di Nicola Pinna
Mezzanotte: non c’è vento e stranamente neppure zanzare. Anche il mare, chissà perché, si è fermato all’improvviso. L’unico movimento, nell’incantesimo di Budelli, è il salto di un rospo che qui non diventerà mai principe. Un re su quest’isola già c’è e non ha alcuna intenzione di abdicare: «Vivo qui da 28 anni e ora vogliono mandarmi via, ma non riusciranno a spodestarmi. Io sono pronto a combattere, sostenuto da un esercito composto da soldati di tante nazioni. La nostra unica arma è una petizione che raccoglie consensi in tutto il mondo. Dal Canada all’Argentina, dalla Germania alla Nuova Zelanda».
Oggi sull’isola si va a letto più tardi del solito: è quasi l’una del mattino, la spiaggia rosa luccica ancora, e sul barbecue restano pochi carboni ardenti. Mauro Morandi saluta il mare, sceglie il libro del giorno e si ritira nella sua camera disordinata. «Durante la seconda guerra mondiale questa era una vedetta, una specie di fortificazione. I militari l’avevano costruita per tenere d’occhio il mare intorno all’Arcipelago di La Maddalena. Questa è la mia casa, la mia vita: il mio passato è concentrato in questi pochi metri quadri. Andrò via solo da morto e con l’anima rimarrò per sempre qui, perché le mie ceneri dovranno essere sparse in questo mare. Rassegnatevi, passerà ancora molto tempo: d’altronde ho a malapena 77 anni». Nel silenzio assoluto dell’isola, l’ultima risata della giornata sembra il ruggito di un leone. «Io, in effetti, mi considero un po’ animale. Siamo rimasti in otto tra i cespugli: io, cinque gatte e due galline». Più qualche pipistrello e moltissimi topi. E i gabbiani, che dall’alba al tramonto sorvegliano continuamente la spiaggia rosa, il tabernacolo prezioso di questo santuario della natura.
Mauro Morandi ci è arrivato nel 1989: faceva l’insegnante di educazione fisica nella sua Modena ma inseguiva una vita lontano dalle città. Sognava la Polinesia e aveva già comprato un catamarano per arrivarci. «Invece mi sono fermato qui, due giorni prima che il vecchio custode andasse in pensione. Un caso, anzi una fortuna. Da quel giorno di luglio non mi sono più mosso». Da allora a qualche settimana fa Budelli era bene privato, proprietà di una società immobiliare affogata nei debiti: lui non prendeva lo stipendio da oltre 20 anni e ora che l’isola l’ha acquistata il Parco nazionale (dopo la rinuncia di un magnate neozelandese che aveva già ideato un discusso master plan) potrà finalmente riscuotere i crediti. «Ma qui sorge il problema: il Parco dice che non posso più restare perché non ci sono le condizioni di sicurezza e perché loro ovviamente non possono assumermi come custode. È questo il premio per il mio impegno a difendere la spiaggia? Fino a oggi chi si è preoccupato della mia incolumità? Non mi facciano morire in anticipo, mi lascino in pace. Da solo, tanto non chiedo niente a nessuno».
Isolato e innamorato. Da qui, l’ultimo eremita d’Italia (unico uomo non palestrato che ha conquistato quattro pagine su Playboy) tiene viva anche la fiammella della passione: Caterina, un’insegnante di disegno napoletana, l’ha conosciuta su Facebook e da qualche mese condivide con lei ogni momento di una giornata che in mezzo al mare sembra davvero interminabile. Tenere il conto delle ore qui è troppo difficile: «Mi aiuta soltanto il sole, in cucina ho un orologio e non lo guardo mai. A cosa mi servirebbe? Vado a letto quando sono stanco e mi alzo appena arriva la luce. D’altronde non ho grossi impegni, se non quello di completare le mie sculture in ginepro: le vendo per aiutare un’associazione benefica che devolve i fondi ai bambini e alle donne africane». A Budelli le pochissime lampadine si alimentano di energia solare e da qualche mese c’è persino il wi-fi: «Non è un tradimento alla tanto sognata solitudine, mi serve per inseguire l’amore lontano e per far conoscere questo tesoro in tutto il mondo».
Il sole in questi giorni sorge poco prima delle sei. Spunta dalle rocce, dietro gli isolotti Barettini: a destra, osservando la Sardegna dalla spiaggia rosa. Mauro si lava la faccia in mare e riserva i primi cinque minuti della giornata ai quotidiani esercizi di Thai Ci tra i cespugli. Sulla riva, ovviamente, non ci si può avvicinare perché qui dal 1999 è vietato anche fare il bagno. «C’era un assalto continuo, il tesoro era davvero a rischio. Ogni tanto qualcuno ci tenta ancora, ma chi si azzarda deve fare i conti con me. Qualcuno, in passato, mi ha anche messo le mani addosso».
La stagione turistica non è ancora iniziata, ma a Budelli c’è già un viavai quotidiano di esploratori. Oggi quattro ragazze sono arrivate da Tahiti: «Fare il custode di questo posto – dicono timidamente – è il lavoro più bello del mondo». Mauro offre a tutti un po’ di mirto e racconta i segreti della sua vita senza angosce. «Mi curo con questa pianta di aloe: la mangio e mi allunga la vita. I minestroni di ortiche, di asparagi e cicoria sono il mio piatto preferito. D’inverno ho anche i funghi, ma se non piove me li posso scordare. In primavera preparo anche le frittate con le uova di gabbiano. Fino a qualche anno fa potevo andare a pescare, ma ora non ho più il gommone e le spigole sono diventate un privilegio raro. Mangio pochissima carne». Solo per gli ospiti, oggi a cena, si fa uno strappo alla regola: salsiccia alla brace, pecorino e cannonau.
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Circa un anno fa sono stato sull’isola di Budelli, ospite di Mauro Morandi. Ho avuto l’onore di conoscere una persona eccezionale che non vuole fare niente di male, ma chiede soltanto di terminare la sua esistenza (spero il più tardi possibile) nella sua amata isola. Forza Mauro, non mollare.