Giovanni Loria, noto come Nanni, ha 23 anni, un diploma di tecnico industriale in tasca e una valigia sempre pronta. È originario di Romana, un paesino di circa 400 abitanti in provincia di Sassari, ma è un giramondo “cronico”: ha visitato e vissuto in Germania, Slovacchia, Indonesia, Inghilterra e Australia. Ma è la sua ultima avventura a suscitare curiosità: dal primo maggio si trova infatti in Giappone, in compagnia di una bicicletta, una tenda e una macchina fotografica. Obiettivo: attraversare l’impero del Sol Levante in sella alla sua bici. Per mettersi alla prova, conoscere una nuova cultura e dare spazio alla sua passione per la fotografia. “Ho comprato una bicicletta su internet e l’ho fatta recapitare a casa di un amico a Kobe. Mi sono poi spostato prima a Osaka e poi, dopo aver scalato una montagna, a Nara” racconta Giovanni “La mia pedalata è poi proseguita fino a Kyoto, e da lì mi sono spostato prima al nord in alcuni paesini di montagna, poi a nord-ovest verso il lago Biwa. Da lì ho raggiunto Katata, dove mi trovo in questo momento. Il mio viaggio finirà a Tokyo. Quando raggiungerò la capitale, potrò dire di aver percorso la bellezza di 600 chilometri”. “Ho scelto di utilizzare per i miei spostamenti solo la bici perché mi permette di muovermi in assoluta libertà. Se avessi scelto mezzi di trasporto come bus e treni, avrei semplicemente visto il mondo da un finestrino senza potermi addentrare davvero nei luoghi” spiega Giovanni “Ho sempre pensato al Giappone come ad una terra magica e affascinante. Sono cresciuto circondato da cartoni animati giapponesi e dai manga. È un luogo che in un certo senso fa parte della mia infanzia e della mia adolescenza. Ecco perché ho deciso di fare del Giappone il teatro della mia avventura su due ruote”. Mangiare, dormire, lavarsi: gesti quotidiani che per Giovanni non sempre risultano scontati. “Per dormire mi adatto a qualsiasi posto, basta che non ci sia la pioggia di mezzo. Ho dormito in mezzo alla strada molto spesso, una volta anche in un McDonald’s. A Kyoto invece dormivo nel parco di un tempio. Mangiare è semplice: mangi dove capita ed è pieno di negozietti che vendono di tutto. Lavarsi è più difficile, diciamo che appena ne ho l’occasione ne approfitto”. “La caratteristica che mi ha colpito di più dei giapponesi è che, nonostante la maggior parte di loro non parli l’inglese, sono sempre disposti ad aiutare il prossimo, in qualunque modo” conclude il biker sardo “Ad esempio, quando giravo nei pressi di Nara ho incontrato per caso un signore che mi ha offerto tutto: un letto dove dormire, la cena e la colazione il giorno dopo, un vero e proprio tour della città di Nara. Senza volere nulla in cambio”.
Per seguire Nanni nella sua pedalata di 600 chilometri: Facebook (Nanni Bateman) e Instagram (nannikunt).
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