di Massimiliano Perlato
“A chi mi domanda chi è Zoe replico sempre così: prima che una semplice clarinettista è una vera e propria “nomade” per passione. Prima che una sassofonista è una sognatrice. E prima che un’appassionata di jazz e sonorità contemporanee è una compositrice sperimentatrice. Sì, lei è tutto questo e di più: perchè chi lascia nemmeno ventenne la propria terra, i propri affetti, le proprie radici per inseguire la propria vocazione, in questo caso la musica, lo è.”
Zoe Pia, compositrice, musicista eclettica e appassionata ricercatrice di Mogoro, vive a Rovigo, città nella quale ha scelto di continuare gli studi per concludere il percorso iniziato al Conservatorio di Cagliari.
Il primo avvicinamento con il clarinetto avviene come spesso capita quasi per caso. E’ in giovane, anzi, giovanissima età. A 9 anni il papà – fonico con alle spalle 5 anni di flauto traverso da privatista – le compera il primo strumento. La scintilla scocca tempestiva: tra Zoe e il clarinetto è chimica pura, amore a prima vista, il classico colpo di fulmine.
“Fin da bambina ho iniziato a suonare nella banda del paese e da quando le note sono diventate il sale delle mie giornate”.
Così quando 4 anni dopo si iscrive al conservatorio, la sua è una scelta logica, scritta, come se fosse un destino. Sono trascorsi quasi 20 anni da quell’incontro e nulla è mutato: l’amore tra Zoe e il pentagramma resiste ed anzi si incrementa di soddisfazioni nuove e progetti per il futuro.
Si diploma in clarinetto presso il Conservatorio di Cagliari appena maggiorenne e prosegue il perfezionamento al Conservatorio di Rovigo con la specializzazione in Clarinetto Solistico e in Musica da Camera con il massimo dei voti e la lode. Grazie alle esperienze nella musica contemporanea e nel live electronics nasce l’esigenza di comprendere da vicino la composizione. A Rovigo, quindi, intraprende gli studi adatti e approccia al jazz dopo aver suonato Hot di Franco Donatoni a fianco di Marco Tamburini. La curiosità nei riguardi della musica improvvisata la porta ad analizzare la cultura afro-americana con Mauro Negri, Nico Gori e Fabio Petretti. Sintomatica è risultata l’esperienza presso l’Accademia del Teatro Alla Scala di Milano seguita dai Seminari Internazionali dell’Accademia Chigiana, dell’Accademia Internazionale di Siena Jazz, dai Seminari di Nuoro Jazz e dall’incontro ravvicinato con la cultura popolare spagnola durante i sei mesi di studio al Conservatorio Superior de Musica de Murcia. Nel cammino accademico e artistico è sempre stata incline all’approfondimento e alla sperimentazione. Le esperienze concertistiche hanno incrementato ad ampio raggio il suo bagaglio di conoscenza: dal concerto di Mozart come solista agli ensemble da camera, dalla combo alla big band.
Nel tragitto di crescita vince numerosi concorsi e borse di studio che la portano prima in Spagna e poi a Vienna. L’attività musicale è affiancata dall’insegnamento presso due Istituti Comprensivi Secondari di I Grado nel centro Sardegna che l’hanno portata alla riscoperta di tante sfumature dell’etnomusicologia e conseguentemente a nuove composizioni.
Si è impegnata nella direzione artistica di diversi eventi, progetti e corsi di formazione per il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo e ha coadiuvato operosità con numerose orchestre sinfoniche in Italia e all’estero.
Quest’esperienza ha dato l’input al progetto di ricerca sulla Sardegna, lavoro durato diversi anni, sia in ambito compositivo che musicologico e storicoarcheologico. L’inestimabile patrimonio artistico da un lato e i misteri e le leggende dall’altro hanno scaturito dei quesiti importanti sulle proprie origini e le risposte avute hanno dato vita a “Shardana”. Il progetto discografico, è subito ospite del Sudtirol Jazz Festival 2016 con due concerti, il primo a San Candido (BZ) ed il secondo ad Avelengo Merano 2000 (BZ), in una delle sue edizioni più importanti che vede la collaborazione transfrontaliera tra Italia ed Austria. Nasce, come ulteriore linea di esplicazione della tematica trattata, la partitura di alea controllata che è stata esposta al Palazzo Ducale di Lucca, città in cui ottiene il Riconoscimento di Merito nel International Prize for Non-Conventional Score Music Writing 2016.
“Shardana” è il titolo del primo album discografico di Zoe Pia: un lavoro di analisi sui miti, leggende e luoghi legati all’antico popolo sardo uscito con l’etichetta veneziana Caligola Records.
Un atto di ossequio alla Sardegna, alla sua storia magica e misteriosa, ai suoni e ai ritmi della tradizione. Zoe ha censito tanti suoni diversi: i mamuthones in processione, le campane della chiesa di Mogoro, la voce della signora Renata Melis di Masullas che canta una ninna nanna. È questa la Sardegna che la giovane musicista ha deciso di raffigurare, l’anima dell’Isola, quella più vera e forte.
“Porterò questi suoni autentici in giro per il mondo, insieme a me. Sono vibrazioni vere, ovviamente, che fanno parte delle nostre vite, ma che non sono immediatamente riconducibili alla Sardegna, dal momento che non si tratta di ballo sardo o canto a tenore” spiega l’artista.
L’idea di unire la tecnica della soundscape composition al linguaggio contemporaneo ha permesso di enunciare in musica le energie nascoste nella tomba dei giganti di Sa Dom ‘e S’Orcu, i personaggi misteriosi come S’Accabadora, la storia della terra e dei popoli del Mediterraneo, l’omaggio al grande cantautore Andrea Parodi, le mistiche Domus de Janas. Le launeddas nelle mani di Zoe Pia spiccano, tra i vari strumenti, in una veste totalmente personale, dopo un’accurata ricerca delle possibilità timbriche e incontaminate del prezioso strumento millenario. Non poteva di certo mancare il pensiero dell’illustre conterraneo Paolo Fresu, che con entusiasmo e curiosità ha curato le liner notes.
La vita di una musicista può essere faticosa, a momenti, ma per Zoe è essenzialmente piena di soddisfazioni
Ha collaborato con: New Art Symphonic, Filarmonica Italiana, Filarmonia Veneta, Sinfonica di Pescara, Fiati della Sardegna, la Orquestra de Percusion y Vientos de Murcia, la United European Chamber Orchestra, Biennale di Venezia per l’artista Joachim Schoenfeldt.
Ha avuto l’onore di suonare a fianco di: Alvin Curran, Steven Bernstein, Bruno Biriaco, Reuben Rogers, Furio Di Castri, Tino Tracanna, Bruno Tommaso, Paolo Fresu, Mauro Ottolini, Nico Gori, Marco Tamburini, Bebo Ferra, Vincenzo Vasi, Dario Cecchini, Valentino Corvino, Marcello Tonolo, Stefano Senni, Massimo Morganti, Ryan Truesdell, Luca Mannutza, Lukas Kranzelbinder.
Si è esibita presso: Accademia Teatro alla Scala, Teatro de Corbeil Essonnes (Francia), Teatro de Romea di Murcia (Spagna), Teatro Camploy di Verona, Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Verdi di Padova, Teatro G.Verdi di San Severo (Fg), Teatro del Fuoco di Foggia, Sala Verdi di Milano, Casinò di Montecarlo, Teatro per una Società Senza Pensieri, Rocca di Campiglia di Livorno, Teatro Massimo di Pescara, Biennale di Arte Contemporanea di Venezia, Festival Internacional de Orquestas de Jóvenes de Murcia, Venezze Jazz Festival, Siena Jazz, Nuoro Jazz, Amnesty International, Piacenza Jazz Club, Veneto Jazz, MITO Settembre Musica, Südtirol Jazz Festival.
“Ogni giorno riservo allo strumento mediamente tre ore, ma possono diventare anche dieci, senza troppa problematicità. Quando intraprendi un itinerario di questo tipo, lo strumento musicale è per te un’esigenza inalienabile – sostiene -. Certo, quando si è giovani, l’idea di non potersi staccare nemmeno per un vacanza risulta meno sopportabile. Perdi qualcosa in adolescenza, non puoi fare le cose che fanno tutti e sei più vincolato, anche se tra i miei ricordi più belli ci sono le ‘vacanze musicali’ che facevo a Carloforte, dove d’estate seguivo corsi sotto la guida di grandi musicisti e poi piangevo per settimane quando tornavo a casa non rassegnandomi all’idea di aver già finito per quell’anno”.
Chi la conosce sa che questo vulcano di idee e di entusiasmo rigorosamente “Made in Sardegna”, non si fermerà qui: in cantiere c’è già il progetto ‘Commistione delle Arti’. Diversi tour sia in ambito classico che elettronico con i due strumenti e l’ulteriore sogno nel cassetto, un futuro da direttore d’orchestra: cimentandosi con la gavetta obbligatoria a tutti coloro che ambiscono alla “bacchetta”, il corso di composizione e il continuo perfezionamento generale con la prossima probabile meta, ovvero la città di Vienna.
non la conoscevo ed ero un po scettico questa sera l’ho vista e sentita a milano mi ha sbalordito dire brava e’ poco. bel quartetto. bella serata. Grazie