di Giovanni Runchina
Galeotto fu un volo in compagnia del padre, destinazione Roma «avevo quattro anni quando salii per la prima volta su un aereo, fu un colpo di fulmine credo di non essere mai sceso». Passione viscerale, tanto forte da guidarlo in tutte le scelte successive e da dargli quella determinazione che gli ha consentito di scalare tutti i gradini della compagnia «ho iniziato da stagista e sono cresciuto negli anni». Stile asciutto e pratico, Giulio Manunta è il responsabile del Revenue Management di Iberia Express, colosso spagnolo del low cost con 650 dipendenti e quasi 5 milioni di passeggeri all’anno «in utile da cinque anni consecutivi e vincitrice negli ultimi tre del premio come low cost più puntuale del mondo».
La compagnia è sbarcata recentemente in Sardegna con il volo da Baraja (Madrid), quartier generale dell’azienda, all’aeroporto “Mario Mameli” di Cagliari. Un ritorno a casa per il 35enne manager, cagliaritano d’origine, che dopo la laurea in Scienze Economiche conseguita nella facoltà cittadina ha letteralmente spiccato il volo. Prima tappa del viaggio è stata Barcellona per frequentare il master in Aviation Management all’UAB (Universitat Autònoma de Barcelona – ndr). «Vivo all’estero da quasi dieci anni e sono partito per realizzare il mio sogno nel cassetto, lavorare per una compagnia aerea. Sono a Madrid da quattro anni, prima ho vissuto a Palma di Maiorca e a Barcellona».
La sua è stata una scalata al vertice costante, frutto di tre ingredienti: preparazione, intraprendenza e umiltà. Oggi, Manunta ha un ruolo centrale nelle strategie del vettore iberico: «Sono il dirigente responsabile del Revenue Management, dipartimento all’interno della divisione commerciale che si occupa di ottimizzare i ricavi analizzando l’evoluzione del mercato, i flussi di traffico, e conseguentemente determinando le tariffe».
Lavoro cruciale frutto di confronto serrato e continuo con i colleghi: «Ogni mattina insieme al mio team composto da analisti di rotta, facciamo un briefing sull’andamento dei ricavi, sull’evoluzione delle prenotazioni e sul comportamento della concorrenza nelle rotte che operiamo. Definisco le tattiche da porre in essere per correggere distorsioni della domanda, mi coordino con i colleghi della nostra holding IAG (a Madrid e Londra) per le strategie di prezzo, indispensabili per essere sempre competitivi. Una volta a settimana mi riunisco con il Comitato Commerciale di cui faccio parte (composto, tra gli altri, dal CEO e CCO), per analizzare il posizionamento della compagnia nel corto e lungo termine, e decidere le strategie di prezzo per il futuro».
Solide basi in Spagna, il manager cagliaritano ha uno sguardo costantemente attento sulla Sardegna che descrive con schiettezza: «Ci sono aspetti estremamente positivi, vedo tanti giovani come me che stanno creando start-up nell’ambito dell’economia e del turismo, e anche le istituzioni pubbliche stanno finalmente, anche se ancora troppo lentamente, concentrandosi nello sviluppo dell’Isola. Abbiamo un divario infrastrutturale enorme rispetto ad altre realtà del Mediterraneo e dobbiamo pensare al lungo termine per poter competere. Però devo essere franco, da buon sardo, e dire che i miei conterranei devono comprendere che è tempo di lamentarsi di meno. Bisogna prepararsi a competere in tutti i campi con gli altri popoli europei. Possiamo farlo, dobbiamo farlo, siamo gente concreta ed onesta intellettualmente. Altra cosa importante è fare squadra».
Puntando a valorizzare ciò che abbiamo stando attenti al patrimonio ereditato e lavorando con intelligenza per metterlo a frutto: «Dobbiamo ridisegnare il concetto di sostenibilità ambientale. Sono convinto che dobbiamo proteggere con le unghie e con i denti la nostra natura, però è urgente investire in infrastrutture. Dalla Spagna ho imparato che una città con strade nuove, palazzi ristrutturati, servizi pubblici e privati efficienti, migliorano esponenzialmente la qualità della vita dei residenti. Sotto l’aspetto turistico inoltre, è fondamentale aumentare l’offerta ricettiva e il divertimento per giovani e meno giovani, realtà come Malta, la Croazia e le isole Baleari sono anni luce avanti a noi».
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