DALLO STUDIO DEI BATTERI, IL SEGRETO DEI CENTENARI: LA NUOVA RICERCA DI ROBERTO PILI CON UNA EQUIPE D’ESPERTI DELL’UNIVERSITA’ DI CAGLIARI

Valerio Piroddi e dott. Pili


Lo studio del Microbiota è al centro dell’ultima ricerca condotta dalla Comunità mondiale della Longevità in collaborazione con l’Università di Cagliari, insieme nel “Centro studi centenari sardi”. L’obiettivo è scoprire se esiste nell’organismo del nutrito gruppo di supercentenari sardi un tipico Microbiota isolano responsabile dell’espressione dei geni della lunga vita. Valutare, dunque, la relazione tra invecchiamento e Microbiota intestinale, “organismo vero e proprio che continuamente riceve e trasmette informazioni all’ospite uomo”, spiega Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità. Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che in particolare il Microbiota condiziona la spesa energetica e soprattutto condiziona ed è condizionato dall’ambiente alimentare in cui si vive, produce di conseguenza fattori che possono peggiorare o migliorare lo stato di salute. Nell’obesità, la “grande madre” di tutte le malattie cosiddette non trasmissibili, quali tumori, diabete e cardiopatie ischemiche, il microbiota può essere causa per sè dell’aumento di peso o può condizionarne la risposta alla terapia. Oltre a Pili, si occupano dello studio Fernanda Velluzzi, dell’unità di Obesità della Aou di Cagliari, Andrea Loviselli, coordinatore del corso di Scienze Motorie dell’Ateneo cagliaritano, Paolo Usai Satta, gastroenterologo del Brotzu, Donatella Petretto, Aldo Manzin e Carlo Carcassi, tutti dell’Università del capoluogo sardo. “In genere pensiamo ai batteri come a una delle cause per cui ci si può ammalare, questo è vero in parte – chiarisce Pili – negli ultimi 20 anni abbiamo capito che ci sono decine di miliardi di batteri presenti nel nostro intestino, il cosiddetto “Microbiota”, un ecosistema integrato che porta beneficio alla salute intestinale, ai sistemi immunitario e endocrino”. La Sardegna è una delle zone blu del pianeta per l’alta prevalenza di centenari con alta percentuale di sesso maschile. “Queste evidenze rendono il Microbiota dei centenari sardi un candidato ideale per ulteriori studi sui markers dell’invecchiamento e le patologie correlate con l’età – sottolinea il ricercatore – l’insieme dei dati saranno confrontati con analoghe rilevazioni in zone del pianeta a bassa densità di centenari come la Bielorussia”. Il progetto punta quindi a “individuare sia elementi nutrizionali migliorativi per arrivare alla definizione di una dieta mediterranea funzionale, sia testare soluzioni che potrebbero indirizzare verso la tipizzazione riconosciuta più correlata a longevità e benessere”.

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