Dal 31 Agosto al 5 Settembre il Comune di Posada ospita, nella suggestiva cornice architettonica della Casa delle Dame, ai piedi del Castello della Fava, una splendida mostra fotografica personale del fotografo milanese Ferdinando Longhi. La mostra, patrocinata dall’Amministrazione Comunale di Posada, con la collaborazione della Pro Loco, rende omaggio al lavoro di un maestro della fotografia e a un soggetto particolarmente caro alla memoria storica e culturale del territorio che la ospita, la Baronia della fine degli anni ‘60 e di quasi tutto il decennio degli anni ‘70. Con il suo lavoro Longhi ha realizzato un grande affresco della Sardegna di quegli anni all’indomani del boom economico italiano, tardivamente giunto in queste terre bellissime e amare, a quel tempo teatro di conflitto sociale e di emigrazione interna e verso l’estero, interpretando e raccontando la progressiva trasformazione di una società prevalentemente agropastorale in una società dei consumi, più vicina agli attuali standard di “modernità”, con tutte le sue contraddizioni iconografiche e storiche. L’obbiettivo di Longhi è sempre puntato sull’uomo e sul suo rapporto talora dolente e contradditorio con l’ambiente e con la realtà sociale in cui vive, dalla festa al lavoro, che egli osserva e cristallizza nelle sue opere con lo zelo e l’accuratezza descrittiva di un reporter, con precisione direi quasi “anatomopatologica” nel metodo di indagine e nella capacità di osservazione e, al contempo, con una capacità espressiva di grande impatto emotivo e di particolare poesia. Le sue immagini particolarmente intense di fotografia (neo)realista e intrisa di umanesimo indulgente rivelano, per la tipologia dei soggetti immortalati, una sensibilità rara e documentano lo spaccato di un sociale quotidiano scomparso, per quanto relativamente recente, e una Sardegna rurale rappresentata anche nei suoi aspetti artigianali primordiali, che di fatto non c’è più. I suoi ritratti sono pieni di vigore espressivo intensissimo, trasudano umanità in tutte le sue accezioni più profonde e complesse, tanto estetiche quanto sociali e comportamentali, i suoi paesaggi mai banali colgono con occhio attento e meticoloso tanto connotati storici e naturalistici peculiari quanto aspetti pittorici descrittivi quasi onirici. Un’opera di grande valore artistico e storiografico, insomma, in continua evoluzione dal punto di vista dell’allestimento e che utilizza l’arte della fotografia come una vera e propria “macchina del tempo”. Ferdinando Longhi nasce a Milano il 13 Gennaio 1944 e dal punto di vista artistico ha una storia e una parabola creativa piuttosto variegate. Appassionato di fotografia fin da ragazzo, terminati gli studi nel 1966 viene assunto come assistente presso lo studio fotografico interno della Young & Rubicam Italia, una delle maggiori agenzie di pubblicità dell’epoca, con sede a Milano. Nel 1968 lascia l’agenzia e apre il suo primo studio fotografico sempre in Milano, all’insegna di Studio fotografico Hi Fi, trasformando un’antica passione in una attività professionale impegnativa ma piena di soddisfazioni. Si occupa di Still life, reportage moda, beauty, foto medica industriale e d’architettura, collabora alcune case editrici e negli anni ’80, ormai in un contesto formativo pienamente compiuto e maturo si dedicherà all’insegnamento come docente di fotografia presso un istituto professionale. Negli anni ’90 affronterà la sfida digitale con entusiamo, potendo così sopperire professionalmente in maniera eccellente alle nuove esigenze del mercato. Un artista e un professionista poliedrico che pur adattandosi ai tempi mai tralascerà la passione antica per la fotografia analogica. Numerose le occasioni in cui ha esposto le sue pregevoli e molto apprezzate opere fotografiche: nel Settembre 2013 una Personale presso Autosalone Achilli in Milano, nel Novembre 2013 una Personale presso Studio Leghissa in Milano. A seguire, nel Dicembre 2013, partecipa alla Collettiva – Habitat Umani nel meraviglioso contesto architettonico settecentesco del Palazzo Freganeschi- Pirola, nel centro storico della città di Gorgonzola. Quindi, nel Gennaio 2014 espone presso Villa Olmo in Como, imponente villa neoclassica dell’architetto Simone cantoni, con una Personale dal titolo “Sardegna anni ’70. Genti di Torpè e dintorni”, in concomitanza con un seminario sull’emigrazione sarda organizzato dal Circolo Culturale Ricreativo “Sardegna” dei sardi di Como, che ha visto tra gli ospiti la scrittrice di Oristano Michela Murgia, vincitrice del Premio Campiello 2010. Nell’Aprile 2014 espone nel bellissimo palazzo neoclassico settecentesco Ghirlanda Silva in Brugherio, con una Personale in coppia con Matteo Deiana “Uno sguardo sulla Sardegna”. Ancora nel Giugno 2014 esporrà con una Personale in calendario “Photofestival 2014 – Milano capitale della fotografia” presso lo Spazio Raw in Milano, a cui ho avuto l’onore e il piacere di partecipare anche con una presentazione delle opere esposte. Nel Settembre 2015 presenterà una Personale presso il Salone Esposizioni di Torpè (Nu) in concomitanza con la festa di “Nostra Signora degli Angeli” e nel Settembre 2016 parteciperà con una Personale dal titolo “Amarcord Sardinia” presso il salone espositivo del Comune di Oliena (Nu) in occasione del “Ventennale Cortes Apertas”, in cui sono state esposte e molto apprezzate una parte delle opere contenute in questa mostra posadina. Nel Novembre 2016 con la partecipazione alla Collettiva “London Call” nella Melia White House – Le Dame Gallery Albany St, London e nel Giugno 2017 con la partecipazione al 20 Salon International d’Art Contemporain, Art Shopping Carrousel du Louvre, nel prestigiosissimo contesto del Palazzo del Louvre in Parigi, Ferdinando Longhi porta le sue opere all’attenzione del pubblico e della critica internazionale, ricevendo numerosi plausi e meritata considerazione e affermazione.
Tutte le foto esposte sono in tiratura fine art numerate e certificate Digigraphie by Epson.
L’archivio disponibile “Sardegna anni ‘70” contiene circa 4000 soggetti.
Ringrazio orgogliosamente Ferdinando Longhi per avermi dato la possibilità di commentare buona parte delle opere esposte e di avermi concesso la stesura della presentazione di questa stupenda mostra fotografica. Spero di aver trasmesso, almeno in piccola parte, l’apprezzamento entusiasta e il profondo coinvolgimento affettivo ed emotivo che mi suscitano.