Sotto il cielo di Alghero voci armoniose si intrecciano all’unisono in una melodia ancestrale che non ha uguali nel mondo. Nessun accompagnamento strumentale. Solo la forza del canto che diventa sinfonia. Dal palco del Sardinia Film Festival quattro uomini in abiti tradizionali rapiscono il pubblico che ascolta in silenzio. Sono tanti gli iphone di ultima generazione desiderosi di immortalare lo spirito profondo di un’isola dal fascino arcano. A dare spettacolo sono i Tenores “Remunnu ‘e Locu” di Bitti, che hanno appena ricevuto la Medaglia di rappresentanza della presidenza del Senato per essere stati ambasciatori della cultura sarda nel mondo, “contribuendo a far conoscere e apprezzare, con la propria vibrante intensità melodica, la bellezza di un’espressione artistica autoctona, unica e originale, che affonda le radici nell’antica e insondabile tradizione dell’isola, e che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità”. Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato sabato 1 luglio dal presidente del Sardinia, Angelo Tantaro, nella serata conclusiva del festival presentata da un’impeccabile Rachele Falchi. Qualche attimo di commozione ha accompagnato le parole del decano della formazione, Daniele Cossellu, un mito vivente del canto tradizionale, che ha dedicato il premio a Piero Sanna, a Battore Bandinu e a Tancredi Tucconi, tre amici che assieme a lui fondarono il gruppo nel lontano 1974. Due di loro non ci sono più e un terzo si è ritirato dalle scene, ma hanno spianato la strada a giovani talentuosi che ora proseguono sul cammino tracciato. E il canto dei Tenores di Bitti, a Lo Quarter, si è concluso accompagnato da un applauso fragoroso. Secondo la tradizione, il canto a tenore è una rappresentazione simbolica del rapporto dell’uomo con la natura, in un orizzonte esistenziale radicato nella cultura di stampo agropastorale. La voce solista, “sa boghe”, raffigura l’essere umano che si incontra con altri tre elementi della natura, traducendo in note i propri versi rimati, cioè il linguaggio più elevato ricevuto in dono dagli dei, quello poetico. Il primo dei tre compagni è “su bassu” (il basso), dal tono ruvido e grave, che ritrae il muggito del bovino. Al suo fianco c’è “sa contra”, che esprime invece il belato di un ovino e, infine, “sa mesu boghe”, la mezza voce, che con il suo incedere armonico di acuti dona ritmo e vivacità, seguendo forse l’imitazione del sibilo del vento. Quest’ultima voce propone il suono degli agenti atmosferici che, nei tempi remoti, erano davvero l’ago della bilancia per la sopravvivenza. È facile ipotizzare come gli antichi pastori sardi nutrissero un sentimento di rispetto per quei compagni di viaggio che erano i loro animali “domestici”. I bovini, indispensabili per i lavori nei campi e gli ovini, che con il loro latte permettevano la produzione del formaggio e il sostentamento della comunità.
Ecco spiegata (o meglio, ipotizzata) l’espressività simbolica del canto a tenore. L’uomo che cerca di dirigere l’orchestra della natura, in un dialogo armonico con i compagni di viaggio dell’esistenza. Ma al di la di tutto, i Tenores di Bitti sono stati ambasciatori nel mondo della passione viscerale per le proprie tradizioni, quasi volessero regalare al mondo un messaggio lasciatogli in dote dai loro avi, tramandato di generazione in generazione da tempo immemorabile. Battezzata con il nome del poeta estemporaneo Raimondo Delogu,
quella capeggiata da Daniele Cossellu è una delle formazioni di canto a tenore più antiche e titolate di sempre. Vanta nel suo curriculum collaborazioni con importanti trasmissioni televisive, con celebri artisti e studiosi internazionali, e ha contribuito a far conoscere e apprezzare nel mondo la modalità artistico musicale più significativa di Sardegna. Il gruppo è anche noto per aver portato quest’arte all’attenzione di ricercatori e docenti universitari, musicologi e autorevoli musicisti come Lester Bowie, Ornette Coleman e Frank Zappa. Resta celebre la collaborazione con Peter Gabriel che, con la sua etichetta discografica Real World Records, nel 1996 ha prodotto e distribuito l’album intitolato “S’amore ‘e mama”. La Medaglia della Presidenza del Senato assegnata al Remunnu ‘e Locu è la sesta messa a disposizione del Sardinia Film Festival, ininterrottamente dal 2012, da parte della seconda carica dello Stato. A entrare nell’albo d’oro sono stati nell’ordine il Magnifico rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, il presidente Ficc Marco Asunis, il maestro pianista Romeo Scaccia, la violinista Anna Tifu e la città di Cagliari-Capitale italiana della Cultura 2015.