La parrocchia di Santa Maria Goretti a Sant’Antioco celebra il 6 luglio il sessantesimo anniversario della fondazione della comunità parrocchiale e il mezzo secolo della consacrazione della chiesa. Per l’occasione il settimanale parrocchiale “il Dialogo”, per raccontare quella pagina di storia e di fede della nostra città, uscirà in edizione speciale. Tutto iniziò nel 1947 quando Monsignor Cavassa parroco dell’allora unica parrocchia di Sant’Antioco preoccupato dell’espandersi del paese verso il porto, e il suo viceparroco don Antonio Mereu, si misero alla ricerca di un locale da adibire almeno a cappella per l’assistenza spirituale ai nuovi abitanti della periferia cittadina. A loro venne incontro la direzione dll’A.Ca.I che concesse in usufrutto gratuito un piccolo magazzino usato come deposito attrezzi degli operai della carbonifera. Il magazzino venne così riadattato alla bisogna e con la costruzione di un altarino divenne così la cappella della zona Acai, dedicata a Nostra signora di Bonaria patrona dei marinai, dove si iniziò ad officiare le funzioni religiose. Nel febbraio del 1954 il vescovo di Iglesias la promosse, in Capellania separata dalla parrocchia madre di Sant’Antioco Martire e successivamente in comunità parrocchiale affidandola alle cure spirituali di don Antonio Mereu. La cappella si rivelò subito molto ristretta per le esigenze spirituali dei parrocchiani che continuavano a crescere con la costruzione di nuove case private e popolari. Fu così che don Antonio Mereu pensò alla costruzione di una nuova chiesa. I successivi furono anni difficili e le difficoltà sembravano insormontabili per raggiungimento del progetto. Ma la tenacia di don Mereu dette buoni frutti. Grazie al contributo della Regione Sarda e lo sfruttamento della Legge Aldisio che finanziava edifici sacri, ciò che sembrava irraggiungibile divenne realtà. Nel 1958 venne posata della prima pietra benedetta dal vescovo Monsignor Pirastu. Il grezzo dell’edificio fu terminato nel 1959 e don Mereu iniziò ad officiare le funzioni sacre pur con la chiesa grezza ma benedetta e dedicata a Santa Maria Goretti che divenne la patrona. A poco a poco la chiesa fu completata e il 26 giugno del 1966 il vescovo con una solenne cerimonia la consacrò ufficialmente al culto. Da allora sono trascorsi decenni e la parrocchia oggi retta dal parroco don Elio Tinti è diventata il secondo punto religioso per importanza in città. Mercoledì 6 luglio poi, un’edizione speciale del “Il dialogo”, il settimanale della parrocchia di Santa Maria Goretti a Sant’Antioco, contenente la ristampa del numero unico “Campane a festa”, sarà distribuito gratuitamente ai fedeli in occasione della festa patronale. Pubblicato nel 1966 a cura di Dottor Luciano Ibba e di Giampaolo Piras, rispettivamente direttore responsabile e redattore che hanno dato il benestare per la ristampa, racconta la consacrazione della nuova chiesa parrocchiale dedicata a Maria Goretti. Il vecchio giornale messo a disposizione da Rita Sabeddu, una parrocchiana che lo ha conservato per ricordo, ha dato la possibilità alla redazione di “il Dialogo” di poterlo riproporre con un altro numero unico per farne un omaggio ai fedeli della parrocchia in occasione della festa patronale di Santa Maria Goretti del sei luglio scorso che ha segnato anche il sessantesimo anniversario della fondazione della comunità parrocchiale. L’edizione speciale del giornalino parrocchiale, con una nuova copertina a colori, ha voluto così ricordare, a distanza di sessant’anni, una pagina di fede, di volontà, voglia di fare e di carità cristiana di sacerdoti operosi che si intreccia con gli ultimi sessant’anni della storia di Sant’Antioco. E’ il sogno diventato realtà di costruire una nuova chiesa che inizia i primi passi subito dopo la guerra, in una Italia devastata e povera dove le periferie come a Sant’Antioco non facevano eccezione. Con la gente che riprendeva a vivere, a pregare e ripopolare la città si materializza il sogno di edificare un nuovo edifico sacro: è la chiesa della nuova parrocchia dedicata a Santa Maria Goretti in una zona allora periferica del paese che però sta aumentando di abitanti che risiedono in nuove case private e popolari. Il numero unico di “Campane a Festa” di cinquanta anni fa oltre narrare la storia della nascita della nuova parrocchia e del nuovo tempio racconta anche le speranze di una comunità che dai focolari delle abitazioni si sono concretizzate in nuove opportunità di aggregazione sociale, nello sport e nella cultura di cui Sant’Antioco è fucina. Racconta dei tanti benefattori che si sono spesi affinché il sogno di Don Antonio Mereu, il primo parroco dell’allora neonata parrocchia, potesse concretizzasi come poi è avvenuto. E il nome di Don Antonio Mereu è destinato a durare nel tempo nel ricordo degli antiochensi. Un comitato spontaneo ha già raccolto oltre 500 firme per una petizione che chiede al sindaco di dedicare lo spazio davanti alla chiesa di Santa Maria Goretti col nome di “Sagrato don Antonio Mereu”.
SANTA MARIA GORETTI A SANT’ANTIOCO: UNA FESTA PARROCCHIALE CHE SI PERPETUA DA 60 ANNI
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