A PESARO CON L’ASSOCIAZIONE SARDA “ELEONORA D’ARBOREA”, LA FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE


di Simonetta Campanelli

L’Associazione Culturale Sarda “Eleonora d’Arborea” di Pesaro, anche quest’anno, ha festeggiato la ricorrenza della Festa di Sant’Antonio Abate.

La tradizione del Fuoco di Sant’Antonio è evento molto sentito in tutta la Sardegna e costituisce, per gli aspetti mitico-rituali e per la sua funzione socializzante, un momento suggestivo e di significativa aggregazione.

In un connubio tra sacro e profano, i bagliori di grandi falò accesi illuminano la notte della festa (a cavallo tra il 16 e il 17 gennaio) riunendo la collettività di diversi paesi nella propria piazza per rinnovare l’antico rito ancestrale dedicato aSant’Antoni de su Fogu, patrono della pastorizia e dell’agricoltura.

Sant’Antonio Abate (rappresentato con un maialino al seguito) è considerato protettore degli animali ed è particolarmente venerato perché, secondo la leggenda, discese all’inferno per trafugare, con astuzia, una scintilla incandescente e nascondendola nel suo bastone cavo, per poi donarla agli uomini (che ancora non conoscevano questo elemento) sulla terra ghiacciata con l’auspicio di farne buon uso.

Alla Festa del Falò – celebrato anche a Pesaro sabato 28 gennaio, presso il Centro socio-culturale “il Caprilino” – hanno partecipato numerosi soci sardi ricordando così la tipica tradizione che si festeggia nei loro paesi di origine; anche diversi pesaresi non hanno voluto mancare, alle ore 19:00, al ritrovo intorno alla piramide di legna adornata da una corona d’arance.

Luciano Zucca, presidente della locale associazione, ha ceduto la fiaccola accesa alla socia Antonietta Fadda che ha appiccato il fuoco in diverse parti della catasta. Lo sprigionarsi di fiamme scintillanti, verso il cielo gelido della notte, al profumo di alloro e rosmarino ha dato il via al rituale giro, tra il sacro e il profano, de su Fogarone: chi pregava e chi sognava … per raggiungere le stelle a bordo di una scintilla.

 La serata in festa, è continuata con una gustosa cena a base di pietanze e bevande sarde e marchigiane; non sono mancati il brindisi finale con il bicchierino del mitico mirto sardo e le note musicali dell’Isola.

La serata si è conclusa con l’entusiasmante applauso dei partecipanti che hanno ringraziato i volontari dell’Associazione e del Centro socio-culturale il Caprilino, per avere reso possibile, piacevole e bella un’altra serata di rievocazione della tradizione sarda.

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