Una farfalla per due storie d’amore, questo pomeriggio è stato presentato, nel salone del Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano, il libro La danza della farfalla di Pietro Marongiu, stampato dalle Edizioni La Zattera di Alessandro Cocco, che non è voluto mancare all’evento. Ha interagito con l’autore Eliano Cau, mentre le letture di alcuni brani del libro sono state affidate a Sabrina Sanna e a Guido Dorascenzi.
Come ha ben spiegato l’autore, nel corso della serata, bisogna amare la terra che ci ha generato, conoscerne tutti gli angoli più nascosti e saper ascoltare il suo silenzio. Anche i toponimi usati nel libro, hanno un riferimento nella realtà che circonfa l’autore e così spiega che nel piccolo paese di Banzos, il vecchio maestro non insegnava solo a leggere e scrivere, ma raccontava antiche leggende che aveva ascoltato anche lui da bambino.
I toponimi e i nomi di riferimento di Piero Marongiu, sono strettamente legati al suo paese natale, Seneghe e allora racconta che tziu Boreddu, il vecchio pastore che aveva l’ovile sull’altopiano di Benthos, perchè dominato dal vento e che in passato fu teatro di una sanguinosa battaglia che il re Talo e la sua gente avevano combattuto, fino all’ultimo, contro gli uomini arrivati dal mare.
E qui l’autore si sofferma sul valore didattico del racconto “In quel tempo parlavano tutti, uomini colti e ignoranti, perché tutti avevano un ruolo e sapevano che per tenere in vita la comunità, c’era una sola via, trasmettere il proprio sapere, di generazione in generazione, perché nulla andasse perduto, compresa la storia di quel popolo che conosceva il valore della libertà e il rispetto delle regole”.
Ma La danza della farfalla, dentro spicchi di memorie addormentate, ci consegna anche due storie d’amore che si snodano parallele, attraverso i millenni, sono
quelle di Tylo e Shaar, la dolce e sfortunata figlia del re Talo, che è ambientata intorno all’ottavo secolo avanti Cristo, periodo di grande vitalità della civiltà nuragica e quella di Marco e Aurora, una storia dei giorni nostri, che ha come sfondo un territorio suggestivo e carico di un glorioso passato.
Ma la cosa più interessante delle due storie, è che tutto il percorso dei quattro giovani è misteriosamente tracciato da una farfalla, che compare in ogni momento cruciale del romanzo, fino a diventarne il filo conduttore.
“Se qualcuno le racconta, le storie non muoiono mai – spiega in un suo saggio Tonino Oppes – i sogni ci accompagnano sempre, finché c’è vita. Gli innamorati di oggi sognano come quelli di tremila anni fa, ma allora come adesso, il destino può spezzare l’incantesimo e c’è sempre qualcosa di crudele, in agguato. Si nasce, si ama e si muore, dice una leggenda iraniana, ma non si può misurare il tempo dell’esistenza. Ed è proprio quello che sembra voler ricordare, nella perenne disputa tra eterno ed effimero, il continuo apparire, fermarsi un istante e volare via della farfalla, attorno ai protagonisti del romanzo che inseguono libertà e bellezza. La libertà di una scelta; la bellezza di un amore puro. Come quello, profondo e lieve, sullo sfondo di una Sardegna antica e moderna”.
Pietro Marongiu, per tutti Piero, è nato a Seneghe nel 1956, dove tutt’ora risiede. È un Luogotenente dell’Esercito Italiano in pensione, che ha maturato esperienze nei teatri operativi dei Balcani e nell’Iraq. Giornalista pubblicista da molti anni, per emittenti televisive private, ha ideato e condotto trasmissioni di approfondimento legato al mondo della cultura, del sociale e delle tradizioni popolari. Attualmente collabora con il quotidiano La Nuova Sardegna, per conto della quale segue i fatti del territorio del Montiferru, di cui è profondo conoscitore. È appassionato di storia sarda, di archeologia e di cultura e tradizioni popolari. Ha al suo attivo anche una raccolta di poesie scritte in vari momenti della sua vita, “Per amore solo per amore – Sospesi nell’infinito”. Quello andato in stampa in questi giorni, La danza della farfalla, è il suo romanzo d’esordio.