Sabato 28 maggio 2016 si è svolto nella Sede del Gremio dei Sardi di Roma sita in Via Aldrovandi, un interessante evento dedicato al penultimo libro di Vindice Lecis, Rapidum, associato allo spettacolare Concerto del Duo Perfetto di Cagliari.
Il Presidente del Gremio Antonio Maria Masia, ha iniziato l’incontro ricordando il grande attore Giorgio Albertazzi, morto nella mattinata dello stesso giorno all’età di 92 anni, mentre si trovava nella tenuta di famiglia in Maremma. E lo ha ricordato, non solo per la sua indiscutibile grandezza, ma anche per aver partecipato all’evento del Mercatino di Conca D’Oro del mese di ottobre esibendosi inaspettatamente in un intensissimo Canto Dantesco, al cospetto di un pubblico entusiasta.
Dopo il necessario omaggio al grande artista scomparso, Masia ha poi presentato lo straordinario Duo Perfetto, composto dal violoncellista tedesco Robert Witt e dalla pianista sarda Clorinda Perfetto.
Si tratta di due personalità di grande talento, lei, Clorinda, dal 2001 pianista, professore d’orchestra e maestro collaboratore di sala e palcoscenico per il Teatro Lirico di Cagliari, lui, Robert, discendente da una famiglia di musicisti di Dresda, primo Violoncello del Teatro Lirico di Cagliari e per dieci anni Stellvertretender Solocellist della Staatskapelle Dresden.
Per chi non aveva ancora avuta la fortuna di ascoltarlo nei numerosi concerti e rassegne che lo ha visto protagonista in tutta l’Isola e che lo vedrà in Italia e nel resto del mondo – in settembre, per esempio, in concerto tra Dresda e Berlino – il duo artistico, si è esibito con un entusiasmo, una precisione nel tocco, una fantasia di suoni e gesti, che ne hanno fatto apprezzare le peculiarità al caldissimo pubblico presente in sala.
La loro musica dal vivo è stata trascinante, la scenografia dei loro corpi è stata un matrimonio riuscito tra anime e strumenti, gli arrangiamenti dei brani sono stati carichi di innovazione e passionalità, l’affiatamento dei tasti e delle corde, ha seguito il sorriso dei volti che raggiungevano sempre, in un tripudio di note, gli animi degli spettatori.
Dopo una serie di brani del Duo, Masia, ha introdotto, attraverso le appassionate letture dell’Attore Algherese Alessandro Pala, lo scrittore protagonista dell’incontro, Vindice Lecis.
Si tratta, infatti, di una personalità complessa, un uomo impegnato da sempre in politica, da quando la politica esisteva davvero.
Simpatizzante fin da ragazzino del Comunismo, Vindice, a 19 anni era già segretario della Federazione Giovanile Comunista d’Italia (FGCI), l’organizzazione giovanile del Partito, a Sassari.
Presto laureatosi in Beni Culturali, è stato giornalista professionista dagli inizi degli anni Ottanta nel gruppo editoriale Espresso-Repubblica, e, ormai da una quindicina d’anni, è scrittore, considerato il romanziere storico più conosciuto in Sardegna, una sorta di fenomeno dell’editoria sarda.
Per comprenderne la grandezza, vale la pena di elencare le sue opere: La resa dei conti (Ariostea, 2003); Togliatti deve morire (Robin, 2005); Da una parte della barricata (Robin, 2007); Le pietre di Nur (Robin, 2011); Golpe (Corbo, 2011); Buiakesos: le guardie del Giudice (Condaghes, 2012); L´attentato che non ci fu (Cordero, 2013); Il condaghe segreto (Condaghes, 2013); La voce della verità. Storia di Luigi Polano il comunista che beffò Mussolini (Nutrimenti, 2014); Judikes (Condaghes, 2014); Rapidum (Condaghes, 2015), L’infiltrato (Nutrimenti, 2016).
Ha scritto ben 6 romanzi, dunque, che affrontano vicende del recentissimo passato e dell’attualità, dai misteri e le trame golpiste del dopoguerra sino agli anni delle stragi di stato.
Ricordiamo tra tutti, La voce della verità, Storia di Luigi Polano, il comunista sassarese che, su ordine di Togliatti, beffò Mussolini, infiltrandosi nelle trasmissioni radiofoniche ufficiali fasciste. Attraverso una potente radio allestita in una località segreta, la sua voce, con lo pseudonimo di Mario Appelius, polemizza, accusa, pianta stoccate vincenti, per tre anni, imperterrita, ogni sera fino alla liberazione di Roma, guadagnandosi l’odio di Mussolini e la tacita simpatia di molti italiani.
Ricordiamo anche la sua ultimissima fatica, il suo dodicesimo romanzo, che si colloca nella serie dei romanzi storici, “L’Infiltrato”, presentato ad Aprile al Salone del Libro di Torino.
Tra i personaggi di questo libro, troviamo anche, questa volta come personaggio comprimario, Antonio Sanna, l’investigatore-agente segreto del Pci protagonista della serie dei citati gialli storici.
Attraverso questa storia, verrà rivelata al grande pubblico, sempre nel contesto di una vicenda romanzata, la reale esistenza di un apparato segreto del Pci che analizzava il terrorismo per scoprirne origini e mandanti, oltre alla storia di un infiltrato comunista che davvero riuscì a farsi accettare in uno dei gruppi più pericolosi del periodo successivo al sequestro Moro. Da qui emerge anche la Sardegna, con Barbagia Rossa e i retroscena dell’assalto del 1978 alla stazione radiogoniometrica di Siamaggiore.
Nella sua brillante e feconda produzione letteraria, Vindice, segue anche il filone della nostra storia più antica che tratta la civiltà nuragica e la Sardegna medievale e poi, scorrendo secoli e millenni, visita la Sardegna e l’Africa romana dell’imperatore Adriano, come vedremo con l’ultimo romanzo di questa categoria Rapidum, al centro dell’incontro.
Su questo versante della storia del lontano passato dobbiamo a Vindice: Le pietre di Nur del 2011.
Protagonista della storia è Alvras il guerriero che si assume la responsabilità di condurre i Sardi nel conflitto contro Cartagine. Dopo aver ereditato dal saggio Serdon la guida del principato di Nur, sulla costa nord occidentale dell’Isola, Alvras scopre l’amore nella sacerdotessa Tùlema, la stessa donna che, con le sue doti divinatorie, riesce a prevedere l’ostilità crescente da parte dei colonizzatori stranieri.
“Le pietre di Nur” è un romanzo d’avventura solidamente ancorato ai dati storici, studiati e ricostruiti dall’autore con accuratezza e precisione.
La passione per la storia è una costante nella scrittura di Vindice Lecis, curioso e appassionato di storia e archeologia.
Poiché la Sardegna, viene trattata quasi come un buco nero, Vindice, ricostruisce il periodo della civiltà nuragica che ha avuto un ruolo importante nel Mediterraneo, sia nell’VIII che nei secoli precedenti.
Ricordiamo anche la trilogia dedicata al periodo medioevale della nostra Isola, il tempo dei Giudicati, con: Buiakesos, le guardie del giudice, Il Condaghe segreto e Judikes, tutti editi da Condaghes, casa Editrice rappresentata dal suo titolare Giovannino Manca al quale poi viene data la parola per un saluto.
Veniamo al romanzo della serata, il romanzo storico Rapidum, che comincia con un intrigo inestricabile sullo sfondo dei primi anni del principato dell’imperatore Adriano.
Anche in quest’opera, Vindice, si dimostra, come è stato definito in passato, Inviato nella storia.
E, come fa notare Masia, a tutti gli effetti lo è, perché quando è attratto e stimolato da un fatto storico, realmente accaduto, entra con tutto l’ardore e la forza di cui è capace nel fatto stesso, lo documenta, lo sviscera in tutti i suoi aspetti e ci infiora tutti i collegamenti immaginari che gli offre la sua fantasia, rendendo, comunque, il romanzo sempre verosimile e ben inquadrato nel tempo e nel contesto in cui il fatto vero si è svolto.
I romanzi di Vindice, del resto, ricostruiscono realtà e finzione con un stile incalzante ed un ritmo da giallo, dove non manca mai la suspence che rende il racconto coinvolgente e in grado di mantenere l’attenzione e l’interesse del lettore fino alla fine, come capita anche con Rapidum, che trascina il lettore fino in fondo.
Fulcro dei suoi romanzi storici, secondo Masia, è la centralità e la dignità della Sardegna in tutte le sue fasi storiche, come emerge nelle sue avvincenti storie di amori, sangue, guerre, vendette e desideri, animate da personaggi straordinariamente caratterizzati, una Sardegna, capace di intrattenere rapporti di pari dignità con le altre presenze istituzionali di ogni tempo, che siano regni, imperi, giudicati o lo stesso Potere Papale.
E in questo senso, Vindice, conduce per mano il lettore, dentro un mondo storico sardo e/o nazionale vero, che spesso ignoriamo.
E lo conduce incuriosendolo e stimolandolo ad approfondire.
Un altro punto di merito di Vindice è il risalto, l’importanza e lo spazio che lui dedica alle donne sarde.
Masia riconosce a Vindice il pregio di essere riuscito ad avvicinare ai fatti storici un pubblico vasto, anche giovanile, che in larga misura ne sarebbe rimasto distante.
Lecis, ha così ricostruito la storia dei Sardi in Africa: una storia ben nota agli studiosi che hanno analizzato le fonti documentarie, epigrafiche ed archeologiche attorno a Rapidum, una cittadella fortificata, ma meno ai non addetti ai lavori.
Vicende di fantasia intrecciate a fatti veri, personaggi inventati che si muovono accanto a protagonisti reali del passato, sono i protagonisti di questa storia: il principale, l’imperatore Adriano, che regnò a Roma negli anni tra 117 e 138 dopo Cristo.
Adriano diede il compito alla Cohors II Sardorum, unità militare composta esclusivamente da soldati sardi, di presidiare una zona della Mauretania, nell’Africa Settentrionale, particolarmente instabile per la presenza dei ribelli Mauri.
I militari isolani guidati dai comandanti Felice Sardo e Marco Giulio Potito, costruirono la cittadella di Rapidum, un campo protetto da mura e torri e munito anche di caserme, edifici e terme.
Nella fortezza i protagonisti sono i sardi, che nel romanzo come nella storia si muovono tra alleanze, battaglie e intrighi politici.
Le vicende di Rapidum si intrecciano con quelle dei Sardi rimasti nei principali centri isolani come Turris Libisonis (l’odierna Porto Torres), Nora, Karalis, e con quelle di Roma dove l’imperatore regna in mezzo a intrighi e ostilità.
Per Vindice, però, i sardi non sono eroi e uomini leggendari, sono come gli uomini degli altri popoli, a volte ribelli, a volte sottomessi al sistema, a volte capaci di grandi alleanze per il bene della comunità.
In questo senso Vindice, parla della Sardegna, non per esaltarla, ma semplicemente per conoscerne i risvolti storici e, laddove la storia non arriva, lui la ricostruisce attraverso la sua logica di studioso e il suo intuito di romanziere.
Adriano viene presentato come un imperatore illuminato, raffinato e filosofo, amante più della pace che della guerra. Come lo presenta la Margherita Yourcenar che Lecis cita nella parte conclusiva del libro.
Una figura interessante è quella del sardo Ursario che combatte con i ribelli mauri, ma conserva un segreto inconfessabile, forse figura di eroe oppure una sorta di personaggio che avrebbe ai giorni d’oggi a che vedere con i “servizi segreti” dell’imperatore Adriano.
Per non svelare troppo del libro e della sua trama, non si racconta la vicenda, ma vengono fatte alcune interessanti letture sempre dalla voce di Alessandro Pala, che legge con trasporto sia come voce narrante, sia come personaggio di alcuni dialoghi di cui interpreta le varie voci.
Dopo un intervento dell’editore, un’intervista all’Autore da parte di Masia e le domande del pubblico, l’incontro si conclude con una serie di altri brani eseguiti magistralmente dal Duo Perfetto, che presenta un repertorio che spazia dalle forme compositive più classiche a quelle più innovative d’ispirazione jazzistica.
Tra l’ovazione del pubblico e il simpatico racconto di Robert Witt sono stati eseguiti: Ennio Porrino, I canti della schiavitù (Il sogno dello schiavo), E. Granados, Intermezzo, E. Granados, Danza Andalusa, A. Piazzolla, Oblivion, A. Piazzolla, Libertango, J. Bragato, Tango, G. Gerswhin, Porgy end Bess, Cinema Fantasy, N. Kapustin, Antology
Il pubblico non si è accontentato e, vista la bravura dei musicisti, ha applaudito fino ad ottenere anche il bis.