A conclusione di un’intensa attività editoriale con le sue Edizioni Iris, Dolores Turchi, affermata studiosa di tradizioni popolari e di etnologia, nonché fondatrice e direttrice di Sardegna mediterranea, si congeda dai suoi affezionati lettori con un romanzo d’esordio. Si tratta di un romanzo scritto negli anni Ottanta ma mai pubblicato, dal titolo Con lo sguardo al passato, un lavoro che l’autrice ha custodito gelosamente nel cassetto dei ricordi, come si fa generalmente per conservare le preziose cose di un passato fatto di ricordi e di esperienze di vita vissuta. E la vita di personaggi realmente vissuti irrompe nel romanzo di Dolores Turchi, un romanzo dal taglio etnografico, le cui vicende si inseriscono e ruotano in uno scenario storico, reale e drammatico intorno al paese di Oliena e dintorni, centro di un microcosmo che fa da scenario a personaggi che si tramandano “un bagaglio di esperienze e di credenze attraverso i racconti dei vecchi – come scrive l’autrice – che si erano creati una precisa filosofia della vita con tutto il bene e il male che essa contiene. E nel bene e nel male, come tutta l’umanità, trascorrevano l’esistenza, lacerati da antichi rancori che talvolta si tramandavano da una generazione all’atra, un’eredità che bisogna trasmettere, come i cromosomi, perché anche la vendetta faceva parte della vita, anzi la rendeva più varia e tormentata”.
Un romanzo, questo di Dolores Turchi, che come in un affascinante intreccio avvenimenti e fatti, abbraccia un secolo di vita vissuta, a partire ultimi anni dell’Ottocento; e lo fa coinvolgendo il lettore in modo gradevole e scorrevole che invita a una lettura “tutta d’un fiato”. Con lo sguardo al passato si presenta come un romanzo popolato di personaggi realmente vissuti, che l’autrice aveva conosciuto in gioventù; personaggi presi nella loro quotidianità con il loro bagaglio di credenze popolari e di racconti che rimasero impressi nella sua mente. Riaffiorano così come dalle nebbie del passato, personaggi semplici ma carichi di umanità. Come tzia Tora e il mistero della sua apparente giovinezza, nonostante le sue ottanta primavere trascorse. Il vecchio tziu Predu, sempre alle prese con la sua fiumana di ricordi legati alle imprese belliche del primo conflitto mondiale. La tragedia di Tatana, che consunta da un male incurabile si avvia alla fine tra fede e nostalgici ricordi giovanili. I coinvolgenti racconti del passato di tzia Ciccia, che catturavano l’attenzione delle ragazze del paese. Il dramma di Tonio, il vecchio servo pastore, che dopo quarantasei anni di onorato servizio presso i vecchi padroni ormai defunti, è sfrattato e cacciato dai figli dello stesso. La disavventura di tzia Peppedda e la sua estrema povertà, che la porta a rompersi volontariamente un braccio per ottenere un modesto indennizzo assicurativo. Passano inoltre in rassegna nel romanzo le figure di Don Giovanni, tziu Brancone, per concludere con la mitica figura del bandito Corbeddu e della sua relazione con una bella giovane del paese che avevo promesso di sposare e da cui ebbe una figlia. Una figlia che il leggendario bandito non conobbe mai. Un colpo di fucile sparato dal carabiniere Aventino Moretti pose, infatti, fine alla sua avventurosa vita. La giovane madre in preda alla disperazione si lasciò morire d’inedia, mentre la figlia venne affidata a una vecchia zia che la allevò in un clima di tristezza e austerità.
Con lo sguardo al passato è l’ultima pubblicazione di Dolores Turchi con le sue edizioni Iris. Un libro con cui la scrittrice, affermata e coscienziosa studiosa di etnologia e tradizioni popolari si congeda dai numerosi e affezionati lettori che l’hanno seguita per anni con lettura dei suoi numerosi libri pubblicati e tramite la rivista da lei fondata e diretta, Sardegna Mediterranea. Numerosi e di grande interesse sono stati anche i libri pubblicati con la Newton Compton: Leggende e racconti popolari della Sardegna (Roma 1984); Maschere, miti e feste della Sardegna (Roma 1990); Samugheo (Roma 1992); Lo sciamanesimo in Sardegna (Roma 2001) e Proverbi sardi di G. Spano (Roma 1996). Per le edizioni Iris ha pubblicato tra gli altri: Preghiere e scongiuri della tradizione popolare sarda (2004); Nughedu Santa Vittoria – Un paese custode delle tradizioni (2007); Ho visto agire s’accabadora (2008). Ha curato inoltre: Max Leopold Wagner – Lingua e cultura sarda (2004); Il culto dei morti in Sardegna e nel bacino del Mediterraneo (1° vol. 2008 – 2° vol. 2013). Signora Turchi, la cessazione della sua attività porta indubbiamente a creare un vuoto nell’attività editoriale sarda. Perché questa decisione? «Il tempo passa inesorabilmente per tutti – dichiara la scrittrice -, sono stanca e non ho più la possibilità di impegnarmi come prima, quindi largo ai giovani». Ha voluto chiudere in bellezza con un libro scritto negli anni Ottanta e mai pubblicato, Con lo sguardo al passato, un romanzo che potrebbe definirsi etnografico, con personaggi le cui vicende hanno per epicentro Oliena e alcuni centri del circondario, come Nuoro, Dorgali, Orgosolo. «Scrivendo il libro non ho avuto assolutamente presenti quei personaggi, non li ho presi come miei maestri, non ho pensato a loro, erano cose che io vedevo di argomenti quotidiani, che però mi avevano colpito in un modo particolare».