IL 13 NOVEMBRE A SASSARI, LA “REPUBBLICA DOMENICANA DEI POETI” RITORNA CON ROBERTO DEMONTIS

ph: Roberto Demontis


di Giovanni Salis

Dopo la fondazione ufficiale del 23 ottobre, con Sergio Garau nei panni del collettivo brasiliano Noigandres, e gli incontri successivi con Andrea Doro in Allen Gingsberg e Luana Farina in Patrizia Vicinelli, domenica 13 novembre ritorna in piazza Santa Caterina la “Repubblica Domenicana dei Poeti”, con Roberto Demontis che darà vita ai versi del grande poeta Dino Campana morto nel 1932 all’interno dell’ospedale psichiatrico in cui era internato.

 Nell’isola felice della poesia una selezione dei migliori protagonisti del campionato regionale del Poetry Slam Sardegna interpreteranno – con sola voce e corpo – i versi di poeti conosciuti e affermati, ma anche di quelli meno noti e dimenticati, con in chiusura un assaggio dei versi originali e inediti di ogni interprete. Il tutto con la possibilità, per i naufraghi e amanti della poesia, di poter godere di un ascolto privilegiato in uno spazio intimo all’interno del Birrajò.

L’ideazione e organizzazione della nuova e originale iniziativa, a ingresso gratuito, è a cura di Leonardo Eleusi, Giovanni Salis e Sergio Garau.

Si prosegue il 20 novembre con Alessandro Doro che interpreterà Toti Scialoja e si chiude, per il momento, il 27 novembre con Helel Fiori in Antonia Pozzi.

Roberto Demontis:

Chi è Roberto Demontis? Non è nessuno, non vuole essere nessuno, si sente solo un dio che forgia spirali di ferro. Di tanto in tanto, negli albori notturni quando la luna splende in cielo, esce dalla sua bottega per rincorrere parole e liberare versi durante le sfide del Poetry Slam Sardegna e le letture pubbliche della Grande Nave Madre.

Dino Campana:

La vita e le opere di Dino Campana (1885-1932) furono pervase dalla problematica della malattia mentale. Sin dall’adolescenza, Campana manifesta chiari segni di squilibrio mentale e la sua vita divenne un continuo girovagare per manicomi. A ventuno anni, nel settembre del 1906, venne ricoverato per la prima volta nel manicomio di Imola ricevendo la diagnosi di demenza precoce. La nevrosi della madre, l’incomprensione da parte dei famigliari e dell’angusto ambiente di paese in cui vive (Marradi, nell’appennino tosco-romagnolo), peggioreranno negli anni la situazione: egli viene infatti deriso e trattato come una sorta di demente. Viaggerà molto, in Europa e in Argentina, facendo i mestieri più diversi per mantenersi: pianista in locali e bordelli, arrotino, poliziotto, pompiere ecc. E’ spesso coinvolto in risse e arrestato per vagabondaggio. Tra il 1916 e il 1917 ebbe una storia d’amore tormentata e intensa con la scrittrice Sibilla Aleramo, terminata in seguito al temperamento sempre più incoerente e violento del poeta. Nel 1917 fu arrestato a Novara per vagabondaggio, e il 28 gennaio fu internato all’Ospedale psichiatrico “Castel Pulci” dove rimase sino alla morte, nel 1932.

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