nel complesso, tra residenti e turisti, nel 2016 abbiamo avuto 336 mila visitatori, di cui 213 mila paganti, per un introito di 832.746 di euro; sono quasi 273 mila se consideriamo solo i 9 gestiti dal Polo Museale della Sardegna.
Se a questi aggiungiamo i musei e gli altri luoghi della cultura come pinacoteche e aree religiose arriviamo a oltre mezzo milione, ben 25 mila (il 5%) in più rispetto all’anno precedente, per 1, 4 milioni di euro incassati dalle biglietterie.
La maggior parte dei visitatori nel 2016 si è concentrata nell’area archeologica di Tharros, la cittadina fondata dai fenici intorno all’VIII secolo a.C. su un preesistente villaggio nuragico e usato fino all’età paleocristiana, dove si possono ammirare ancora oggi templi, strade lastricate, case, terme e il tofet, il santuario dei bambini: ben 109 mila visitatori che hanno fatto incassare al Comune di Cabras 317 mila euro; seguono Su Nuraxi di Barumini, alla scoperta del bellissimo e imponente complesso nuragico scavato per la prima volta sessant’anni fa da Giovanni Lilliu, l’unico monumento sardo dichiarato dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, con 81.327 visitatori (la maggior parte stranieri, come assicurano dalla Fondazione Barumini che gestisce il sito), e Nora, città di fondazione fenicia abitata fino a età punica e romana a pochi chilometri da Cagliari, con 69.227 biglietti staccati; benissimo anche per il complesso dedicato a Giuseppe Garibaldi che tra Caprera e La Maddalena ha contato 78 mila presenze. Il Museo Archeologico di Cagliari, complice la presenza delle statue nuragiche di Mont’e Prama, ha registrato quasi 56 mila visitatori.
Certo, siamo ben lontani dai grandissimi numeri del Colosseo, con i suoi 6 milioni e mezzo di turisti, dai 3 milioni e oltre degli scavi di Pompei o dai due milioni di ingressi nella Galleria degli Uffizi, e nessun sito sardo figura nella top 30 dei siti culturali più visitati in Italia; i dati in crescita del 2016 rispetto agli anni precedenti confermano però che i sardi si affezionano sempre più al patrimonio archeologico isolano.
Sui social network, infine, è boom: quasi tutti i musei e siti archeologici hanno una pagina facebook o instagram dove gli utenti lasciano commenti, immagini e recensioni. Tra tutti la pagina di Mibact Sardegna con 9000 follower, il complesso di Barumini con 5300 e il Museo di Cagliari con 5000, il Museo di Cabras con più di 4000 followers. Oltre a queste ci sono le pagine degli appassionati che pubblicano immagini e informazioni: Archeofoto Sardegna raduna circa 20 mila persone appassionate di archeologia sarda.
http://www.sardiniapost.it/
Che fotografia stupenda!
Questa foto e favolosa