LA VITA FRA LE NUVOLE DI FEDERICA LAI: A DUBAI PER SPERIMENTARE IL VOLO UMANO

ph: Federica Lai


di Stefano Cortis

In valigia solo il minimo indispensabile: una passione, una laurea e un master. E tanta determinazione. Non c’era nessuna certezza quando Federica ha deciso di prenotare un biglietto di sola andata per Dubai, se non la voglia di contare sulle proprie capacità e darsi da fare, a costo di ricominciare da zero. E oggi è responsabile marketing di un’azienda che sperimenta uno dei più grandi sogni dell’uomo: il volo umano.

Federica Lai ha 31 anni ed è nata a Cagliari. Ha studiato ai Salesiani, liceo classico San Giovanni Bosco, e oggi lavora per l’azienda governativa XDubai, che si occupa di promuovere la scena sportiva, e in particolare gli action sport.

«Sono entrata nella compagnia come head of creative all’interno del marketing team di Skydive Dubai, per poi diventare attuale responsabile marketing del brand Jetman Dubai – racconta – un progetto pionieristico a metà strada fra l’aviazione e lo skydiving, iniziato dal

pilota svizzero Yves Rossy, in cui Dubai ha creduto e investito, e che si propone di esplorare i futuri sviluppi del volo umano. L’ultimo progetto realizzato, che ha avuto una forte risonanza internazionale, è stato il volo compiuto in formazione con l’Airbus A380: il più grande aereo di linea per la prima volta accanto alla più piccola ala motorizzata, pilotata dai nostri due jetman: Yves Rossy e il campione mondiale di skydiving e base jumping, Vince Reffet».

Un percorso cominciato nel 2008. «Concluso un master in marketing management all’Università Cattolica di Milano – ricorda – mi son trasferita a Londra dove ho lavorato per diversi brand di moda, occupandomi di visual marketing. Dopo tre anni, il desiderio di esplorare un nuovo mercato e una nuova cultura si è fatto sempre più insistente. Ho inizialmente considerato Singapore, ma dopo un breve viaggio negli Emirati Arabi Uniti, per lo più all’insegna dello sport, mi son decisa a prendere un biglietto di sola andata per Dubai, pur non avendo ancora la garanzia di un contratto lavorativo. Durante i primi due anni ho lavorato in un’agenzia di marketing e pubblicità con ritmi abbastanza intensi. È stata una seconda gavetta a tutti gli effetti e un’esperienza estremamente formativa per comprendere il mercato dei Paesi del Golfo e la cultura medio-orientale. Nel 2014 sono stata selezionata per far parte del marketing team del neonato brand XDubai con l’opportunità di lavorare in un settore affine a una delle mie passioni più grandi: lo sport».

La determinazione è fondamentale. «Quando ti trasferisci da sola in una nuova città, lontano dagli affetti a da tutto ciò che ti è familiare – commenta – la strada può essere in salita e puoi essere portato a scoraggiarti per dover ricostruire ciò che in parte avevi già conquistato. Ma, caratterialmente, questo tipo di sfida mi appassiona e, nonostante le difficoltà iniziali, ha sempre prevalso l’entusiasmo per la possibilità di scrivere una nuova pagina e intraprendere un nuovo percorso. È quando ci si mette alla prova, affrontando nuove esperienze, che ci si sente più vivi. E superare gli ostacoli con le sole proprie forze è un valore aggiunto che rende sicuramente orgogliosi delle proprie scelte».

Non esclude che in futuro possa tornare a Cagliari. «Mi piacerebbe poter proporre e attivare un progetto mio e avendone l’occasione tornerei di sicuro. A parte la vicinanza ai miei genitori, l’attrattiva più forte è verso uno stile di vita semplice e sano (senza tralasciare i paesaggi mozzafiato) che la Sardegna è in grado di offrire, e che impari a riscoprire e apprezzare quando vivi fuori da diversi anni».

E magari rispolverare qualche vecchio desiderio. «Il mio sogno da bambina era la danza. Poi da adolescente si è aggiunto l’amore per il teatro. Sono passioni che sento ancora molto forti e alle quali la mia attuale attività nel marketing non lascia alcuno spazio. Credo comunque sia importante non smettere mai di cercare quella dimensione lavorativa che più corrisponde alle proprie passioni, e che più valorizza la propria unicità. Anch’io continuo a cercare la mia dimensione ideale. E se fosse necessario cambiare di nuovo città, ricominciare dal basso e rischiare, sarei pronta a fare le valigie anche domani».

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