DEUS TI SALVET MARIA: NOTO TESTO POETICO IN LIMBA ISPIRATO ALLA VENERAZIONE E LODE DELLA FIGURA DELLA SEMPLICE MARIA DI NAZARET. GOSOS DE MESAUSTU PER LA MADONNA ASSUNTA


di Cristoforo Puddu

L’umile e semplice Maria di Nazaret, innalzata da Dio ad essere la madre di Gesù il Messia, ha attraversato secoli , tradizioni confessionali e generazioni con il segno indelebile di “beata” tra le donne e di “madre”.

Donata all’intera umanità, da suo Figlio Gesù Cristo Salvatore ai piedi della croce, è colta da ogni credente nel suo valore spirituale di madre protettrice a cui ricorrere in modo filiale. L’interpretazione e riflessione, sul ruolo salvifico e di mediazione di Maria, ha prodotto convergenze nel riconoscere universalmente sentimenti di fede e devozione nello spirito evangelico e di redenzione compiuti da suo Figlio Gesù.

Le poche notizie e parole riportate nel Nuovo Testamento su Maria sono emblema di estrema semplicità, ma ogni cosa detta o fatta rinvia al Figlio Gesù e al mistero escatologico; ossia, la venuta del Messia perché si adempia il disegno di Dio Padre sulla storia dell’umanità. Per tutti i cristiani, la semplice ragazza ebrea Myriam (Maria) rappresenta il luminoso varco attraverso il quale l’umanità ha potuto percorrere sentieri di “salvezza”.

La tradizione la riconosce come “la Figlia di Sion” annunciata dai profeti Sofonìa e Zaccaria e per discendenza dei genitori, Gioacchino e Anna, appartenente alla tribù di Davide. Maria, alle parole dell’angelo Gabriele che le annuncia la nascita straordinaria di un Figlio, ha la forza di dire un immediato sì e donarsi con fede ad un incontro nel segno del mistero; la  piena disponibilità al piano divino è sottolineata con le parole “Eccomi, avvenga di me quello che hai detto”.  La cugina Elisabetta, madre di Giovanni il Battista, ne evidenzia la fede e fiducia in Dio (“beata colei che ha creduto”), esaltando la donna di forti speranze e valori interiori per dare concretezza alle attese del suo popolo.

È donna che sa riflettere e i suoi comportamenti sono quelli comuni a tutte le madri. È madre per ogni credente, che invita – come agli inservienti delle nozze di Cana, in occasione del primo miracolo di Gesù – dicendo: “fate quello che vi dirà”. Un semplice concetto per gli uomini di allora e l’essenza di un messaggio che Maria ha voluto estendere agli uomini di ogni tempo.

Alla donna di preghiera e testimone della risurrezione, i primi cristiani rivolgevano filiali suppliche. Si ricorda una preghiera del III secolo: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

Il culto mariano è vivo in tutta la comunità cristiana ed esaltato dall’invito ai fedeli, rivolto da Benedetto XVI, a rivalutare ulteriormente la devozione mariana “perché la fede ritrovi il suo asse autentico”.

Una forte devozione mariana è da sempre presente tra i fedeli della Sardegna; devozione segnata significativamente da innumerevoli  santuari mariani, realizzati principalmente tra il 1100 e il 1300, e da canti-preghiera che appartengono alla genuina religiosità e tradizione del popolo sardo. La caratteristica devozione mariana isolana è appunto diffusa e conservata attraverso i canti e le preghiere delle novene; i canti (preziosi gioielli poetici) evidenziano l’aspetto della regalità della Madonna, “amparadora” dispensatrice di grazie e ricordano la sua condizione di beata per glorificazione divina.

Si propone, di seguito, il più noto testo poetico in limba ispirato dalla figura di Maria. Deus ti salvet Maria o Ave Maria sarda, è tra le più rappresentative preghiere-canto della fede popolare sarda. Il canto devozionale, attribuito al poeta Bonaventura Licheri (Neoneli, 1667-1733), diffuso in tutta la Sardegna, è apprezzato da un vasto pubblico perché presente nel repertorio di grandi e conosciuti interpreti (Maria Teresa Cau, Maria Carta, Piero Marras, Andrea Parodi, Fabrizio De Andrè, Elena Ledda, Maria Giovanna Cherchi, Bertas, Coro degli Angeli, Antonella Ruggiero e da Clara Murtas con elaborazione del Maestro Ennio Morricone)

E ancora un esempio di gosos dedicati alla Madonna de Mesaustu, festa devozionale tra le più sentite nell’Isola. Oltre cento le feste celebrate il 15 agosto e ben diciotto le parrocchie dedicate all’Assunta. 

DEUS TI SALVET MARIA

Deus ti salvet, Maria,

 chi ses de gratia plena.

 De gratias ses sa vena

 ei sa currente.

(Dio ti salvi Maria,

 che sei piena di grazia:

 di grazie sei insieme fiume

 e sorgente.)

Su Deus onnipotente

 cun tegus est istadu.

 Pro chi t’hat preservadu

 Immaculada.

(Il Dio onnipotente,

 con te è (sempre) stato;

 perciò ti ha preservato

 Immacolata.)

Beneitta e laudada,

 subra a tottu gloriosa.

 Mama, fiza e isposa

 de su Segnore.

(Benedetta e lodata,

 sopra a tutti gloriosa:

 Mamma, Figlia e Sposa

 del Signore.)

Beneittu su fiore

 e fruttu de su sinu.

 Gesus, fiore divinu,

 Segnore nostru.

(Benedetto il Fiore

 che è frutto del tuo seno:

 Gesù fiore divino,

 Signore nostro.)

Pregade a Fizu ostru

 pro nois peccadores,

 chi tottu sos errores

 nos perdonet.

(Pregate al Figlio vostro

 per noi peccatori;

 affinché tutti gli errori

 a noi perdoni.)

  

Ei sa gratia nos donet

 in vida e in sa morte.

 Ei sa diciosa sorte

 in Paradisu.

(La sua Grazia ci doni,

 in vita e nella morte;

 E la felice sorte

 in Paradiso.)

GOSOS DE MESAUSTU

Sa celeste gerarchia

Faghet festa sublimada

Oe a su chelu est alzada

In anima e corpus Maria.

Oe sos coros celestes

Faghen festa tott’uguale

Sos mortales e terrestes

Cun su chelu imperiale

Pro sa Matrona reale

Mustran grande galania.

Oe a su chelu…

Oe s’imperiu chelu

Sentit grande reconsizu

Maria senza rezelu

Hat cumplidu su disizu

De regnare cun su Fizu

Sa suprema monarchia.

Oe su chelu… (…)

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