L’EMIGRATO SARDO INVENTORE DELLA TV: AUGUSTO BISSIRI (SEUI 1879 – LOS ANGELES 1968), UNO “STRUMENTO DEL PROGRESSO”


di Vitale Scanu

Dal mondo dell’emigrazione, la Sardegna oltremare, ci arrivano spesso informazioni che ci riempiono di orgoglio. Una di queste riguarda un nostro illustre ma sconosciuto conterraneo, di cui possiamo andare giustamente fieri: Augusto Bissiri, cittadino di Seui (Seui 1879 – Los Angeles 1968).

La natura è stata generosa con questo nostro conterraneo emigrato, dotandolo di una intelligenza davvero eccezionale. Sentite cos’è stato in grado di realizzare. Prendete una sedia e tenetevi forte.

Già a ventun anni, nel 1900, inventò un utilissimo marchingegno, una specie di radar per evitare lo scontro dei treni. Se, sullo stesso binario, si avvicina pericolosamente un altro treno in senso inverso, l’apparecchiatura di Bissiri attiva in tempo utile un segnale acustico e, nel contempo, aziona i freni dei convogli, evitando così lo scontro. Ebbe per questa invenzione il primo premio a Roma dalla Facoltà di ingegneria, in riconoscimento per la sua idea così geniale e utile. L’invenzione fu in seguito brevettata e quindi depositata in Italia e in Germania. Poi, come avviene di solito per le grandi idee dei poveri, venne acquistata dalla grande fabbrica Westinghouse statunitense. Il cagliaritano ingegner Luigi Merello, gestore delle Ferrovie Complementari, lo sperimentò, per primo in Italia, su un tram a vapore.

A questo importante brevetto fece seguito, nel 1905, l’invito a Bissiri di una società americana a trasferirsi a New York. Così Bissiri emigrò in America. L’anno dopo egli chiamava negli USA anche i propri famigliari, compreso il fratello Attilio, artista e cineasta, pure lui una grande testina di scienza. Nel contempo il nostro brillante emigrato svolse anche altre attività, come quella di direttore di un ufficio di pubblicità, rispolverando quel lavoro che era stato il suo campo di attività a Cagliari dove, tra il 1903 e il 1904, con alcuni amici attivò una tipografia, situata in un edificio di “Sa ruga de is Argiolas”, oggi via Garibaldi. In quel periodo fu anche apprezzato novelliere di fantascienza alle dipendenze della “Domenica del Corriere” di Milano. Sempre di quegli anni sono le invenzioni di un geniale apparecchio a pedale per… sfogliare gli spartiti di musica sul pianoforte, nonché dell’ “alipede”, un leggerissimo mezzo di trasporto molto utile nel congestionato traffico urbano, e del portacenere con dispositivo per spegnere automaticamente la sigaretta.

Di grande originalità, precorrendo i tempi, del nostro Bissiri è anche la “lettera-disco”, in pratica un dischetto sul quale si poteva registrare la propria voce per essere poi inviata a un lontano destinatario. Questo brevetto venne comprato, tanto per cambiare, dalla americana Electric Company.

Ma quello che ci riempie maggiormente di ammirazione è l’invenzione dei princìpi per la trasmissione televisiva dell’immagine. Ecco cosa scriveva la “Tribune” nel numero 133 del 1906: “Nella redazione del New York Herald Tribune, l’avv. Augusto Bissiri, cagliaritano (Sardegna), ha eseguito un esperimento di trasmissione telegrafica delle fotografie. L’esito è stato ottimo”. Con queste parole la Tribune riferiva l’esperimento realizzato da Bissiri nella sede del quotidiano newyorkese, con cui egli, mediante due cavi di rame, riuscì a trasmettere una fotografia al suo collega Pascucci, che si trovava in un altro ufficio.

Undici anni dopo (1917), altro esperimento ancor più stupefacente. Dalla redazione del quotidiano londinese London Daily Mail riesce a trasmettere – con un apparecchio di sua invenzione (“transmission of pictures”), brevettato il 4 gennaio 1928 a Los Angeles – alcune immagini fotografiche alla sede del New York Times, negli USA.

Con tutto ciò, se grande era l’intelligenza di questo illustre figlio della Sardegna, ancora più è ammirevole la sua modestia di grande scienziato. A chi gli faceva notare che in pratica egli aveva scoperto i princìpi della “televisione”, rispondeva: “Io non sono uno scienziato, non sono un inventore. Io tengo prima di tutto alla mia reputazione di galantuomo. Al massimo si può dire che ho fatto il primo passo, indicando la strada dove poi gli altri ne avebbero fatto tanti altri”.

Più che giustificate le parole con cui Luigi Perra, nell’Unione Sarda del 22 maggio 1906, presentava l’ingegner Augusto Bissiri: “Non esito a chiamare il Bissiri uno strumento del progresso, che fa onore alla Sardegna e alla sua ottima famiglia, domiciliata a Seui, la quale può andar  orgogliosa dei trionfi del figlio”.

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11 commenti

  1. Questa non la sapevo …grazie sapere e sempre piacere

  2. Noi SARDI DOVE, PASSIAMO,
    PASSIAMO, LASCIAMO UN’INPRONTA
    COME LANOSTRA BELLA EDISEDERATA ISOLA.
    NON LASCIAMO MAI PIU’
    Che CHI A PARTE NOI SARDI
    DECIDIAMO .
    ANCHE SE’ SIAMO LONTANI
    FISICAMENTE.Emoticon smile Emoticon smile Emoticon smile Emoticon smile
    Assibiri…..

  3. molto interessante: trovo strano che sia la prima volta che ne sento parlare…..

  4. conosciamoli questi nostri geni

  5. Non c’è niente da fare , i Seuesi sono intelligenti, come diciamo nell’isola , funti tottu conca !

  6. Quando ho visto seuesi me venuto male ho pensato (cosa hanno combinato?

  7. Vitale Scanu

    I seuesi saranno anche molto intelligenti, ma il fatto che un loro genio (che merita di essere alla pari con Antonio Meucci) venga fatto conoscere da estranei lascia perplessi.

  8. E non è il solo ;per fare un esempio anche la colt era stata inventata da un sardo così come il dado star …etc..

  9. Grazie mille, Rossano. Ottima informazione. Come sempre, è più facile rubare ai poveri. Ciao.

  10. Sapevo che i sardi sono incredibili ma questa non la conoscevo

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