IL 21 GENNAIO A SANTU LUSSURGIU, CONVEGNO SU COME TUTELARE LA PICCOLA PROPRIETA’ CONTADINA


di Gian Piero Pinna

Sabato 21 gennaio prossimo, con inizio alle 10 nel Centro di Cultura Popolare di Santu Lussurgiu, dopo i saluti del sindaco Diego Loi e del comandante dei barracelli Antonio Irranca, si terrà un convegno che avrà come argomento “Come tutelare la piccola proprietà contadina – Le nostre greggi e mandrie al pascolo. L’ecosistema dei nostri territori”.

Al convegno interverrà Antonio Obinu che parlerà degli “Aspetti ecologici legati alla raccolta indiscriminata dei frutti spontanei”, quindi, sarà la volta di Antonello Spada che spiegherà alcune problematiche riguardanti i “Frutti spontanei: normativa generale e principio di appartenenza al dominius”.

Per gli iscritti all’Ordine degli avvocati che parteciperanno, sono previsti 2 crediti formativi, mentre per gli Agronomi e i Forestali, i crediti saranno 0,5.

Moderatori dell’evento, saranno Mario Di Rubbo e Salvatore Pes.     

L’istituto delle Compagnie Barracellari, vide la nascita intorno alla metà del 1600 con carattere privatistico e con la finalità di garantire la sicurezza patrimoniale di agricoltori ed allevatori. Alla fine del 1700, fu trasformato in un pubblico servizio obbligatorio e nel 1853 fu affidato ai comuni per il controllo della compagnie locali, controllo che ancora oggi sussiste, inoltre svolgono anche attività relative alla prevenzione degli incendi e del banditismo.

Tutto questo venne giustificato dal fatto che l’abigeato venne considerato un reato connaturato alla tradizione dell’isola e che le forze dell’ordine, alle prese con penuria di uomini e mezzi, facevano fatica a contrastare, perché mancando il controllo continuo e preventivo del territorio, le campagne senza controllo erano in balia dei razziatori. La piaga storica dell’abigeato, è un reato tra i meglio raccontati nelle vicende sarde, si cominciava con i furti bestiame, per poi passare ai sequestri di persona e alle rapine ai furgoni portavalori, ma nel 1999 l’abigeato è stato de-rubricato a illecito amministrativo, assimilandolo cioè al pascolo abusivo.

Alla Compagnia Barracellare è preposto il Capitano, che la rappresenta, la dirige ed è responsabile verso il Sindaco del corretto svolgimento del servizio, della disciplina e dell’impiego tecnico operativo degli addetti. In particolare il Capitano forma le pattuglie e le sorveglia, tiene nota dei permessi, delle assenze, delle inflazioni alla disciplina, delle punizioni inflitte. La Compagnia sorveglia con apposite ronde, di giorno e di notte, la campagna e le zone limitrofe dell’abitato, dividendosi normalmente in pattuglie. Il Capitano forma le ronde, le coordina e in caso di bisogno, a tutte le ore, all’occorrenza può disporre l’utilizzo di un certo numero di barracelli per qualunque operazione o servizio straordinario, inoltre, deve vigilare l’andamento del servizio ed assicurare la sorveglianza mediante un turno stabile, continuativo ed obbligatorio di ispezione.

Dovere del comandante è anche quello di presenziare in uniforme a tutte le manifestazioni pubbliche ove è presente il Sindaco o un suo delegato.

La responsabilità della Compagnia Barracellare concerne esclusivamente le ipotesi di furto e di danneggiamento non derivante da incendi e si estende a tutti i beni assicurati ed ai loro accessori, compreso il bestiame purché tenuto custodito in luoghi chiusi o cinti da muro, siepe, fosso o altra recinzione che ne impedisca l’uscita. Non risponde dei furti e dei danni a beni affidati alla sua custodia, quando ne siano stati individuati con certezza gli autori con sentenza passata in giudicato, negli altri casi la Compagnia risponde dei furti e dei danni, salva azione di rivalsa nei confronti dei responsabili.

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