di Marcello Atzeni
Che la Sardegna abbia avuto in passato due presidenti della Repubblica, è risaputo. Antonio Segni, da Sassari e Francesco Cossiga, anch’egli sassarese, (origini a Siligo). Ma chi è a conoscenza, che un altro presidente, avesse origini isolane? Giuseppe Saragat, socialdemocratico, in carica dal 1964 (eletto il 28 dicembre) sino al 1971 era figlio di un avvocato sanlurese, Giovanni, nato nell’ex capoluogo del Medio Campidano (in realtà in Marmilla), il 14 novembre del 1855. La sua casa, che oggi è molto diversa, si trova a fianco del Monte Granatico, al numero due di via Orsini, che sbocca in piazza Castello. Giovanni, figlio di Pietro Saragato (cognome che a Tempio è così registrato, ma all’ anagrafe di Sanluri, la o, viene modificata in u. ) e di Maria Efisia Garau, figlia di Luigi, grosso proprietario terriero con un’azienda modello, forse la migliore in Sardegna. Tra le altre cose, fu anche allevatore di bachi da seta. Giovanni, dopo gli studi tra il paese natale, Tempio e Cagliari, era un dettorino, per un acceso diverbio con un insegnante, lascia il liceo cagliaritano e consegue la maturità classica, a Forlì. Rientra in Sardegna e nel capoluogo, s’iscrive, in Giurisprudenza. Si laurea, nel 1875 ad appena vent’anni. Nel 1880 si sposta a Torino per esercitare la professione d’avvocato. Oltre che ottimo professionista, è un buon umorista e firma, i suoi pezzi con lo pseudonimo di Toga-Rasa, anagramma di Saragato. Scrive novelle, dedicate alla Sardegna, “Storie intime” e poi “Mondo birbone”, un umorismo leggero in punta di pennino per far sorridere, ma senza essere sarcastico, insomma, un’ironia educata. Rientra, spesso in Sardegna e a Sanluri in particolare. Scrive dei reportage, sia su “ La Nuova” che su “ L’Unione”. Nel frattempo si accasa a Torino, con Ernestina Stratta, dal loro matrimonio nasce, il 19 settembre 1898, Giuseppe Efisio Giovanni. Il futuro presidente della repubblica, sino ai 18 anni,amava trascorrere le vacanze in Marmilla. Ospite di Silvio Meloni, cugino in primo grado di suo padre. Silvio, successivamente sposerà Maria Teresa Spada ed ebbe, una famiglia numerosa. I suoi figli, tuttavia, la maggior parte, passati a miglior vita, non conobbero il presidente. Giuseppe veniva a Sanluri nella casa dei parenti, che oggi si trova in via Luigi Garau, per i lunghi soggiorni estivi e per stare con sua nonna, Maria Efisia Garau. Probabilmente venne a Sanluri, per l’ultima volta, per presenziare alle sue esequie. Era orgoglioso di avere le radici in Sardegna. Veniva con piacere in Marmilla, lontano dalla fredda Torino. Non sono molti i sanluresi, ancor meno i sardi, che conoscono le origini di Giuseppe Saragat. Lo stesso presidente,una volta eletto, mandò un suo emissario a fare ricerche in comune, come ricordò Biagio Cadeddu, allora sindaco, che abitava proprio nella via Orsini, ovvero la via in cui nacque, Giovanni Saragatu. Nel cimitero cittadinoriposano diversi i parenti dell’ex inquilino del Quirinale. A partire suo nonno Pietro, nato Saragato a Tempio e sepolto a Sanluri, come Saragat. Insomma, da Saragato a Saragatu, a Saragat. E anche questa sarebbe una storia, curiosa, da raccontare.
vero … ma tristemente famosi per non aver mai fatto nulla di concreto per la loro terra ….al contrario di Ciampi etcc…. per non parlare dei politici regionali … tutti una grande delusione … che hanno pensato bene di sistemare i propri conti in banca e i loro famigliari … vergogna infinita !!!!!
p.s. salverei dalla melma putrida solo Il grande Mario Melis , che fu però boicottato dai signoti lecchini del partito comunsta e democrazia cristiana … infami
Un Sardo non potrebbe mai diventare presidente della Repubblica (italiana, non è stato specificato che si parlasse della Repubblica Italiana, quindi già dalla base questo articolo è scritto in ottica italo-centrica), in quanto per diventarlo bisogna essere italiani, pensare italiano e proclamarsi a favore dell’italica patria (altro maschilismo paternalistico), rinnegando le necessità della Sardegna.
Non è sufficiente essere nati in Sardegna per onorarsi del definirsi Sardi, se poi in testa si è italiani in Italia.
Concordo con la conclusione dell’articolo: “E anche questa sarebbe una storia, curiosa, da raccontare”.
Vero, bisogna sapere ma col giusto punto di vista e in ottica sarda, con un’analisi critica oggettiva e non italiana. Purtroppo siamo lontani (come popolo e Nazione Sarda -e Nazione è un attributo giusto, che differisce da Stato-) dall’avere una tale consapevolezza.
Chiudo con un esempio chiarificatore: i Sardi che esaltano (e si esaltano) per questioni italiche che oggettivamente e storicamente danneggiano la Sardegna (inclusi gli “inquilini del quirinale”) hanno la stessa consapevolezza degli abitanti di Predappio che si vantano di aver dato i Natali a Benito Mussolini.
Vedete voi.
Scideisìndi/Ischidadebònde.
abbiamo fatto oristano provincia ,ti sembra poco
Si poteva fare meglio …. Bastava aver un minimo di sana sardita’ … E non il solito egoismo …
Nella sfortuna , abbiamo la fortuna di non avere più lacrime per piangere. Diamoci una“ MOSSA”