di Claudio Moica
Stefano Masili, pittore, l’otto aprile ha aperto le porte del suo studio in occasione dell’evento 33X366 organizzato dalla Biblioteca Gramsciana. Davanti a una platea di esperti, appassionati e autorità comunali il Masili, famoso per i suoi dipinti sulle Agavi, si è cimentato in un’estemporanea legata alla figura di Antonio Gramsci.
In cosa consiste il progetto 33×366 a cui hai partecipato e perché hai aderito? La Biblioteca gramsciana ha organizzato con la collaborazione di 33 artisti un nuova iniziativa intitolata 33×366. 33 artisti in un anno ospitano Gramsci. 33 perché tanti sono i quaderni del carcere di Gramsci e 366 sono i giorni dal 27 aprile 2016 al 27 aprile 2017 (80° anniversario della morte di Gramsci). I 33 artisti aprono il loro studio dove espongono le proprie opere durante il giorno e nella serata un relatore a chiusura tratta un argomento gramsciano attinente la sua vita o il suo pensiero, mentre l’Artista di fronte ai presenti esegue una performance a carattere gramsciano.
Che difficoltà e che emozioni hai provato nel dipingere in modo estemporaneo davanti a una platea? Sicuramente una bella emozione percepire da parte dei presenti passione e attenzione per l’evolversi della mia performance artistica. Sentivo nell’aria una forte componente emotiva collettiva che guidava il mio lavoro ed attraverso questa forza quasi magnetica si creavano assieme “Le Agavi di Gramsci”. Si tratta di un’Opera a tecnica mista in cui è rappresentata l’icona del grande pensatore alla maniera della Pop Art, i cui capelli sono stati pensati per essere costituiti da mille agavi, le stesse agavi che in forma sintetica e di fibra si ritrovano nello sfondo del dipinto; inoltre ho usato la tecnica della foglia oro che è particolarmente difficoltosa sopratutto in considerazione dei tempi a disposizione. Utilizzando la foglia oro ho voluto dare con un elemento di luce preziosa perché prezioso è stato il contributo del suo pensiero. L’ho inserita quindi in alcuni elementi del corpetto per rendere più originale la mia interpretazione gramsciana.
Cosa spinge un pittore ad aprire le porte del proprio laboratorio? Essere fra i 33 Artisti sardi che in onore del grande pensatore sono stati chiamati ad aprire il loro studi con relativa performance ha rappresentato ovviamente un motivo di grande orgoglio e soddisfazione personale; stare di fronte alla gente fra i miei pennelli e i miei colori è comunque essere “a casa”.
quante difficoltà incontra un pittore in un territorio come il Sulcis Iglesiente dove prima di acquistare un quadro si deve pensare a far quadrare il bilancio familiare? Moltissime difficoltà che vengono superate, se si ha un po’ di fortuna, con l’acquisizione di opere da parte di qualche collezionista o da parte di alcune Istituzioni che sono ancora presenti e sensibili nel panorama isolano. Queste sono le uniche alternative ad un mercato asfittico per le note problematiche economiche e demotivato da inflazioni di immagini e da un’attenzione sempre più rara in fatto di eventi culturali preferendo sempre ed unicamente il business a tutto.
Ci sono giovani pittori nel territorio? Pochi, pochissimi giovani pittori anche per difficoltà oggettive ad essere conosciuti e presentati. Spazi espositivi adeguati non c’è ne sono e quei pochi che vengono riconvertiti a pseudo gallerie d’arte sono solo dei palliativi che nulla hanno a che fare con la promozione seria e professionale che il territorio dovrebbe favorire, ricordiamo che Carbonia “vuole” essere capofila territoriale del sud Sardegna e in centro città, dove il flusso della popolazione è più a portata di mano, non c’è una Galleria d’Arte Comunale degna di questo nome.
I tuoi prossimi progetti? Attualmente potete trovare una mia opera al Museo de Sa Corona Arrubia, opera che è stata pre-selezionata per partecipare ad ulteriore selezione alle fasi conclusive per la partecipazione alla Biennale di Roma, ma il progetto più importante in questo periodo è quello che mi vede impegnato unitamente al mio amico e Critico d’Arte Simone Mereu per una importantissima esposizione regionale che però deve essere ancora definita nei particolari per cui non voglio ancora anticipare niente anche per una forma scaramantica.