UN’EMOZIONE GRANDISSIMA: IL PRIMO SIGILLO AL TOUR DE FRANCE DI FABIO ARU

il momento del trionfo per Fabio Aru


La vittoria del cuore: “Sì, ci avevo pensato tante volte, avevo vinto già tappe al Giro e alla Vuelta, mi mancava soltanto il Tour”. La magia del villacidrese Fabio Aru accende la Grande Boucle sulla salita che lanciò Vincenzo Nibali nel 2014, sempre in maglia tricolore e poi in giallo a Parigi. E su quella stessa rampa dei Vosgi, di neanche sei chilometri ma all’8.5%, che fece scoprire al mondo il talento di Chris Froome nel 2012. 

Magnifico Aru, meraviglioso campione italiano che non aspetta, sente la gamba che urla “vai” e attacca nella prima vera salita del Tour: staccato di 20 secondi Froome, nuova maglia gialla, distanziati anche gli altri favoriti. “Ho attaccato poco dopo i 3 km, sapevo che l’ultimo chilometro avrebbe spianato – racconta, ancora incredulo – Poi però c’era quell’ultimo muro durissimo…”. Cinquecento metri al 20% a un soffio dall’arrivo. Ma è lì che si è reso conto di aver vinto la sua prima tappa al Tour, quando si è voltato e ha visto il vuoto. Ha stretto i denti, ha sofferto, è volato sul traguardo. “Vincere in maglia tricolore è una grandissima soddisfazione”, ammette dopo il trionfo, prima di vestire la maglia a pois con la quale ripartirà domattina. La salita di Planche des Belles Filles non l’aveva mai provata dal vivo: “Mi ero fatto un’idea della salita con i video del 2014 di Vincenzo”. Nella montagna grandi firme, ora c’è pure il suo graffio.

Davanti agli occhi del sardo dell’Astana, 27 anni, fresco di tricolore a Ivrea, scorrono i momenti neri di questa stagione, la scomparsa di Michele Scarponi, la caduta in allenamento che lo ha privato del Giro 100 partito dalla sua Sardegna: “È stata una primavera molto difficile, ma con tanto impegno sta girando bene anche per me. Che grande emozione! Vincere qua è straordinario. Combattere con i piu forti è bello, sono veramente felice. Lo sapete, quando sto bene ci provo. Ho avuto paura che mi riprendessero, ma quando ho visto l’ultimo chilometro ho iniziato a crederci. Ero choccato anche io, mi riguarderò varie volte il video”. E adesso? “Froome mi ha fatto i complimenti: riceverli da chi ha vinto 3 volte il Tour è soddisfazione doppia. Sarà dura ma lotterò per tre settimane e me la giocherò fino alla fine”. Il re della Vuelta 2015 riporta l’Italia al trionfo al Tour dopo il digiuno del 2016. L’ultimo sigillo risaliva alla tappa 19 del 2015: l’assolo di Nibali a La Toussuire-Les Sybelles.

Se la gode Maurizio Mazzoleni, il preparatore di Aru: “Arrivare così pronti alla prima salita ci dà morale – sottolinea ai microfoni Rai – Dietro hanno atteso il lavoro di Sky e Fabio ha approfittato dell’empasse. Michele (Scarponi, ndr) ha pedalato con lui”. Felicissimo anche il g.m. dell’Astana, Aleksandr Vinokurov: “Ci voleva provare, si era capito già al Delfinato che stesse bene. Oggi è stato perfetto. Ora è terzo a 14″ e aspettiamo le tappe di sabato e domenica con altre salite vere”.

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