di Francesca Virdis
«La mia famiglia… e il mare».
La domanda era “Cosa ti manca di più della Sardegna”. La connessione frammentata di Skype per un attimo fa guizzare l’immagine di Sara , 21 anni, sullo schermo. Quell’ interferenza impedisce alla nostalgia di disegnarsi sui bei tratti del suo viso, un po’ stanco dopo il lavoro. Eppure nella sua risposta semplice e commovente, pronunciata tra le scartoffie dell’ufficio di un pub di Cheltenham, non c’è solo lei. Ci sono migliaia di suoi coetanei che risposero e risponderanno sempre così a questa domanda. E ci sono anche gli affetti, l’altra faccia dell’emigrazione, chi resta e aspetta, Penelope della modernità, e poi la salsedine tra i capelli e il sole sulla pelle, coste profumate e fiorite come giardini.
« I miei invecchiano e non poter stare loro accanto o vedere i nipotini crescere è un prezzo alto da pagare. Ma per ora so che non posso tornare, il mio lavoro è qui e così altri affetti, altri amici e la mia nuova vita. Sono partita con il desiderio di ampliare i miei orizzonti, mettermi alla prova e imparare l’inglese, che ho sempre amato» racconta Sara, che tre anni fa, dopo la maturità classica, dalla piccola Sanluri è volata nel sud Inghilterra alla ricerca della propria strada. Dall’ esperienza di giovanissima au pair in una famiglia indiana al lavoro in un noto fastfood, quindi al mondo della ristorazione e dei pub per due anni. Poi l’arrivo a Cheltenham, circa centomila anime, nel sud ovest dell’Inghilterra, la promozione a supervisore e, nel giro di appena qualche mese, ad assistant manager presso il “ The Railways Cheltenam”.
« Sono sempre stata spinta da un forte desiderio di indipendenza. Mi piace essere autonoma e assumermi le responsabilità delle mie scelte. Mi occupo dell’organizzazione generale del lavoro, dalle piccole questioni come l’invio di mail ai fornitori alla gestione del personale. Mai avrei mai pensato di poter avanzare di grado in così poco tempo, e a poco più di vent’ anni. La paga è adeguata al mio impegno e per ora sono soddisfatta. Fare carriera in quest’ambito? Per ora non ci penso, mi godo il momento. In futuro mi piacerebbe iscrivermi all’ università, magari in Criminologia o Psicologia».
Una permanenza che ha avuto i suoi momenti difficili, quella della giovane originaria di Sanluri in terra britannica. « Non è stato facile trovare un equilibrio, soprattutto quando, facendo i turni notturni, dormivo al mattino e benché conoscessi un po’ di inglese, ancora non ne avevo la piena padronanza. Dell’Inghilterra mi piace che è sempre un buon momento per bersi un bicchiere di sidro in compagnia quando fuori c’è il sole. Gli inglesi sono più aperti e non tendono a giudicare l’altro con cattiveria: per loro ognuno è come è. Però c’è grande curiosità nei confronti dell’Italia, che è vista come la patria della bellezza, della cultura e della buona cucina».
«Mamma e papà? In fondo al cuore sperano ogni giorno di vedermi sulla porta di casa. Mio padre mi dice al telefono “Che ci fai lì? Torna!”. Mi si stringe il cuore ogni volta, e so che un giorno potrò accontentarli. Ma per ora il sogno per ora è solo quello, viaggiare. Ad agosto andrò in Spagna, ma sulla mia lista ci sono anche Stati Uniti, Thailandia e tutto il resto del mondo. Compresa- sorride- la Sardegna. Penso che solo vedendo con i miei occhi altre terre potrò apprezzare fino in fondo quello che ha da offrirmi la mia».