di Mario Agus
Un congresso è l’occasione propizia per discutere ancora una volta su quale sarà il futuro delle nostre associazioni che abbiamo creato con grande sacrificio in Germania, in Olanda, in ogni angolo nel mondo dove vivono gli emigrati sardi e le loro famiglie.
Se guardiamo un po` indietro, ci accorgiamo che negli ultimi anni, le risposte degli emigrati sono state abbastanza significative e le iniziative che abbiamo organizzato, sono andate e continuano andare nella giusta direzione.
E` necessario però, incontrarci più spesso con la Consulta dell’Emigrazione, con i presidenti delle Federazioni, con il nostro Assessore, Virginia Mura, i nostri funzionari, per aiutarci a costruire insieme nuove condizioni che ci consentono di poter svolgere serenamente quelle iniziative che servono a risolvere alcuni dei nostri problemi e continuare a realizzare quelle attività significative per promuovere sempre di più l’immagine della nostra terra dove noi viviamo.
Tantissime volte abbiamo voluto sottolineare che l’associazionismo sardo fa invidia a tantissime realtà italiane che operano nel mondo.
E` qualcosa che abbiamo costruito con l’aiuto della Regione Sardegna, con i contributi agli emigrati sardi in Italia e all’estero, con la partecipazione di una grande rete di volontariato sardo.
E` qualcosa che ci fa sentire orgogliosi e rende rettitudine ai nostri sacrifici che abbiamo fatto in tutti questi anni.
Attualmente stiamo attraversando un periodo un pò particolare. In Olanda da quando non c’è più il coordinamento della Federazione, qualcosa si sta spegnendo. Prima ci incontravamo per discutere i problemi e per organizzare attività significative. Come per esempio, il primo movimento delle donne sarde in emigrazione, il primo convegno dei giovani sardi in Europa.
Certo che, se il nostro assessore avesse voluto continuare a riconoscere la Federazione Olandese, dopo la chiusura del Circolo di Den Haag, anche noi avremmo potuto organizzare il nostro Congresso, come in Italia, in Svizzera e quello attuale ad Oberhausen.
Senza la Federazione, senza il coordinamento del Consultore, non è stato possibile incontrarci e tanto meno partecipare alle riunioni in Regione.
Per quasi 10 anni, dopo aver presentato diverse iniziative, alcune molto importanti, non è stato possibile il riconoscimento di un solo progetto regionale. Quando in passato abbiamo dimostrato, serietà e capacità nell’organizzare eventi per promuovere la nostra terra e mantenere alta la nostra bandiera.
Abbiamo difficoltà, in quanto i contributi tardano ad arrivare.
Come sappiamo, tantissimi circoli sardi stanno chiudendo. Ho la sensazione che di fronte ai nostri politici, non siamo più credibili. O c’è del disinteresse da parte loro nei nostri confronti.
Siamo di fronte ad una società estremamente complessa, ad un mondo che ha assunto un’accelerazione poderosa nel modificare gli scenari e i riferimenti culturali ed ideali.
Continuiamo ad affrontare regole nuove e capovolgimenti politici ma addirittura al frantumarsi di sistemi sociali statutari. Situazioni che ci stanno mettendo in seria difficoltà.
Dispiace dirlo, ma quanto è avvenuto in questi ultimi anni, ci costringe a modificare ed adeguare i nostri atteggiamenti. Siamo più coscienti che il futuro non darà certezze. E il nostro mondo sta morendo.
Se si continua di questo passo, nei prossimi anni tantissime persone non vorranno più assumersi certe responsabilità.
Dobbiamo avere la consapevolezza che il sistema dev’essere rivisto insieme al nostro Assessore, ai nostri funzionari. Bisogna ripensare come tenere in piedi la struttura dei circoli che con tanto sacrificio abbiamo fatto crescere.
Oggi gestire un Circolo Sardo non è un compito facile; ci troviamo spesso nella situazione di dover anticipare somme per poter pagare le spese di funzionamento e svolgere delle iniziative culturali. I contributi, quando arrivano, sono destinati alle attività e il restante non è sempre sufficiente a sostenere le spese generali di funzionamento. E si chiude. In questo modo non riusciremo mai a convincere ed avvicinare i nostri giovani ai Circoli. Si spaventano a dover anticipare anch’essi, delle somme per pagare le bollette della luce, del gas e dell’affitto.
In questi anni ci siamo arricchiti di grande esperienza associativa. Abbiamo aperto i nostri orizzonti, dialogato con le istituzioni locali, con le persone di cultura diversa. Abbiamo fatto conoscere la Sardegna all’estero.
Attraverso le nostre iniziative, vogliamo sperare che i Circoli e le Federazioni sappiano riaffermare il proprio ruolo portando avanti la loro azione nel modo migliore per contribuire, pur nella sua modesta parte, a realizzare quel cammino teso a rispondere alle esigenze di veri rinnovamenti e di ulteriore crescita civile.
Come nel passato, dobbiamo ritrovare lo spirito giusto e riacquisire entusiasmo e stimoli. Oggi ci troviamo in Germania a celebrare il Congresso, con il tema, uniti per il futuro. E noi come comunità sarda continuiamo a rappresentare per l’isola una risorsa enorme.
Soprattutto oggi che la Sardegna per i giovani senza lavoro e la crisi economica attanagliante, continua ad essere sostenuta l’emigrazione.
I giovani sono il nostro futuro. Se il nostro paese si trova, ormai da molti anni, in una condizione economica e sociale cosi preoccupante, il problema è che le nuove generazioni non riescono a valorizzarsi per quello che sono. E la società non cresce.