riferisce Ubaldo Serra
Da buoni ambasciatori i componenti dell’associazione culturale sardi in Romagna portano “in continente” le migliori tradizioni e in questo caso un antica traduzione di solidarietà,sa paradura. L’istituto, o se vogliamo l’usanza, de Sa Paradura ha origini antichissime e forse è nata con la stessa pastorizia; vediamo, brevemente, in cosa consiste. Quando un pastore perde il gregge (e ciò può avvenire per vari motivi: calamità naturali, furti, malattie) gli altri pastori donano al collega una o più pecore (a seconda delle disponibilità di ognuno) offrendo così allo sfortunato allevatore la possibilità di ricominciare la sua attività senza che questi assuma alcun debito nei confronti dei donatori se non l’impegno morale di ricambiare il gesto in caso di necessità. Il nome Paradura di questo istituto deriva dal verbo Parare che in lingua sarda significa Formare, Creare (in questo caso un gregge) mentre la definizione Ponidura deriva da Ponnere che in “limba” significa Mettere a disposizione. L’associazione sardi in Romagna ha voluto tenere fede alla tradizione e in questo caso sono stati raccolti balloni di fieno e granaglie offerte da privati e diverse aziende del cesenate ,caricate su un bilico di 13 metri anche questo gentilmente messo a disposizione da nolobrai di Cesena,e portate a Gualdo di Macerata in soccorso a delle aziende di emigrati sardi che hanno perso bestiame e provviste di fieno e mangimi che sarebbero servite per affrontare l’inverno,causa terremoto e le grosse nevicate. Nei prossimi mesi l’associazione culturale sardi in Romagna organizza delle cene raccolta fondi per i terremotati.
Un immenso Grazie a Ubaldo Serra e ai meravigliosi Sardi in romagna. che con tanta sensibilità hanno raccolto il grido di aiuto di nostri fratelli in difficoltà!